26 luglio 2005
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Soares Elza
• Nata a Rio de Janeiro (Brasile) il 23 giugno 1937. Cantante. «La carriera e la leggenda cominciano nello stesso momento. Quando a Rio una mulatta adolescente, graziosa ma assolutamente male in arnese, con un vestito in prestito troppo abbondante, si presenta nello studio di un programma radiofonico per un concorso. Il pubblico scoppia a ridere, c’è chi lancia apprezzamenti razzisti. Ary Barroso, il conduttore, la accoglie con un: ”ma da che pianeta arrivi, figlia mia?”. Un’altra scapperebbe piangendo. Lei è piccola, in tutto un metro e 57 di statura, ma è la sua occasione, e ne ha viste già troppe per lasciarsi intimidire. ”Dal pianeta fame”, risponde. Poi comincia a cantare e vince il premio. Quando dice ”fame”, sa esattamente di cosa sta parlando. nata nella favela di Agua Santa, ha rubato galline e fatto i servizi da una famiglia, a dieci anni è stata stuprata, a tredici ha sposato l’uomo che l’aveva violentata, tre figli le sono morti di stenti e di tubercolosi. [...] nata nel 1937, dicono diverse fonti, Ruy Castro, in Estrela solitária, accurata biografia di Garrincha, addirittura nel ’30, il che sembra francamente inverosimile. In mezzo c’è stato l’incontro, nel ’61, fra la ormai stella del samba e la ”stella solitaria”, il calciatore amato dai brasiliani forse più ancora di Pelè, che per questa dama lascia la moglie, suscitando la riprovazione del Brasile conservatore e bacchettone di allora che avrebbe preferito un ipocrita doppio binario; diciassette anni di passione, l’alcolismo di Garrincha, quattro anni in Italia, fra la Roma della dolce vita al tramonto e Milano, la separazione da Mané (che muore nell’83), della cui deriva molti in Brasile la considerano corresponsabile. Poi dolorose prove personali (la morte nell’86 di Garrinchinha, il figlio avuto dal calciatore), dieci anni via dal Brasile e il declino artistico. Ma non è finita. Con un colpo di reni, negli anni 90 Elza torna sulla cresta dell’onda. Tra voce roca e lifting facciale diventa l’idolo di gay e trans. Escono le ristampe in cd dei suoi album anni 60 e 70. Nel 2002 un disco (nel titolo c’è il cocige, quell’osso che sta nel punto di divaricazione delle natiche) completamente al passo coi tempi, a cui collabora Carlinhos Brown, con brani di Carlinhos, Chico Buarque, Caetano. In scena si fa precedere dai musicisti, poi dalla voce, che all’inizio rimane fuori campo: quando entra anche lei, pantaloni aderenti, un gran cespuglio di acconciatura afro, ancheggiamenti e movimenti di gambe da consumata ballerina di samba, e la sua voce straordinaria, non è difficile immedesimarsi in Garrincha. [...]» (Marcello Lorrai, ”il manifesto” 24/7/2005).