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 2005  luglio 17 Domenica calendario

Come risolvere l’enigma della toilette. Il Sole 24 Ore 17/07/2005. Quante volte ho maledetto quel segnale, preso dall’urgenza di spalancare la porta dove era impresso

Come risolvere l’enigma della toilette. Il Sole 24 Ore 17/07/2005. Quante volte ho maledetto quel segnale, preso dall’urgenza di spalancare la porta dove era impresso. Le ingiurie scaturivano dal fatto che non ero in grado di distinguere subito se il via libera fosse per i maschi o per le femmine. Uno stop di non poco conto; a volte può provocare anche inconvenienti disdicevoli. Insomma sto parlando dei bagni o meglio delle toilette, così come di solito recitano le scritte nei ristoranti, nelle trattorie nelle osterie, nelle pizzerie e pure negli alberghi. Spesso, anzi direi sempre, ci troviamo in presenza di "geroglifici" che necessitano di un’interpretazione da esperti in storia dell’arte o in semiologia per comunicarci semplicemente: "Sei uomo, eccoti il tuo bagno", fai in fretta o "sei donna, voilà la tua stanza, sbrigati". E invece no, architetti, interior design, geometri, comunicatori, arredatori, falegnami, quando devono creare il semplice segnale: maschio e femmina, diventano creativi e allora prende vita uno spaccato socio-antropologico della comunicazione dei bagni, quasi fosse un dettaglio dell’arredamento del locale. Nel mio "cibovagando" nel mondo ne ho viste di tutti i colori: antiche iconografie, fotografie, sculture, miniature, camei, pittogrammi, disegni tutti tesi a rendere molto difficile la via dei cessi. Ho pure cercato di fare una statistica, assegnando gli oscar. Senza alcun tentennamento il rebus più difficile si trova nel ristorante di un noto ritrovo della moda internazionale: Como 10, in corso Como a Milano. Il segno grafico è davvero di livello, ma ogni volta ho delle incertezze se far il mio ingresso nell’una o nel l’altra porta. Il più divertente invece l’ho incontrato in un piccolo locale di Toronto (Canada): "i terroni" dove la toilette maschile mostrava una foto di Silvio Berlusconi con un sorriso a 24 carati, mentre il cesso per sole donne veniva indicato da una foto, davvero osè, di Cicciolina. E ancora in Francia ho collezionato un bagno targato al maschile "Casanova", al femminile segnato "Madame Pompadour", senza però l’epigrafe riportata nella sua tomba: un cesso da intellettuali. Il premio al più chiaro, dove non ho avuto dubbi, mi è capitato in Brasile, a Rio de Janeiro, dove da un lato, era incorniciato un reggiseno, dall’altro un boxer imbalsamato come la Luisona di Bar Sport di Stefano Benni. Il perizoma avrebbe creato non poca incertezza... ormai è unisex, specialmente nel Paese del samba. Il reggiseno è stato protagonista anche di un locale molto famoso di Quistello (Mantova), l’Ambasciata di Romano Tamani, geniale anfitrione, che al bagno ha sempre dedicato particolari attenzioni a cominciare dalla carta igienica: se ne trovano di 3 o 4 modelli a disposizione con disegni diversi. In particolare nel cesso maschile, per lungo tempo, faceva bella mostra una carta con il segno della bocca femminile, tracciato di rossetto. Insomma assai diverso da quelle toilette, dove viene consegnata una chiave con la descrizione di un percorso che ricorda la caccia al tesoro la cui meta è la turca, la carta magari di giornale. In tema di bagni non posso far a meno di citare un locale trentino, il Mezzosoldo di Spiazzo dove l’ironica padrona di casa, con un linguaggio subliminale, ha piazzato nel reparto maschile diverse gabbie per uccelli, completamente vuote e tante corna, mentre quello per sole donne colmo di candele, fazzoletti e fiori. E ancora il bagno di un locale australiano in Margareth River (Australia), di cui ahimè ho dimenticato il nome, ma non la geniale idea di posizionare nell’ingresso appunto dei due cessi, una lavagna con una raccomandazione: se hai la tentazione di imbrattare il muro con qualche scritta, o lasciare un messaggio a luci rosse, fallo qui sopra. Non ho mai incrociato una segnaletica "sponsorizzata" o "pubblicitaria", a quando? Davide Paolini