24 luglio 2005
Tags : Mary Ellen. Mark
Mark MaryEllen
• Nata a Philadelphia (Stati Uniti) il 20 marzo 1940. Fotoreporter. «[...] primi scatti [...] quando, appena laureata in Storia dell’arte alla University of Pennsylvania, vinse una borsa di studio e partì per la Turchia. Per iniziare quella carriera che, attraverso reportage per lo più a sfondo sociale, l’ha portata a essere una delle più ammirate fotografe del nostro tempo. In questi anni i suoi servizi sono apparsi sulle riviste più prestigiose dAmerica, da ”Vanity Fair” al ”New Yorker”, per il quale lavora dal 2003. E lei non ha mai smesso di girare il mondo alla ricerca di spunti. [...] ”Io non mi ritengo una vera fotogiornalista. Amo più le immagini singole che le sequenze. Per far sì che una sola immagine racconti una storia devi scegliere qualcosa di forte. Un’immagine capace di parlare da sola. [...] Nella mia vita professionale ho fotografato situazioni diverse. Per anni ho lavorato in India. Poi negli Stati Uniti. A volte ho avuto a che fare con storie drammatiche, a volte allegre. Paragonarle è difficile. Uno dei lavori che mi ha segnato di più è stato quando, nel 1987, ho raccontato la vita di una famiglia di senzatetto che viveva in una macchina. Ho trascorso con loro diverso tempo. stata una situazione difficile da gestire”. [...] si è occupata di molte situazioni delicate, dal reportage sul reparto di massima sicurezza dell’Oregon State Mental Hospital negli anni Settanta al celebre servizio sulle prostitute nei bordelli di Falkland road a Bombay. Dopo aver trascorso tanto tempo in ambienti drammatici, com’è tornare alla vita normale? ”Ogni volta è più complicato. Perché quando lavori entri davvero dentro un mondo. Uscirne diventa difficile. Storie di questo tipo ti prosciugano l’anima”. Quale foto, invece, le ha dato più allegria? ”Mi sono divertita moltissimo con il circo in India. ’Life magazine’ mi dedicò un grande servizio. Erano immagini buffe e poetiche al tempo stesso. Un altro lavoro che è rimasto impresso nella mia memoria è quello sul set di Satyricon di Federico Fellini. Era il 1969, avevo iniziato a lavorare da poco e mi venne accordato il permesso di andare a vedere [...] non so mai cosa andrò a fotografare il giorno dopo. Ascolto quello che la gente mi racconta. E quando un dettaglio mi colpisce parto”» (J. Caracciolo Falck, ”L’espresso” 28/7/2005).