Varie, 22 luglio 2005
RAINER
RAINER Luise Düsseldorf (Germania) 12 gennaio 1910. Attrice • «[...] esordì in teatro con il grande regista Max Reinhardt ed entusiasmò Pirandello impersonando la Figliastra nei Sei personaggi in cerca di autore portati a Milano nel ’34. Dopo qualche pellicola in lingua tedesca fu chiamata a Hollywood, dove stabilì un record mai conseguito da altri: vincere l’Oscar per due anni consecutivi, nel ’36 con Il paradiso delle fanciulle e nel ’37 [...] per La buona terra. Quando qualcuno si stupì che per interpretare una coppia di contadini cinesi fossero stati scelti una tedesca e Paul Muni, mattatore del teatro yiddish, Thalberg rispose: ”Nel cinema lavoriamo di fantasia” [...] Il personaggio della Rainer, una madre di famiglia che affronta intrepida avversità e pericoli per amore del suo uomo anche quando lui, colpito da improvviso benessere, le porta in casa una concubina, è di quelli rimasti nella memoria collettiva. Incredibilmente, dopo il successo conseguito, la diva fece pochi altri film, tornò a intervalli sul palcoscenico e finì per dedicarsi al secondo marito (seguito al drammaturgo Clifford Odets), l’editore Robert Knittel [...] quegli occhi bellissimi si sono posati su tanti grandi del secolo. Incluso Brecht, che scrisse per lei Il cerchio di gesso del Caucaso. Ma Luise non lo recitò, come finì per non apparire in La dolce vita dopo essere stata convocata da Fellini. Strano destino di un’artista meravigliosa» (Tullio Kezich, ”Sette” n. 36/2001).