Il Sole 24 Ore 20/07/2005, pag.3 Riccardo Sabbatini, 20 luglio 2005
"Con Bnl lo sviluppo di un modello europeo". Il Sole 24 Ore 20/07/2005. "Per Unipol è l’operazione della vita
"Con Bnl lo sviluppo di un modello europeo". Il Sole 24 Ore 20/07/2005. "Per Unipol è l’operazione della vita. Se andrà in porto d’ora in avanti dovremo soltanto migliorare l’efficienza della nostra struttura, lavorare sulla migliore combinazione delle nostre risorse. D’un colpo guadagnamo 6-8 anni sulla nostra originaria tabella di marcia nello sviluppo delle nostre attività bancarie". L’operazione "della vita" è anche per lui, il presidente ed amministratore delegato dell’Unipol Giovanni Consorte. Assieme all’altro Ad della compagnia bolognese, Ivano Sacchetti, ha guidato il gruppo bolognese a disputare agli spagnoli della Bbva il controllo della Bnl. Un target, quello rappresentato dall’ex-banca del Tesoro, che sembrava impensabile appena pochi anni fa e che invece è ora a portata di mano dopo l’annuncio del patto di sindacato che ha rilevato le partecipazioni detenute dagli "immobiliaristi" e deciso il lancio di un’Opa obbligatoria sul resto del capitale. Per settimane Consorte è rimasto silenzioso evitando accuratamente ogni presa di posizione pubblica. Ma, a decisioni prese, illustra le ragioni di fondo che hanno spinto i manager della compagnia a compiere un passo tanto impegnativo. Sottolineando in primo luogo l’importanza della posta in gioco. "non dimentichiamolo. La Bnl è una grande banca con straordinarie tradizioni. Siamo convinti che l’incontro con Unipol, rappresenti anche per lei una importante occasione di crescita. Alcuni però mugugnano sui metodi che state utilizzando per raggiungere il vostro obiettivo. Il presidente della Bnl Luigi Abete vi rimprovera di non aver lanciato un’Opa concorrente ad un prezzo più elevato. Ci sono delle regole che vanno applicate. La nostra, per effetto del patto parasociale che abbiamo annunciato, è un’Opa obbligatoria. Ma noi abbiamo offerto un prezzo più alto di quello imposto dalla legge. Per evitare strumentalizzazioni e tensioni abbiamo semplicemente deciso di corrispondere a tutti gli azionisti della Bnl che aderiranno all’offerta lo stesso prezzo pagato per il passaggio delle quote dagli immobiliaristi del "contropatto" a quelli che riteniamo rimarranno soci stabili del gruppo. In pratica abbiamo applicato in anticipo le nuove norme dell’Opa europea ma di questo, per la verità, ci siamo accorti dopo. La nostra intenzione iniziale è stata quella di porre tutti gli azionisti, grandi e piccoli, sullo stesso piano la prima volta, in Italia, che un assicuratore si propone di divenire proprietario di una grande banca. Come cambierà la bancassurance? Vorrei prima di tutto sgombrare il campo da un possibile equivoco. La banca e l’assicurazione sono attività distinte e che pertanto continueranno ad avere modelli gestionali del tutto autonomi. La novità del nostro approccio è che immaginiamo le possibili sinergie dei due mondi direttamente al livello della rete distributiva, degli sportelli e delle agenzie. Vi saranno due luoghi contigui nei quali sarà disponibile un servizio completo per i nostri clienti. una struttura che riteniamo possa creare un ambiente stimolante e promuovere la qualità oltrechè generare consistenti ricavi aggiuntivi. In che modo? voi avete stimato possibili sinergie per 500 milioni, da dove verranno? Condividere un’unica clientela offre opportunità straordinarie. I 6,3 milioni di clienti Unipol verranno a contatto con i servizi bancari e finanziari che Bnl mette a disposizione e lo stesso avverrà per i 3 milioni di clienti della Banca che potranno utilizzare l’Unipol per soddisfare le loro esigenze assicurative. In questo modo quello che gli esperti del marketing chiamano il costo del contatto si abbassa moltissimo. E poi vi sono, naturalmente, sinergie da costo. un modello, quello che ci ripromettiamo di realizzare con la Bnl, già sperimentato con successo con Unipol banca. Eppure gli utili che riuscite a conseguire dalla vostra unità bancaria non sembrano stratosferici. Occorre leggere le cifre. chiaro che per sostenere lo sviluppo abbiamo fatto in questi anni molti investimenti. Senza considerare quegli ammortamenti la nostra unità bancaria genera ogni anno utili netti per 50 milioni. Dove si svilupperà la bancassurance nel futuro? Oltre al comparto vita vi sono grandi potenzialità nel comparto danni. Il nuovo aggregato disporrà di un’efficiente struttura di liquidazione dei sinistri la cui mancanza ha finora frenato molti progetti di vendita di polizze danni allo sportello. Noi non avremo questo vincolo. A chi vi siete ispirati. In questi giorni si è parlato molto di una traduzione italiana del modello dell’olandese Ing. In effetti è una società che abbiamo molto studiato in questi anni, soprattutto per la combinazione di attività bancarie ed assicurative che è riuscita a realizzare in Olanda, dove detiene una quota dell’8% del mercato assicurativo danni ed il 20% di quello vita con una raccolta complessiva di 6,2 miliardi di euro. Ma vorrei ricordare anche il caso della Sns di Utrecht e soprattutto della Cis di Manchester. Quest’ultima, guardacaso, nasce dal mondo delle cooperative. Possiede una banca (circa il doppio della nostra Unipol banca) ed un’assicurazione. C’è chi vi rimprovera di spendere troppo. Assolutamente no. In fondo, oltre al prestito subordinato ed alla alienazione di alcuni cespiti, proponiamo al mercato un aumento di capitale di 1,65 miliardi di euro. Il resto, 850 milioni, sarà di spettanza del socio di maggioranza Finsoe. Certo con un simile investimento il Roe, inizialmente, non potrà che diminuire rispetto al nostro piano triennale originario ma riteniamo ragionevole che alla fine del triennio il ritorno sarà superiore alle nostre stime ante-acquisizione. E questo a dispetto anche di tutti i critici improvvisati delle ultime settimane. Quali critiche vi hanno maggiormente ferito? Sono state quelle arbitrarie di quanti giudicavano per partito preso, mettendo in discussione un management che in questi anni ha ben operato nell’interesse dell’azienda. Unipol è un caso eclatante di successo. Eravamo piccoli ed ora siamo al terzo posto della classifica italiana delle assicurazioni. Rispettiamo i giudizi di tutti, anche quelli più critici ma le strumentalizzazioni non ci piacciono. Come ad esempio quelle di coloro che negano addirittura il diritto del mondo della cooperazione di poter assumere un ruolo protagonista nella finanza. Ma chi l’ha detto? E i politici? Unipol, per storia e tradizioni culturali è vicina al mondo del lavoro e dei partiti di sinistra. Questo non aumenta, più che diminuire, possibili interferenze? Guardi voglio essere chiaro. In tutte queste settimane non ho visto da parte del Governo nessun comportamento ostruzionistico, nessun atteggiamento ostile. Vi sono state invece, da parte di alcuni esponenti del centrosinistra, prese di distanza e riserve. Critiche che francamente non ho capito. Nelle prossime settimane la parola andrà agli analisti, agli investitori. Finora sono piuttosto perplessi. Noi siamo convinti di pagare un prezzo equo per un’opportunità che, ripeto, accelererà notevolmente il nostro cammino di crescita. Certo, in tutte le operazioni è importante veder chi le fa e con che missione. Noi per storia siamo abituati a ragionare sui tempi lunghi. La redditività anche immediata di un investimento è ovviamente importante ma riteniamo che la validità di un simile impegno vada misurata in un arco temporale sufficientemente ampio. Certo le difficoltà non mancano, e non mancheranno. Ma siamo convinti di farcela. Riccardo Sabbatini