Il Sole 24 Ore 20/07/2005, pag.1-3 Marco Onado, 20 luglio 2005
Credito, italianità e vittorie di Pirro. Il Sole 24 Ore 20 luglio 2005. Un organismo a cui compete l’alta vigilanza in materia creditizia e che si riunisce una volta l’anno dovrebbe fare un bilancio completo dei risultati ottenuti e delle tendenze a medio termine
Credito, italianità e vittorie di Pirro. Il Sole 24 Ore 20 luglio 2005. Un organismo a cui compete l’alta vigilanza in materia creditizia e che si riunisce una volta l’anno dovrebbe fare un bilancio completo dei risultati ottenuti e delle tendenze a medio termine. Non sappiamo se il Cicr di ieri si proponeva questo obiettivo, né se vi sia stata discussione sul punto, perché i comunicati ufficiali non ci forniscono lumi e si limitano ad affermazioni rituali. Questo è un primo problema, perché al di là dei risultati delle Opa in corso, il mercato dovrà prima o poi essere informato sulle linee cui si ispirerà la politica delle autorità creditizie in materia di controllo delle banche. L’altra questione aperta è che cosa si sono detti i partecipanti alla riunione sul tema dell’italianità. Se hanno accolto l’ormai quasi certo successo di Bpi e Unipol con soddisfazione, più o meno abilmente nascosta per non irritare Bruxelles, non hanno probabilmente pensato al fatto che stravincere una battaglia può portare a perdere la guerra. Il problema non è qui rappresentato dalle incertezze, pur pesanti come macigni, sui piani industriali proposti dai probabili vincitori o sulla solidità finanziaria degli acquirenti. Il problema è che l’esito di queste due vicende non può non indurre le altre banche straniere presenti nell’azionariato di quelle italiane a rivedere completamente le proprie strategie. Che senso ha impegnare capitali in partecipazioni che abbassano la redditività complessiva (è il caso sia di AntonVeneta per Abn sia di Bnl per Bbva) quando è chiaro che si sarà impallinati da qualche cordata più o meno benedetta (sono incluse le benedizioni laiche di autorevoli esponenti della sinistra) non appena si cercherà di comandare davvero? Che senso ha, soprattutto, partecipare a un patto di sindacato se poi è chiaro che chi lancia l’Opa dal suo interno rischia di combattere con una mano (e forse due) legate dietro la schiena? Prima di esultare come allo stadio, i fan dell’italianità dovrebbero interrogarsi sulle conseguenze probabili per gli equilibri azionari di banche tra cui Capitalia e Sanpaolo, tanto per citare i due casi più rilevanti, con l’aggravante per la prima che la banca estera coinvolta è proprio Abn. Ironia vuole che le banche straniere vengono di fatto disincentivate a uscire dal capitale delle nostre istituzioni, ma dall’altro entrano in massa a fornire crediti ai vincitori delle due Opa. Il risultato è che esse saranno in grado di condizionare i destini delle due banche-target molto di più (in modo molto meno percepibile dall’esterno) di quanto sarebbe successo se Abn e Bbva avessero acquisito la maggioranza del capitale. E condizioneranno pesantemente anche i vincitori. Due stranieri vengono cacciati dalla porta come azionisti e altri vengono fatti rientrare a frotte dalla finestra come creditori. Insomma, la classica vittoria di Pirro. Qualcuno spieghi alle nostre semplici menti perché dovremmo considerare questo come un risultato migliore per il sistema Paese. Marco Onado