Stefano Montefiori, ཿCorriere della Sera 21/7/2005;, 21 luglio 2005
In California litigano per decidere quale sia la ”Surf City Usa”, marchio che potrebbe valere parecchi milioni di dollari
In California litigano per decidere quale sia la ”Surf City Usa”, marchio che potrebbe valere parecchi milioni di dollari. Il surf è un’invenzione hawaiana dovuta, secondo la leggenda, al grande Ngaru (l’eroe «Onda» della mitologia polinesiana) che sfuggì a Tumuitearetoka, feroce re degli squali, cavalcando le onde su una tavola di legno. Gli abitanti dell’isola di Oahu lo praticano dal quindicesimo secolo, poi la tavola si è diffusa in Australia e in America (e dopo ancora in Europa). La scorsa settimana il consiglio comunale di Huntington Beach ha annunciato una campagna mondiale per diventare «la città del surf», almeno nella sua versione moderna. Registrato il marchio all’ufficio brevetti, hanno preso ad attaccarlo su tavole, magliette, biciclette, palloni, maschere, pinne ecc. Mike Rotkin, sindaco di Santa Cruz: «Siamo arrabbiati e sorpresi. Siamo noi ad avere molti più diritti di definirci la città del surf, non ce ne staremo qui a vedere la nostra tradizione rubata da quella banda di surfisti imbranati» (le acque di Huntington sarebbero più calde e più facili). Huntington Beach, che già vanta il museo internazionale del surf, la Surfing Hall of Fame, negozi all’avanguardia per moda e attrezzatura come Jack’s Surfboards e Hss, l’industria di abbigliamento Quiksilver e – soprattutto – la presenza in città di Dean Torrence, il cantante che negli Anni Sessanta portò al successo assieme a Brian Wilson dei Beach Boys la canzone Surf City, resta convinta delle sue ragioni. Il sindaco Jill Hardy: «Noi ospitiamo ogni anno a luglio lo Us Open, il più grande campionato di surf del mondo». Harry Mayo, 81 anni, leggendario fondatore del Santa Cruz Surfing Club: «Siamo noi ad avere portato il surf in California e in America. Ho cominciato da ragazzino a costruirmi la tavola con i miei amici. Era il 1936, e a Huntington neppure sospettavano si potesse scivolare sul mare. Lo fanno solo per i soldi, c’è più surf in una nostra onda che in tutta la loro dannata spiaggia». Il 3 settembre partirà il negoziato con un incontro tra gli amministratori di Huntington Beach e Santa Cruz, Malibu e San Diego sono pronte ad allargare il numero dei contendenti. Chris Mauro, direttore di ”Surfer Magazine”: «Il modo migliore di risolvere la questione è in mare. Voglio vedere i loro campioni incerare le tavole e sfidarsi: il titolo di ”città del surf” vada a chi vince sulle onde».