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 2005  luglio 21 Giovedì calendario

Roberts JohnGloverJr

• Nato a Buffalo (Stati Uniti) il 27 gennaio 1955. Giudice. Della Corte Suprema. Nominato nel luglio 2005 da George W. Bush in sostituzione di Sandra Day O’Connor, non si era ancora insediato che fu fatto presidente (nel settembre 2005, dopo la morte di William Rehnquist). «Promosso direttamente da ultima matricola a capo della Corte Suprema americana. Straordinaria la carriera di John Roberts [...] aveva cominciato la carriera come assistente di Rehnquist [...] Poco prima di essere scelto come successore della O’Connor, dallo scranno della Corte d’Appello di Washington aveva dato una vittoria importante a Bush, dichiarando regolari i processi militari contro i detenuti di Guantanamo. [...]» (Paolo Mastrolilli, ”La Stampa” 6/9/2005). «[...] è un personaggio enigmatico, ancora tutto da decifrare. Giudice da soli due anni nel District of Columbia Us Circuit Court of Appeals - la corte d’appello della capitale americana considerata seconda come importanza solo alla Corte Suprema - non si è mai messo in evidenza per sentenze od opinioni rilevanti. Se non ci sono dubbi sulle sue posizioni politiche - è un conservatore convinto - resta ancora da capire quali saranno le sue scelte sui delicati temi sociali, in primo luogo l’aborto, che dividono l’America. Se per Bush [...] ”ha le qualità che gli americani si aspettano da un giudice, esperienza, saggezza, senso di giustizia e civiltà”, chi ha accolto la sua nomina con evidente malumore - come le organizzazioni per i diritti civili - si è subito affrettato a ricordare come la sua unica presa di posizione importante in due anni sia stata proprio relativa all’aborto; nel 1991, quando lavorava nella Casa Bianca di Bush padre come deputy solicitor general, inviò alla Corte Suprema un appunto dove, ”a nome del presidente”, sosteneva: ”Noi continuiamo a credere che Roe v. Wade (la sentenza che liberalizzò il 22 gennaio 1973 l’aborto in America, ndr) è stata decisa in modo sbagliato e che deve essere rovesciata”. Ma nel 2003, durante la procedura di conferma in Senato per la nomina alla corte d’appello Roberts aveva invece sostenuto che, pur essendo ”personalmente contro l’aborto”, riteneva Roe contro Wade ”la legge del Paese”. A Washington John Roberts jr. è considerato un insider, un uomo che conosce profondamente i delicati meccanismi della capitale e che sa muoversi a proprio agio nel crinale che separa, sempre più sottilmente, la politica dalla giustizia. Prima di essere nominato alla corte d’appello [...] ha lavorato per anni in uno dei più prestigiosi studi legali di Washington, Hogan & Hartson. Brillante studente, sempre ai primi posti nelle sue classi, si è laureato in soli tre anni ad Harvard dove in seguito ha frequentato - con altrettanto successo - la law school, la più importante scuola di specializzazione in legge degli Stati Uniti insieme a quella di Stanford (con cui divide anche il primato degli ex alunni finiti alla Corte Suprema). A far pendere definitivamente la bilancia dalla parte di Roberts sono stati però - si mormora nei circoli di Capitol Hill - gli anni trascorsi alla Casa Bianca, con Ronald Reagan e con George Bush senior, il suo apprezzato lavoro al ministero della Giustizia e la sua diretta esperienza proprio alla Corte Suprema, prima come assistente legale dell’attuale chief justice William Rehnquist e poi come avvocato privato che si è trovato per ben trentanove volte ad argomentare con quelli che nel prossimo futuro saranno i suoi nuovi colleghi di lavoro. Se all’ala destra dello schieramento repubblicano piace ricordare come Roberts abbia lavorato anche a fianco di Kenneth Starr, il procuratore speciale che indagò su Bill Clinton per il caso Lewinsky, i suoi critici gli rinfacciano il caso della ragazzina di 12 anni arrestata dalla polizia nella metropolitana di Washington per avere mangiato una patatina fritta - ”nessuno è felice di quanto successo, ma la polizia non ha violato i diritti della ragazza garantiti dal quarto emendamento della Costituzione”, scrisse in una sentenza che fece discutere - e gli oppositori della Casa Bianca sottolineano come [...] Roberts sia stato uno dei tre giudici a sentenziare (all’unanimità) che l’amministrazione Bush ha il diritto di processare per crimini di guerra i sospetti terroristi detenuti nella base di Guantanamo. Sentenza che ha ribaltato quella di un giudice di una corte minore secondo cui questo violerebbe la Costituzione americana e le leggi internazionali. Bush è apparso tranquillo, convinto di avere fatto la scelta giusta: ”Nominare un giudice della Corte Suprema è una delle più importanti decisioni che un presidente americano può prendere, la persona prescelta deve avere ottime credenziali ed essere integerrimo, deve applicare fedelmente la Costituzione e mantenere la promessa dei nostri padri fondatori che ci sia una giustizia uguale per tutti. Il giudice Roberts è questo tipo di persona. Ha dedicato la sua intera vita professionale alla causa della giustizia, è ammirato per il suo intelletto, il suo giudizio equilibrato e la sua onestà personale”. [...]» (Alberto Flores D’Arcais, ”la Repubblica” 21/7/2005).