Varie, 19 luglio 2005
SNOOP DOGG
(Calvin Broadus) Long Beach (Stati Uniti) 20 ottobre 1972. Rapper • «[...] capofila della seconda generazione dei gansta-rapper [...] i suoi [...] album, prodotti da Dr. Dre, tutti premiati con dischi di platino, per non parlare dei video, hanno codificato nell’immaginario hip hop, il famigerato ”Doggystyle”: il ruolo dello sfruttatore di donne, contornato di ragazze supersexy e gansta arrapati che, tra un canna di marijuana e l’altra, se la spassano ammucchiandosi senza sosta. [...] profeta del ”pimp lifestyle”, lo stereotipo del macho extra-large, tipico dei papponi del ghetto da lui riproposto con ironia in musica e in video [...] I versi scanditi con incredibile maestria ritmica mettono a nudo l’anima di un impenitente ”bad boy”: ”Ebbene sì, sono un gangsta, ma sai che ho fatto quel che ho fatto per farmi rispettare: ora guido le mie automobili modificate, indosso i miei vestiti... sono un vero boss, Big Snoop Dogg, e sono anche molto in gamba sia quando appaio in tv che sui giornali”. Una tale smargiassa autostima degna di un Ego taglia extra-large è tipica dello stile hip hop. Ma in effetti, per Snoop, la musica non è tutto. Da anni i suoi affari e il suo marchio spaziano in molte e differenziate attività: dalle calzature sportive all’abbigliamento, dai telefoni cellulari a una ditta di giocattoli. [...] l’ex protetto di Dr. Dre ha dovuto chiedere aiuto a una società di managment consulting, la Firm di Los Angeles, per tener dietro a tutti i suoi business. [...] dopo più di due lustri ai vertici delle classifiche hip hop, ciò che Calvin Broadus (il suo vero nome) sembra desiderare di più è sfondare nel cinema. Attore Snoop lo è stato già diverse volte e con discreto successo. E del resto una faccia come la sua non si scorda facilmente. ”Mi piacerebbe diventare il Tom Cruise nero”, ripete spesso. [...] Essere stato per anni il portabandiera del gangsta-rap non gli ha certo facilitato la strada nell’ambiente bigotto e conformista di Hollywood. ”I produttori non sanno cosa aspettarsi”, ha spiegato Snoop: ”Ma adesso si sono resi conto che sono un tipo normalissimo. Che non me ne vado in giro per la città come un gansta, a schiaffeggiare la gente”. Per la serie ”non sono cattivo ma mi disegno così”, Snoop continua: ”Sono atteggiamenti richiesti dal mio personaggio, ma io non sono un criminale vizioso. Lo stesso dicasi per l’immagine del ”pimp’. Essere uno sfruttatore di donne, fare la vita di quei pappa imbrillantinati che si incontrano nei ghetti è una fantasia che ho avuto fin da ragazzino. Ho semplicemente vissuto quel sogno e l’ho tradotto nel mio lavoro di musicista e di regista”. La faccenda del porno hip hop adesso sembra imbarazzarlo. Da qualche anno queste produzioni video a base di sesso spinto e musica rap costituiscono un filone milionario in cui si sono lanciate molte star dell’hip hop. ”Ho girato quella roba per divertimento, ma a mia moglie non piacciono. Ecco perché non intendo più scherzare col fuoco”. E ancora: ”Le puttane, il denaro facile, le auto truccate, le pistole, le catene d’oro: tutto questo fa parte di un codice di rispetto legato al passato. Ora ho capito che le cose importanti sono altre: mia moglie, mio figlio, la famiglia. E rimettere assieme i pezzi della mia vita. Il successo dà alla testa, man!”» (Alberto Dentice, ”L’Espresso” 21/7/2005) • «’La gente mi ama perché nella mia vita realtà e finzione si fondono. Il pubblico ama la mia musica perché racconto storie vere. [...]” [...] Snoop Dog: uno dei re dell’hip hop contemporaneo, con alle spalle milioni di copie vendute dei suoi dischi, una fedina penale da brividi, un passato che sembra un film sulle gang delle metropoli americane e un presente da superstar coccolata da Hollywood e dagli show tv in prime time. [...] Snoop è il soprannome inventato dalla madre perché ”le ricordavo Snoopy, il cane dei Peanuts. inutile nasconderlo: sono stato in prigione perché ho commesso dei reati. Ma sono anche stato assolto dall’accusa più grave (era accusato di aver guidato la macchina dalla quale la sua guardia del corpo ha sparato i colpi che hanno ucciso il membro di una gang rivale, ndr). I miei conti con la giustizia li ho saldati tutti. Quando nasci dove sono cresciuto io l’unica realtà che conosci è la gang. In quella situazione è facile commettere errori. Io ne ho fatti tanti. Ora penso di avere il diritto di liberarmi da questa storia del gangster anche perché credo di poter fare qualcosa per i giovani che mi considerano il loro idolo. Però dobbiamo finirla con le polemiche e le faide: sulla costa Ovest siamo rimasti solo io, Dr Dre e The Game mentre è la scena del Sud a dettare legge sull’hip hop”. Snoop Dog parla con la voce tranquilla di un leader al quale è lecito chiedere quale sia l’atteggiamento delle nuove generazioni dei ghetti neri d’America di fronte alla Guerra al Terrore di Bush e alle bombe dei fondamentalisti islamici nelle città europee. ”Dopo l’11 settembre tutto è cambiato ma per i ragazzi dei ghetti è ancora difficile riuscire a credere a quello che raccontano i media. Ecco perché s’identificano con il rap: un vero rapper non fa propaganda”. [...] il debutto come pupillo di Dr. Dre (che ha prodotto Doggystyle), le collaborazioni con Warren G. (amico d’infanzia), 2Pac Shakur, R. Kelly, le sortite nel rock con Beck e Marilyn Manson e i primi episodi da produttore [...] E il cinema? Il rapper che somiglia a Snoopy ha già un curriculum che vanta, tra gli altri, due film di John Singleton (Baby Boy e Boyz N the hood), Training Day con Denzel Washington e il remake di Starsky & Hutch con Ben Stiller e Owen Wilson. Senza contare i sempre fitti impegni in tv. ”Chi si è formato alla scuola del rap è abituato a offrire al pubblico qualcosa di più di una performance vocale. Non puoi essere un rapper se non sai essere un personaggio”» (Paolo Biamonte, ”la Repubblica” 16/7/2005).