Corriere della Sera 14/07/2005, pag.23 Rocco Cotroneo, 14 luglio 2005
Il palazzo che gira Stanze con vista a 360 nella città dell’ecologia. Corriere della Sera 14/07/2005
Il palazzo che gira Stanze con vista a 360 nella città dell’ecologia. Corriere della Sera 14/07/2005. Rio De Janeiro. Non c’ è l’ oceano e nemmeno una rigogliosa foresta tropicale su cui affacciarsi. Ma l’ idea di svegliarsi una mattina guardando una selva di grattacieli biancolatte e il giorno dopo una schiera di villette di una pacifica e un po’ noiosa città di provincia ha comunque acceso l’ immaginazione di una decina di famiglie, i neoinquilini del condominio Suite Vollard. La città è Curitiba, Brasile del Sud, e da qualche mese può fregiarsi di una soluzione abitativa unica al mondo, il palazzo che gira. "Se la Terra ruota attorno al Sole, perché mai un appartamento non può ruotare attorno alla sua città?" insinuava la pubblicità del progetto, cinque anni fa. Già, perché? E’ sufficiente, spiegava l’ architetto Bruno de Franco, tenere come perno centrale un paio di locali tipo il bagno e la cucina, dove ci sono troppi tubi, fili e scarichi ( e poi chi se ne importa della vista in bagno), mentre le stanze che contano possono ruotare e mutare posizione sulla città, a piacere degli inquilini. Come i molti ristoranti girevoli sparsi per la Terra e già ampiamente passati di moda dopo le prime emozioni. Finito sulle riviste di architettura di mezzo mondo e in centinaia di siti Internet, il palazzo che gira è stato finalmente inaugurato alla fine dello scorso anno. Immaginiamo una pila di cd accatastati su un tubo. Ognuno può ruotare di 360 gradi per conto suo, sia in senso orario che antiorario. Con un semplice telecomando - il più ambito in famiglia, almeno per i primi tempi - si può decidere che la sala oggi guarderà verso il tramonto, mentre domani toccherà alla stanza da letto. A Curitiba, passata la curiosità iniziale dei freddi e pragmatici abitanti, il Suite Vollard è diventato meta solo dei pochi turisti di passaggio. Qualcuno insinua che il sistema e i motori sottostanti funzionino a singhiozzo e che i 300 mila dollari spesi per ognuno degli 11 appartamenti da 287 metri quadrati non abbiano passato la prova dello sfizio. Però Curitiba è pur sempre Brasile, il Paese dei contrasti e degli eccessi, dei ricchi pronti a tutto per ostentazione e anche degli architetti audaci. Quando Oscar Niemeyer negli anni Sessanta piegò il cemento pensando alle montagne e alle curve femminili di Copacabana, le critiche non mancarono. Ora, anche se Bruno de Franco non dovesse passare alla storia, al Brasile resterà un altro monumento ai sogni e al mito del Paese del futuro. Persino in una città austera, che finora non ha mostrato troppo interesse per gli occhi puntati da fuori su alcune sue caratteristiche marcanti. E’ un Brasile senza spiaggia e Carnevale, bianco e biondo, dove può fare molto freddo e la temperatura, senza riscaldamenti nelle case, diventa il primo argomento di conversazione. A Curitiba, due milioni di abitanti a metà strada tra Rio de Janeiro e l’ Argentina, la distanza evidente dal languore tropicale è un punto di orgoglio. Sia che lo spingano i furbi politici locali, che qualche anno fa si sono inventati per la città l’ appellativo di "capitale ecologica" del Brasile, sia che lo dimostri una semplice passeggiata tra i parchi e i palazzi del centro, dove si incontrano profili di rubizze contadine venete e polacche piuttosto che sinuose mulatte. Se un abitante di Rio o Bahia non si trasferirebbe qui nemmeno sotto tortura, gli stranieri capitati quaggiù si trovano bene. Centinaia di manager europei e americani hanno seguito le nuove fabbriche delle multinazionali dell’ auto che si sono installate nel Paranà per sfuggire al caos delle periferie di San Paolo e dei suoi 20 milioni di abitanti. Nella storia, Curitiba è una città fatta di emigranti, tedeschi, italiani del Nord e polacchi, appunto. I nostri discendenti protestano perché al consolato locale la fila per ottenere il passaporto ha raggiunto i 24 anni di attesa. Ma l’ Italia ha inondato con i cognomi la guida del telefono e la lista dei ristoranti. Madalosso, nel quartiere di Santa Felicidade, ha regalato a Curitiba un altro posto nel Guinness: è un ristorante popolare da 4.640 posti a sedere, cinque parcheggi da stadio e si mangia ( piuttosto sommariamente) per il corrispettivo di cinque euro a persona. Curitiba ha trasporti pubblici efficienti, una rete di strade ordinate e le favelas non si vedono, anche se ci sono. Oggi i suoi abitanti sono orgogliosi per i metri quadrati di verde pro capite, assai meno per gli indici di violenza. Fino a qualche anno fa questo era un paradiso per gli standard brasiliani, oggi non più. Le automobili scorrono ordinate sulle strade senza impiantarsi nel traffico per ore, ma hanno rigorosamente i vetri scuri come deterrente per gli assalti ai semafori. I quartieri chic, come quello del palazzo che gira, sono sorvegliati da eserciti di poliziotti privati. Si chiama Ecoville, questa zona, e nel nome c’ è tutto il desiderio di far parte del Primo mondo, anche a 25 gradi di latitudine Sud. Rocco Cotroneo