Varie, 19 luglio 2005
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Manetti Marco
• Roma 15 gennaio 1968. Regista. In coppia col fratello Antonio (Manetti Bros). «“Tre ore con i fratelli Manetti è come un’intensiva con Lee Strasberg”. Sintetico e preciso, il giudizio è di Valerio Mastandrea, che per loro è sempre disponibile, anche per brevi apparizioni [...] Perché i Manetti Bros - nessuna somiglianza fisica, classe 1968, barbuto, robusto ed espansivo Marco, due anni di meno, più magro e riservato Antonio - i mestieri del cinema li conoscono tutti, li hanno assimilati facendo decine di video musicali (di tutto, da Assalti Frontali a Mariella Nava, da Alex Britti a Gigi D´Alessio), corti, regie tv, documentari. [...] “Da bambini era il nostro gioco preferito, una mania, uno recitava l’altro lo riprendeva, erano cose orrende ma la famiglia era costretta ad assistere e applaudire. Oggi ci sono tecnologie fantastiche, quelle che usano tutti i ragazzini. [...]” [...] Dire Manetti Bros è dire registi di culto [...] “Molti di quelli che vivono nel nostro mito non hanno visto niente delle nostre cose. Quanto al cult, è una bella cosa, ma preferiremmo uscire dalla nicchia, magari diventare popolari come registi di genere. Se c’è un modello che ci piace è Rodriguez, che continua a fare film a basso costo e anche lui conosce tutti i mestieri del cinema. Dieci anni di video musicali sono stati una grande scuola, non solo per cercare la sintesi nel racconto, ma perché sul set di un video devi fare di tutto, dal trovarobe al trucco alle luci”. Quando è arrivata la prima popolarità? “Forse con i video del Piotta, il Supercafone, almeno in un certo ambiente. Nel cinema abbiamo avuto buone critiche con il primo film De-generazione che fu premiato dal pubblico a Cattolica, ma a farci conoscere di più è stato Zora la vampira [...] L’esperienza di Zora è stata molto utile, ci ha fatto capire che dobbiamo essere fedeli a noi stessi, raccontare le nostre storie, l’unico modo è farle da soli” [...]» (Maria Pia Fusco, “la Repubblica” 19/7/2005).