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 2005  luglio 19 Martedì calendario

Oates Joyce

• Carol Lockport (Stati Uniti) 16 giugno 1938. Scrittrice • «[...] nata e cresciuta in una fattoria dalle parti delle cascate Niagara, ha visto da vicino la vita della provincia americana profonda, e la racconta così come scorre nella realtà. Compreso l’adorato padre, ad esempio, che da ragazzina la portava a guardare i match di pugilato, perché erano l’unica forma di intrattenimento disponibile nella zona. [...] si considera una testimone: ”Non puoi conoscere la forza senza esplorare con franchezza la sofferenza, la sventura e la violenza. Può darsi che attraverso la scrittura abbia esorcizzato alcune delle mie paure. Ma questa è la ragione per cui la gente si identifica: io sono un medium, attraverso cui qualcosa viene trasmesso”. Siccome la violenza è una componente forte e quotidiana della società americana, il medium che voglia apparire onesto ai suoi lettori deve raccontarla, con tutta la normalità in cui si manifesta. ”Gli Stati Uniti sono molto differenti dalle nazioni europee, per la partecipazione religiosa che impregna il sogno americano e per la diversa contaminazione storica. Noi abbiamo avuto la Guerra Civile, che è stata terribile, ma non è paragonabile alla devastazione della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Siamo differenti perché abbiamo ancora questa capacità di essere idealisti, ma nello stesso tempo siamo molto pragmatici. Siamo una nazione assai fisica, con livelli di criminalità inconcepibili per gli europei. Ogni persona in questo paese ha un’arma, e ciò agli altri sembra incomprensibile, perché dà l’impressione che viviamo ancora nel West selvaggio”. La violenza finisce per dilagare ovunque, anche nelle scuole, che sono state teatro di attacchi da guerriglia metropolitana, come la Columbine High School del Colorado. Pure di questo ha scritto la Oates. ”Episodi del genere erano prevedibili. Ci sono state sparatorie nelle nostre scuole, e temo che ce ne saranno altre, anche se spero di non vedere più tragedie delle proporzioni di quella avvenuta in Colorado. Le emozioni degli adolescenti sono sempre state instabili, ma ora i giovani vengono catapultati molto di più nella vita adulta, senza essere pronti sul piano emotivo. Un tempo la tensione si sfogava a pugni, adesso prendono in mano la pistola”. Tutto torna, perciò, nella mente di una scrittrice che ha detto di essere ”attirata dal fallimento”, e dallo sforzo quotidiano di evitarlo, come quando si cammina in bilico sopra un precipizio. ”La mente umana può sopportare la realtà fino ad un certo punto, perciò spesso ci troviamo a vivere in uno stato di amnesia e negazione delle nostre esperienze”. Lei invece le vede, le osserva, le sente, e perciò le sembra strano che qualcuno le chieda come mai sia così interessata alla violenza: ”Di cosa dovrei scrivere, altrimenti? li, nella vita di tutti i giorni”. Nata nel 1938 a Lockport, Joyce Carol Oates è cresciuta nella fattoria dei suoi genitori in una zona rurale dello stato di New York. Ha frequentato la Syracuse University e la University of Wisconsin, dove ha conosciuto Raymond Smith, che poi ha sposato. Si è poi trasferita a Detroit e quindi in Ontario, Canada. Dal 1977 insegna nel dipartimento di Scrittura Creativa all’Università di Princeton. tra le voci più insolite e raffinate della letteratura contemporanea di lingua inglese. Tra i suoi libri tradotti in italiano: Sulla boxe, Marya, Figli randagi, Notturno, Zombie, Blonde, Nel buio dell’America, Bestie, Mike Tyson. Tra i volumi più recenti, pubblicati da Mondadori, ci sono L’età di mezzo, uscito nel 2003, saga dell’America benestante, all’esordio del xxi secolo, e Un giorno ti porterò laggiù uscito nel 2004, autoritratto intimo e spietato di una giovane studentessa senza nome che, per quanto dotata di un’intelligenza assai acuta, ha una disastrosa inclinazione per l’ossessione. ”Anelia” (nome fittizio che la protagonista assume in diverse occasioni) ricorda i suoi primi anni alla Syracuse University. La sua storia è un terribile intreccio di alienazione e disperazione. La Oates ha anche scritto diversi libri, la maggior parte romanzi, sotto lo pseudonimo di Rosamond Smith e Lauren Kelly» (’La Stampa” 11/7/2005).