19 luglio 2005
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Locati Luigi
• Nato a Vincaglio (Novara) il 23 luglio 1928, morto a Isiolo (Kenya) il 14 luglio 2005 (assassinato). Vescovo. «Chi ha mai sentito parlare di Loparua, Kibiru, Athir? Capanne di sterco e lamiera persi nel Kenia nord-orientale, villaggi invisibili lungo un immaginario safari della povertà e della speranza. Monsignor Luigi Locati [...] ucciso da ignoti a colpi di arma da fuoco mentre rincasava, quei posti li conosceva bene. Erano la sua periferia, il suo safari, le capanne nei dintorni di Isiolo, la città di cui era stato nominato vicario apostolico nel ’96, la missione in cui decine di volontari italiani hanno lavorato (e fatto le ferie) per migliorare le condizioni di vita degli abitanti. [...] Gli hanno sparato mentre rientrava a casa dal centro pastorale dove aveva cenato. spirato poco dopo i primi soccorsi. Era un keniano di adozione, monsignor Locati. [...] era stato ordinato sacerdote nel ’52 e consacrato vescovo nel ’96. Un keniano per caso. Ci era andato come sacerdote diocesano ”fidei donum” - missionario pro tempore - dall’arcidiocesi di Vercelli. Dalle risaie alle colline africane. Aveva deciso di restare. Una voce forte che non aveva paura. Negli anni passati si era battuto contro i conflitti tribali. In particolare si era schierato in difesa dell’etnia Turkana, gli ultimi tra gli ultimi, osando ”sfidare” anche il governo centrale del vecchio presidente-padrone del Kenia, Arap Moi. Questo deve avergli procurato qualche nemico. Era stato minacciato [...] avrebbe lasciato a breve l’arcidiocesi di Isiolo. Se in passato era stato scomodo per qualcuno, l’anziano missionario stava per fare un passo indietro. Un successore stava per prendere il suo posto. L’assassino, i mandanti, hanno atteso questo momento per la loro vendetta? L’uccisione di Locati non sembra legata agli scontri tribali che stanno incendiando la zona più settentrionale del Kenia al confine con l’Etiopia. Certo anche Isiolo è terra di frontiera. Una missione al limite del territorio controllato dalle forze governative, a ridosso di un’ampia regione esposta alle razzie di predoni e ai conflitti etnici. Gli stessi Turkana, nomadi costretti a spostarsi di continuo, sono spesso ”in guerra” con i Sambutru e i Pokot. Guerra dell’acqua e dei pascoli, come al nord. Monsignor Luigi, il difensore dei Turkana, ha pagato con la vita il suo coraggio?» (M. Fa., ”Corriere della Sera” 15/7/2005).