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 2005  luglio 12 Martedì calendario

L’addetta alle pulizie e la negoziante: prime vittime Londra. Corriere della Sera 12/07/2005. Susan Levy è uscita di casa alle sette e mezzo in compagnia del secondo figlio Jamie

L’addetta alle pulizie e la negoziante: prime vittime Londra. Corriere della Sera 12/07/2005. Susan Levy è uscita di casa alle sette e mezzo in compagnia del secondo figlio Jamie. Il marito Harry, un taxista, si è alzato un’ora più tardi, perché il suo turno comincia alle nove. La famiglia Levy vive in una casa a Cuffley, cinquemila abitanti all’inizio dell’Hertfordshire , il giardino dei londinesi. Il primogenito Daniel ha un piccolo negozio in paese. A Finsbury Park, Jamie ha salutato sua madre. "Ci vediamo per cena". Lui ha proseguito a piedi. Susan è salita sul treno della Piccadilly line, la sua fermata era vicino a Knightsbridge, dove da ormai dieci anni lavorava in un negozio di abbigliamento. La signora Levy era abbonata al "Reader’s digest" , era una affezionata spettatrice di "Friends" , l’ultimo regalo che le hanno fatto i figli è la raccolta in dvd di tutti gli episodi della serie. Da marzo portava al collo un ciondolo che le aveva donato Harry per l’anniversario delle nozze. Ieri mattina nella casa di Cuffley è arrivata la telefonata degli psicologi. "Era una donna semplice e buona" , ha detto il marito. E’ morta dopo dieci ore di agonia al Royal London Hospital di Whitechapel. Sul referto c’è scritto: "ferite causate da una esplosione". Susan Levy, una signora di origine ebraica bionda e robusta, aveva da poco compiuto 53 anni. Contava di lavorare ancora qualche mese per poi godersi la campagna inglese. E’ la prima vittima ufficiale di questa strage. L’attesa e la speranza stanno per finire. Scotland Yard ha pronta una lista di 49 nomi "formalmente identificati". I corpi sono stati riconosciuti dai familiari o attraverso informazioni rinvenute sui loro vestiti. La polizia ha mandato i suoi psicologi a casa di 57 famiglie. Le persone scomparse tra un paio di giorni non saranno più tali, purtroppo. Gladys Wundowa era nata nel Ghana ed era arrivata in Inghilterra come baby sitter di un bambino gravemente malato, figlio di diplomatici libanesi. Nel 1989 aveva conosciuto la guardia giurata Emmanuel, che aveva sposato due anni dopo. Aveva appena finito il suo turno. Faceva le pulizie al London College, dalle 5 alle 8.50 del mattino, così da 14 anni. In genere tornava subito a Romford, nell’Essex e si dedicava ai suoi due figli, Azuma e Zakari, 16 e 14 anni. Ma tre volte alla settimana, si fermava a Londra dopo il lavoro per fare la volontaria alla Hackney Organisation, una associazione che aiuta gli immigrati africani a Londra. Giovedì era uno di quei giorni. Gladys Wundowa è stata la seconda della lista. Identificata in maniera ufficiale. "Era una vera cristiana, non ha mai avuto niente contro nessuno. Tutto quello che voleva nella vita era aiutare gli altri" , ha detto Emmanuel. Nel pomeriggio sono arrivate altre telefonate, a un ritmo sempre più sostenuto. Così è finita la speranza anche per il fidanzato di Neetu Jain, 37 anni. Nei giorni scorsi si aggirava davanti alla stazione di King’s Cross mostrando la foto della sua promessa sposa, che aveva lasciato la banchina della stazione di Euston dopo l’ordine di evacuazione. Al telefono aveva detto che tornava a casa perché si era spaventata. Poi ci aveva ripensato ed era salita anche lei sull’autobus numero 30. A Rosie Cowan lo hanno detto intorno a mezzogiorno, ma lei aveva già capito che Michael Matsuishita, la guida turistica americana con la quale conviveva da due anni, non sarebbe più tornato. Il posto è un bel palazzo vittoriano alla fine di City road. E’ il quartier generale della Honourable Artillery Company, uno dei più antichi corpi di polizia inglesi. Una enorme sala al pianterreno è diventata un improvvisato obitorio che raccoglie i resti di 52 vittime. Ieri sono state aperte e subito chiuse le prime sei inchieste sulla scomparsa di altrettante persone, condotte da una "Identification Commission" composta da un medico legale, un patologo e un odontotecnico. Dopo essere stati informati, i familiari devono comunque venire qui per il riconoscimento. Oggi ci saranno altre inchieste, e altre Marco Imarisio