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 2005  luglio 18 Lunedì calendario

Kasyanov Mikhail

• Solntsevo (Russia) 8 dicembre 1957. Politico • «Elegante, conosciuto, e non immune dal fascino della politica d’opposizione, Mikhail Kasyanov aveva tutti i numeri per entrare in conflitto con il Cremlino. Ci era già entrato [...] quando non aveva condiviso la linea del governo sul caso Yukos e non aveva appoggiato le direttive di politica economica ai tempi in cui era primo ministro. Destituito dall’incarico nel febbraio 2004, Kasyanov non mancava[...] di criticare il governo e dare il proprio sostegno agli oppositori di Putin. Fino [...] la procura generale di Mosca ha ufficializzato l’apertura di un’inchiesta nei suoi confronti: l’accusa è di frode, attività imprenditoriale illegale e abuso di ufficio. “Il pretesto per la sua incriminazione è insignificante - ha commentato la leader dei democratici Irina Khakamada - e il suo caso ricorda molto quello di Mikhail Khodorkovsky”. A formulare le accuse, prima del procuratore, è stato il deputato della Duma Alexandr Khinstein, ex giornalista famoso per le sue inchieste-scandalo e oggi iscritto al partito del presidente. Dalle colonne del popolare tabloid Moskovsky Komsomolez - con uno stile che ha ricordato a molti la “guerra dei Kompromat” dei primi anni ’90, quando ogni giorno i giornalisti offrivano in pasto al pubblico materiali avuti dai servizi segreti per bruciare la carriera di questo o quel politico - Khinstein ha rivelato come l’ex premier Kasyanov avrebbe acquistato due dacie di proprietà dello Stato in una zona esclusiva fuori Mosca a prezzi stracciati, violando la legge e approfittando del suo ruolo politico. “La più grande ha una superficie di 1.200 metri quadrati - si legge nell’articolo di Khinstein - e comprende palestra, sala hobby e una spiaggia privata sul fiume Moscova. L’altra è un po’ più piccola, 700 metri quadri. Entrambe sono appartenute a grandi figure della politica sovietica come il membro del Politburo e segretario all’ideologia Suslov o il segretario generale del Pcus Cernenko”. Attraverso un complesso gioco di società fittizie e con delle tecniche rocambolesche - come quella secondo cui per togliere di mezzo scomodi concorrenti l’annuncio di vendita sarebbe stato pubblicato su un giornale di cui poi Kasyanov avrebbe fatto comprare tutte le copie - l’ex premier avrebbe pagato le dacie 32 milioni di rubli, contro un valore di mercato stimato intorno agli 830 milioni di rubli (circa 25 milioni di euro). “Le accuse hanno chiaramente un movente politico - dice il leader del partito Yabloko Grigory Yavlinsky - ma in Russia chiunque abbia a che fare con la politica rischia di svegliarsi una mattina con l’annuncio di un’inchiesta penale appena aperta sul suo conto”. Le accuse della procura hanno ricordato all’opinione pubblica che Mikhail Kasyanov, prima ancora di essere l’uomo che [...] aveva confessato di pensare a una possibile candidatura per le presidenziali del 2008, era soprannominato “Misha 2 per cento” per l’ammontare delle tangenti che avrebbe preteso quando era alle dirette dipendenze del presidente Putin come capo dell’esecutivo. “È evidente che questa cosa puzza di politica - ha osservato il parlamentare liberale della Duma Vladimir Ryzhkov - ma credo che sia meglio, per Kasyanov, andare fino in fondo e mostrare di essere pulito davanti a un tribunale, piuttosto che lasciare che sul suo conto fioriscano voci e pettegolezzi” [...]» (Francesca Sforza, “La Stampa” 12/7/2005).