varie, 18 luglio 2005
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Blair Ian
• Chester (Gran Bretagna) 19 marzo 1953. Poliziotto. Capo di Scotland Yard. Sotto accusa dopo l’attentato terroristico del 7 luglio 2005. «[...] ”Smiling Ian” , il sorridente Ian. Così lo chiamano i tabloid, che lo amano poco. Il capo della polizia, l’uomo che deve prendere gli assassini del 7 luglio, l’uomo che ci mette la faccia, e se la gioca anche. Quasi un contrappasso per l’uomo che [...] dichiarava che il pericolo più grande per l’Inghilterra non era il terrorismo islamico, ma l’Islamofobia che stava dilagando nel Regno Unito. appena arrivato. Ian Blair è diventato capo di una delle più grandi forze di polizia del mondo - 35.000 agenti e 15.000 civili - soltanto alla fine di febbraio. Non è entrato in maniera soft. Ha portato con sé la valigetta di pelle marrone, un portafortuna che lo accompagna da trent’anni, piena delle sue idee riformatrici. E le ha tirate fuori, esponendo un programma all’insegna della modernizzazione. In tre mesi ha chiesto e preteso il reclutamento di 1.500 nuovi agenti, scelti tra donne, asiatici, gay e neri, per cambiare l’immagine classica, ma troppo poco multietnica, di Scotland Yard, che secondo lui, così com’era, non rappresentava più la società inglese. Le accuse sono arrivate subito, rafforzate dalla decisione dell’equivalente italiano del Tribunale del lavoro, che ha giudicato Sir Ian colpevole di discriminazione razziale alla rovescia, nei confronti di tre agenti bianchi accusati di aver insolentito un collega di colore durante una esercitazione. Un uomo ossessionato dal politically correct piuttosto che dalla caccia ai ladri, è stato l’epiteto più gentile che gli è arrivato dalla stampa di destra e dai banchi dei Conservatori. Ian Blair, un uomo massiccio [...] laureato ad Oxford, sposato a Felicity che gli ha dato due figli, è in effetti il poliziotto preferito dal New Labour. stato il suo omonimo Tony a spingere per la sua nomina. La sua fama è meritata. Nel 1988 la Bbc mostrò un documento che faceva scalpore, due agenti di Scotland Yard che ”torturavano” psicologicamente una ragazza che lamentava di aver subito uno stupro, accusandola di aver mentito, di essere stata troppo sbarazzina. Il giovane funzionario Ian Blair scrisse un libro dal titolo eloquente: Le investigazioni sugli stupri: un nuovo approccio di polizia. Introduceva per la prima volta la figura dello psicologo, che deve coadiuvare l’investigatore mentre pone domande delicate alle vittime di violenze sessuali. Venne adottato da tutte le sezioni antiabusi del Regno Unito. Sorride sempre e ha un faccione rubizzo che ispira simpatia. Ma Ian Blair non è una mammoletta, tutt’altro. Si batte per avere carte di identità biometriche, nel West End vuole imporre il coprifuoco alle 21 per i giovani al di sotto dei sedici anni, è fautore di una politica ancora più rigida sulla vendita serale degli alcolici. Ma tutta la veloce scalata di Sir Ian è avvenuta sotto la bandiera di una polizia più democratica, tollerante verso le minoranze a cominciare da quella islamica. Il suo primo atto ufficiale è stata la distribuzione a tutti gli agenti di un vocabolario minimo sugli idiomi più diffusi a Londra. Dal 7 luglio la sua carica è ”the hot seat” , la poltrona che scotta. Dal 1988 [...] cinque suoi predecessori sono saltati per molto meno. L’ultimo, Sir John Stevens, tra il 2002 e il 2004 ha assegnato alle Unità antiterrorismo 700 nuovi ufficiali, e nelle interviste sostiene di aver sventato ”almeno otto atroci potenziali attentati”. In poco meno di cinque mesi, Ian Blair, il poliziotto che crede in una società multiculturale, non ha fatto in tempo a vantarsi di niente. Invece di attentati ”potenziali” , ne ha avuto uno vero, tremendo, che mette in ombra tutti i suoi ideali di poliziotto democratico. [...]» (M. Ima., ”Corriere della Sera” 11/7/2005).