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 2005  luglio 14 Giovedì calendario

Su un´auto a nolo, poi in treno l´ultimo viaggio dei terroristi. La Repubblica 14 luglio 2005. Londra

Su un´auto a nolo, poi in treno l´ultimo viaggio dei terroristi. La Repubblica 14 luglio 2005. Londra. In una storia cui manca ancora almeno un vivo - "il quinto uomo" che ha pianificato la strage e ne ha scelto i giovani manovali, il mastermind che avrebbe addirittura assistito alla sua esecuzione e che Scotland Yard cerca - i morti cominciano a parlare. E così, la corsa verso il martirio di Hasib Hussein, Shehzad Tanweer, Mohammed Sadique Khan e del quarto con la bomba nello zaino (il cui nome la polizia conosce e non pronuncia e che gli indizi dicono essere Eliaz Fiaz) non ha più soltanto una fine, ma anche un inizio. Il civico 194 di Cardigan Road, a Leeds. Uffici della "First 24 hour", agenzia di noleggio auto. Il 5 luglio, a chi compila al banco i moduli del nolo, la faccia di Shehzad Tanweer non dice più di tante altre. Ha scelto una Nissan Micra che - dice - restiturà l´8 luglio, un venerdì. E certo non fa caso alla differenza tra la foto della patente che ha in mano e la faccia del ragazzo, con quei capelli e le sopracciaglia che da neri sono diventati castano chiari. E´ dettaglio che, solo oggi e con il senno di poi, ricordano con sospetto gli amici con cui Shehzad, soltanto un paio di giorni prima, ha giocato la sua ultima partita a cricket. Il 6 luglio, mercoledì, Shehzad guida la Nissan in Alexandra Grove, un budello nel sobborgo di Burley. Fino alla casa dove la "roba" è pronta e aspetta solo di essere caricata. "The factory", la "fabbrica" - come l´ha battezzata Scotland Yard dopo averla individuata - è uno di quei posti in cui nessuno si sognerebbe di venirti a cercare. E chi ha ammassato lì dentro l´esplosivo, certo non ha in testa un "botto" solo. C´è n´è a sufficienza da far saltare ben più di tre vagoni di treno e un bus. "Forse semtex, forse C4. Forse arrivato dai Balcani", continuano a tergiversare off-the record fonti di Scotland Yard. Sia come sia, i quattro di Leeds sono intesi. L´operazione è fissata per l´indomani, il 7. Ciascuno sa cosa deve fare e cosa deve dire. Hasib, nella sera in cui si congeda dalla sola vita che ha conosciuto, racconta alla madre Parveen e al padre Mohammed che la mattina dopo non si incroceranno, perché lui va a Londra da amici e lascerà Leeds con il buio. Lo stesso fa Sadique con sua moglie Hasina, la donna che 8 mesi prima gli ha dato una bambina. Qualche ora prima dell´alba del 7, Shehzad, Hasib, Sadique ed Eliaz si vestono per l´ultima volta. Non dimenticano nulla. Nelle tasche infilano patenti, carta di credito (chi le ha), telefoni cellulari e si ritrovano, come d´accordo, in Colwyn road, di fronte alla casa dai mattoni rossi di Shehzad. Eliaz, per qualche ragione che oggi sfugge, ha lasciato le sue due macchine di proprietà, una Ford escort e una Honda Accord di fronte casa della suocera. Forse perché - come immagina Scotland Yard - non viaggerà insieme agli altri, ma raggiungerà il "punto di raccolta" a nord di Londra con una seconda auto presa a nolo e magari non da solo, ma con il "quinto uomo" che oggi viene cercato in tutta l´Inghilterra. Una cosa sembra certa: quando la Nissan Micra lascia Colwyn road, a bordo sono Shehzad, Hasib e Sadique. E nel bagagliaio ben più dei venti chili di esplosivo che serviranno quella mattina. L´appuntamento, per tutti, è alla stazione di Luton. A nord di Londra. La Nissan parcheggia nel primo slot libero dei 660 disponibili a 4 sterline e 20 la giornata. Passate le 7, i quattro di Leeds ci sono tutti. Caricano gli zaini in spalla, abbandonano nel bagagliaio della Micra una parte dell´esplosivo (e la circostanza resta ancora oggi inspiegabile). Pagano ciascuno biglietti da 11 sterline e 60, si affacciano sulla pensilina numero 1. Il treno delle 7.48 della linea "Thameslink" proveniente da Bedford è in orario. E sarà il loro treno. Tutto sta continuando a filare per il suo verso e, in fondo, la parte più rischiosa del loro ultimo viaggio non sta per cominciare, ma è appena terminata. Perché i quattro, ora, si confondono per sempre nell´umanità indistinguibile dei pendolari che si rovescia su Londra. Su quella linea, ogni mattino feriale dell´anno, ogni treno che passa ingoia più di mille passeggeri. Per Londra-King´s Cross sono solo tre fermate: Luton aeroporto, Harpenden, St. Albans. E loro, con quegli zaini in spalla e quelle facce da ragazzini, devono proprio sembrare degli amici che si preparano ad una vacanza. Che, in fondo, è poi l´unica e ultima immagine che abbiamo. A King´s cross, pochi minuti prima delle 8.30, la telecamera che li fissa all´interno del terminal in cui si ferma il treno proveniente da Luton, restituisce un fotogramma che chi (a Scotland Yard) ha visto, descrive così: "Con quegli zaini, sembravano dei ragazzi ad una gita in montagna". O "forse no", dice qualcun altro, evocando l´immagine di una "fanteria che si prepara alla guerra". Nella diversa percezione dell´immagine c´è tutta la differenza tra il conoscere solo il prima o anche il dopo. Che è questo: alle 8.43, Shehzad Tanweer sale sul treno "204" della Circle line in direzione Est e Mohammed Sadique Khan, sul "216" che percorre la stessa linea in direzione ovest. Alle 8.48, Eliaz Fiaz infila il convoglio "311" della Picadilly Line in direzione sud. Alle 8.51, è tutto finito. Le stazioni di Aldgate, Edgware e Russel Square sono un inferno di fuoco. Forse i tre hanno usato dei timer (Scotland Yard non lo conferma), forse hanno sincronizzato gli orologi prima di separarsi e hanno deciso di immolarsi con un innesco manuale. Resta vivo solo Hasib, il più giovane. Cosa diavolo ci faccia alle 9.47 sul bus "30" in Tavistock square resta un punto di domanda cui Scotland Yard, oggi, dà una sola plausibile risposta. Hasib - si pensa - deve farsi saltare nella "Northern line", creando un "simbolico effetto a croce" (quattro obiettivi sui punti cardinali) nel quadrante della morte con epicentro King´s Cross. Ma non ci riesce, perché la "Northern line", tra le 8.40 e le 8.50, è bloccata da un treno fermo. Alle 8,51 è ormai solo, con la morte in spalla, senza sapere a chi darla e dove. Non conosce bene Londra e prende il primo bus che immagina lo porti dove ha un senso simbolico immolarsi, verso il centro, verso Marble Arch. Alle 9.47, quando anche il "30" infila una deviazione imprevista per quel che è appena accaduto decide di farla finita. Forse azionando manualmente l´innesco. Forse, se era regolato su un timer, correggendolo un ultima volta per portarlo a "zero secondi". Carlo Bonini