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 2005  luglio 07 Giovedì calendario

Omicidio sindacalista Cgil, Corriere della Sera, 7/07/2005 E’ durato dodici ore il tentativo di resistere

Omicidio sindacalista Cgil, Corriere della Sera, 7/07/2005 E’ durato dodici ore il tentativo di resistere. Poi Gianfranc oPalerm o ècrollat o eh aammesso le sue responsabilità. «Ho ucciso io Michele Presta» . Il trentaquattrenne di Lamezia Terme ha taciuto, però, sui motivi che lo hanno spinto ad uccidere il sindacalista della Flai Cgil. LA PISTA – Le indagini avevano da subito imboccato la pista privata ed era emerso che tra il funzionario della Cgil e il suo assassino esisteva una relazione sentimentale che durava da due mesi. Palermo, inoltre, ricattava Presta: era riuscito a farsi consegnarela tessera bancomat e lo aveva costretto a firmargli alcuni assegni per un importo che si aggirerebbe sui 4.000 euro. L’assassino, 34 anni, aveva capito che avrebbe potuto sfruttare in ogni modo il sindacalista, che si sarebbe legato a lui sino al punto di esaudire ogni sua richiesta. Maè possibile cheGianfranco Palermo, sposato con una ragazza rom del campo nomadi di Nicastro e padre di un bambino di due mesi, abbia alzato le sue pretese trovando in Presta una netta opposizione. Ed è per questo che domenica sera, intorno alle 21, il giovane ha bussato alla porta dell’appartamento al civico 142 di viale De Filippis. In lui c’era il chiaro intento di uccidere il sindacalista che, forse, voleva rompere quella relazione. E non intendeva più subire il ricatto di Palermo, che minacciava di rivelare la sua omosessualità. L’ACCUSA – Ecco perché Palermo è stato accusato dalla magistratura di Catanzaro, di omicidio aggravato, premeditato. «Non è stato un delitto d’impeto, né ci sono motivazioni occasionali dietro la morte del sindacalista – dice l’aggiunto della Dda Mario Spagnuolo ”. Un delitto, quello del sindacalista, che potrebbe coinvolgere altre persone, almeno due, che sono state iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in omicidio. In particolare l’attenzione della mobile di Catanzaro, guidata da Francesco Rattà, si sta concentrando su un altro giovane, Nicola Carino, 23 anni, anche lui di Lamezia Terme. Carino avrebbe accompagnato Palermola sera didomenica scorsa, al civico 142 di viale De Filippis, nell’appartamento che Presta usava spesso per trascorrere i week-end. Proprio domenica sera si sarebbe consumata la tragedia. Presta e Palermo si sarebbero sentiti per telefono e il sindacalista avrebbe chiesto al giovane di raggiungerlo a Catanzaro e di restituirgli l’auto, una Alfa 166. Palermo avrebbe risposto che l’auto ormai era diventata suae chesarebbecomunqueandato a trovarlo. Una volta dentro casa i due, forse, avrebbero consumato un rapporto sessuale. Poi, quando Presta si sarebbe addormentato, Palermo lo avrebbe colpito con l’ascia. Carlo Macrì