Andrea Nicastro, Corriere della Sera, 26/06/2005, 26 giugno 2005
Lenta sfida del rossetto in Iran, Corriere della Sera, 26/06/2005 L’appuntamento è in un caffè, nella parte nord, ricca e occidentalizzata, della capitale iraniana
Lenta sfida del rossetto in Iran, Corriere della Sera, 26/06/2005 L’appuntamento è in un caffè, nella parte nord, ricca e occidentalizzata, della capitale iraniana. La donna allunga la mano per prima, senza paura che il contatto fisico proibito con qualcuno che non sia un parente possa procurarle dei guai. E’ scrittrice, delle più conosciute e censurate dell’Iran contemporaneo. Il nome, però, deve restare segreto. « Con o senzaAhmadinejad presidente, dire quello che sto per dire – spiega – è troppo pericoloso. Certo, con Ahmadinejad avremo qualche giornale in meno, qualche mese di attesa in più per l’ok alla pubblicazione di un’opera. Ma non si torna indietro. Perché per vietare un libro, il censore deve leggerlo. E dopo averlo letto diventa meno ottuso. Oggi i mullah faticano a trovare censori. Li abbiamo educati noi, con i nostri libri vietati. Li abbiamo assimilati. Cosa fa un iraniano con il nemico? Lo combatte? No. Piuttosto lo invita a casa, gli dà sua figlia in sposa. Quanti Tamerlano abbiamo ancora oggi? Un bel mattino, però, il nemico si sveglia e si scopre persiano. Guardati in giro. I mullah non avevano previsto che le ragazze girassero truccate e con il foulard rosa semitrasparente sui capelli. Non avevano previsto che viaggiassero all’estero, senza velo, che passassero le serate in automobile con gli amici. Eppure succede. Il nostro istinto di sopravvivenza si è temprato in secoli di invasioni, di regimi brutali. Come sopravvive il piccolo iraniano? Si schiera con il più forte. Non io che mi sono astenuta, mala maggioranza l’ha fatto anche in queste elezioni. So che il non voto può sembrare ad alcuni un via libera agli estremisti, ma non è così: i candidati erano tutti parte dello stesso regime. Chi è il più forte? E’ la Guida Suprema, Ali Khamenei. L’uomo da scegliere era lui, il burattinaio che è dietro il vincitoreAhmadinejad, l’ombra dietro ogni petalo di fiore. Votare chiunque altro non avrebbe cancellato quell’ombra. « Siamo noi donne, soprattutto noi, le protagoniste di questa lenta opera di diluizione del nemico. Anche con gli " ayatollah invasori" siamostate noi ad annacquarli per prime. E’ bastato mettere un giorno un filo di rossetto. L’indomani spostare il velo di unmillimetro. Il tempo passa e in negozio compare un soprabito invece del chador. Eadesso? Le giacchettine sono colorate » . Andrea Nicastro