Fonti varie., 27 giugno 2005
Anno II - Settantacinquesima settimanaDal 20 al 27 giugno 2005IRAN. Le elezioni in Iran sono finite che peggio non si poteva, con la vittoria a sorpresa del quarantanovenne Mahmud Ahmadinejad, ultraconservatore sindaco di Teheran che ha preso più del 60%
Anno II - Settantacinquesima settimana
Dal 20 al 27 giugno 2005
IRAN. Le elezioni in Iran sono finite che peggio non si poteva, con la vittoria a sorpresa del quarantanovenne Mahmud Ahmadinejad, ultraconservatore sindaco di Teheran che ha preso più del 60%. Decisivo il voto dei poveri, che hanno preferito le sue promesse di assistenzialismo a quelle del capitalista Rafsanjani, che nelle speranze dell’Occidente avrebbe dovuto rivoluzionare il Paese seguendo le orme della Cina (libertà economiche senza libertà civili). Ahmadinejad ha subito fatto sapere che riprenderà la corsa al nucleare e che vuol veder chiaro nel mercato petrolifero, i pessimisti prevedono un nuovo attacco preventivo americano, probabile diventi ancora più importante la mediazione europea. Tra quelli che non si strappano i capelli per l’esito del ballottaggio, gli esuli dell’opposizione: "Sono due terroristi, non cambia nulla".
PALESTINA. È andato male il secondo ”storico” incontro tra il premier israeliano e il collega palestinese, dopo quello di Sharm el Sheikh. Due ore di dialogo tra sordi in cui Ariel Sharon ha respinto una ad una tutte le richieste di Mahmud Abbas, colpevole di non fare abbastanza per contenere gli attacchi delle milizie contro soldati e coloni. Particolarmente frustrato il leader palestinese, la cui decisione di recarsi a Gerusalemme in casa del ”nemico” era stata un grande gesto di buona volontà, un passo che Arafat non si sarebbe mai neanche sognato: in pratica vuol dire riconoscere a Israele una sovranità ancora in discussione (e infatti gli integralisti di Hamas gliel’hanno subito rimproverato). Abbas, che chiedeva di liberare un gran numero di prigionieri, rimuovere i posto di blocco nei Territori e restituire le città occupate, ha ottenuto solo il ritiro delle truppe israeliane da Betlemme e Kalkilya.
EUROPA. Tony Blair ha inaugurato il semestre inglese alla guida dell’Unione Europea con un discorso davanti all’Europarlamento che gli è valso nonostante tutto 42 secondi d’applausi (ma non la standing ovation ricevuta invece dal presidente uscente, il lussemburghese Juncker). Il premier britannico ha ribadito quanto già si sapeva: vuole un’Europa dove si sprechino meno soldi (ad esempio quelli destinati agli agricoltori), dove si investa di più in ricerca, dove il lavoro sia più flessibile, unico modo secondo lui per competere globalmente con Stati Uniti e Cina. I critici continuano a dire che ha ragione sui fini ma è confuso sui mezzi, e lo sospettano di intelligenza con l’America.
PLAYBOY. Berlusconi ha rivelato che pur di far assegnare la sede dell’Authority alimentare a Parma non esitò a corteggiare la presidentessa finlandese Tarja Halonen (una sessantaduenne lady di ferro un po’ sovrappeso), rispolverando tutte le sue "arti di playboy": "Quando si insegue un risultato bisogna usare tutte le armi che si hanno a disposizione. Io utilizzai una serie di sollecitazioni amorevoli nei confronti della signora". A Helsinki l’hanno presa male e minacciano il boicottaggio dei prodotti alimentari italiani. Il premier: "C’è una mancanza di sense of humour generale".
VISITE. Il Papa è andato al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica: Ciampi ha rivendicato "con orgoglio" la laicità dello Stato come "necessaria distinzione fra il credo religioso di ciascuno e la vita della comunità civile regolata dalle leggi della Repubblica"; Benedetto XVI ha ribadito che la laicità va bene finché "sana", cioè rispettosa dei "riferimenti etici che trovano il loro fondamento nella religione". Per chi se ne fosse dimenticato, il Pontefice ha ricordato le priorità della Chiesa: vita, famiglia, parità scolastica. Ed ha ribadito che la Chiesa difenderà sempre la vita fin dal concepimento. Da notare che Ciampi si è limitato a stringere la mano di Ratzinger: lo stesso avevano fatto Cossiga e Scalfaro con Giovanni Paolo II, Pertini usava abbracciare il Papa, Gronchi si inginocchiava e poi baciava l’anello.
COMMERCIANTI. Sergio Billè, presidente di Confcommercio, ha approfittato dell’assemblea nazionale della categoria per fare una requisitoria contro la politica del governo, "una Treccani di tentativi abortiti o che rischiano di abortire", "riformicchie" ogni volta disattese ("come tagliare un pezzo di coda a una lucertola"). Risultato: la crescita è negativa, il rapporto deficit/pil si appresta a superare il 4%, la mancanza di infrastrutture ci costa l’1,5 % del Pil, la burocrazia è ancora una macchina inutile e costosa ecc. Bastonate anche a banche e sindacati: le prime si "svenano" per tenere in piedi le grandi aziende manifatturiere e fanno le parsimoniose con le piccole, senza le quali il Paese starebbe anche peggio di come sta"; quanto ai sindacati, dopo aver rinnovato "a peso d’oro" il contratto degli statali, farebbero meglio a convincersi dell’ineludibilità di "un diverso approccio ai problemi del lavoro". Conclusione: "Smettiamola di dare sempre la colpa solo ai reggiseni, alle T-shirt e alle scarpe made in China". E niente politiche restrittive: "Sarebbe come far fare la dieta a un malato".
PATTI. In vista delle elezioni del prossimo anno (e delle imminenti primarie), Prodi ha trovato l’accordo con la Cgil. Slogan: "Unità, unità, unità e basta". Guglielmo Epifani, segretario del maggiore sindacato italiano, ha ricordato che "non si possono chiedere sacrifici a chi li ha già fatti". Il sospetto, anche se non ci sono conferme ufficiali, è che il candidato premier del centrosinistra gli abbia promesso il varo di una tassa ”patrimoniale”.
RICUCCI. La grande industria italiana continua a prendersela con Ricucci. Montezemolo ha detto che bisogna distinguere fra chi fa l’imprenditore e chi si limita al trading immobiliare, ed ha espresso preoccupazioni sulla provenienza di certe ricchezze. Della Valle è stato ancora più diretto: " un’invenzione di mezza estate, un ragazzotto che ha fatto il passo più lungo della gamba e ora sta cercando il modo di uscire senza danni da un’operazione più grande di lui". Ricucci non è di quelli che incassano in silenzio, prima ha promesso che continuerà la scalata ad Rcs fino a superare il 20%, poi ha risposto per le rime. Prima a Montezemolo: "In 25 anni ho creato una società da 2,5 miliardi, lui che ha fatto?". Poi a Della Valle: " ora di fare chiarezza anche sul ”ragazzotto anziano” Della Valle, un’industriale poco trasparente che non è nemmeno riuscito a raggiungere una posizione di leadership nel suo campo: le scarpe". Tra coloro che mostrano di provare più ammirazione che diffidenza verso l’ex odontoiatra dei Castelli, va contato anche il premier, che è intervenuto in sua difesa: "Quando qualcuno osa dar fastidio ai poteri forti viene messo sotto accusa". Tra i nemici il segretario della Cisl Savino Pezzotta: "Che fabbrica ha Ricucci? Che bene produce?".
BONUS. Scatteranno a luglio i bonus per i guidatori virtuosi: due punti sulla patente in omaggio a chi non ha commesso infrazioni, recupero del totale di 20 per chi resta ”incensurato” per due anni di seguito. Svolta anche sulla questione dell’autovelox: i proprietari delle auto sorprese oltre i limiti della velocità dovranno dichiarare chi c’era al volante o pagare una multa di 2.500 euro.