Fonti varie., 13 giugno 2005
Anno II - Settantatreesima settimanaDal 6 al 13 giugno 2005Clementina Cantoni. Clementina Cantoni,32 anni, è stata liberata giovedì 9 giugno, dopo essere rimasta per 24 giorni nelle mani del bandito talebano Timor Shah
Anno II - Settantatreesima settimana
Dal 6 al 13 giugno 2005
Clementina Cantoni. Clementina Cantoni,32 anni, è stata liberata giovedì 9 giugno, dopo essere rimasta per 24 giorni nelle mani del bandito talebano Timor Shah. Ha raccontato che non le è stato torto un capello, che la notte dormiva con la caviglia legata al polso di uno dei suoi carcerieri, che costoro, vedendo in tv le vedove afgane che sfilavano chiedendo la sua liberazione, si sono messi a ridere. Ha anche detto che i suoi sequestratori credevano d’aver preso un’americana e si sono molto meravigliati quando hanno capito che lei era italiana. "Non sapevano neanche dove sta l’Italia e quando hanno saputo che era in Europa mi hanno chiesto se era più forte la Germania o la Francia". Queste ultime dichiarazioni vanno prese con le molle: le autorità italiane non hanno messo Clementina a disposizione dei giornalisti per un paio di giorni e in questo periodo di tempo l’hanno istruita su quello che doveva e poteva dire. Il problema principale riguarda il riscatto, di cui non si deve parlare e di cui non si è parlato. In altri termini: bisogna togliere dalla testa dei banditi mediorientali l’idea che gli italini paghino per i loro sequestrati. Ci sono più di cento italiani in Afghanistan che corrono, da questo punto di vista, parecchi rischi. Su questo, allora, non scriveremo una parola neanche noi, anche se sarebbe opportuna forse (come ha reclamato Angelo Panebianco sul "Corriere della Sera") una presa di posizione pubblica e ufficiale del governo, condivisa se possibile anche dall’opposizione. Infine, sulla freddezza con cui il sequestro Cantoni è stato vissuto in Italia: persino Valentino Parlato, nume tutelare del "manifesto", ha ammesso che, per ragioni che lui non sa spiegare, Clementina è stato un ostaggio di serie B. Le ragioni in realtà sono semplici: Clementina non appartiene a nessun partito o movimento capace di rivendicare il sequestro come proprio (possibilmente in chiave anti-americana) e di mobilitare, di conseguenza, i media; anche dopo la liberazione, Clementina ha dimostrato di avere con i media un rapporto sobrio (o, se si preferisce, sano): ha risolto tutto con una conferenza stampa, ha evitato atteggiamenti da vittima o da diva, non s’è fatta fotografare in pose da vamp, non ha ringraziato i suoi rapitori, non l’ha mai buttata in politica.
Florence. Florence Aubenas, 44 anni, la giornalista di "Libération" rilasciata dai suoi sequestratori iracheni dopo 157 giorni di detenzione, ha detto scherzosamente che "a pagare il riscatto sono stati gli iracheni per potersi liberare di me e restituirmi ai francesi". E’ tornata a Parigi domenica sera, accolta da Chirac e dalle altre autorità. Smagrita, ma alla fine non troppo. Ha raccontato di aver passato i cinque mesi e cinque giorni di prigionia quasi sempre chiusa in una cantina e bendata, senza poter quasi mai vedere la luce del giorno. Però ha parlato di questo, in un breve discorso all’aeroporto, persino con allegria. stato liberato anche il suo autista, Hussein Hanoun Al-Saadi, che era stato sequestrato con lei. Ha preferito rimanere a Bagdad con la famiglia.
Referendum. Domenica e lunedì scorsi gli italiani hanno disertato in massa le urne e la legge 40 sulla fecondazione assistita resta perciò in vigore senza modifiche. Non ha votato che il 25,9 per cento degli aventi diritto, una delle percentuali più basse della storia. Effetto sicuramente della massiccia campagna astensionista condotta dalla Chiesa e supportata da alcune personalità di peso: il presidente del Consiglio Berlusconi, i presidenti di Camera e Senato, Pera e Casini, uno dei leader dell’opposizione, Rutelli. Berlusconi s’è appropriato della vittoria dichiarando: "Ha perso chi voleva dividere il Paese". Prodi invece ne esce certamente sconfitto, soprattutto per non aver voluto dire, a differenza del suo nemico Rutelli - astensionista dichiarato -, neanche una parola in un senso o nell’altro. Questo modo di non compromettersi ha spinto i suoi stessi amici e alleati a criticarlo aspramente: così il quotidiano filo-diessino "Il Riformista", così l’editorialista di "Repubblica" Mario Pirani, ecc. la ventunesima volta che un referendum viene vanificato dalla bassa percentuale dei votanti, cosa che mette in dubbio lo stesso istituto referendario, almeno nella versione che ha avuto in Italia. Si tenga conto che dal 1995 nessuna consultazione referendaria ha raggiunto il quorum richiesto del 50 per cento.
Banche. L’italiana Unicredito e la tedesca Hvb (Hypovereinsbank) si fonderanno dando luogo al nono gruppo bancario europeo: 28 milioni di clienti, sportelli in 19 paesi, 733 miliardi di attivo. Hvb è una banca con qualche problema e il titolo Unicredit, infatti, è sceso in Borsa per un mese di seguito, man mano che la fusione si faceva più probabile. Ma lunedì 13 giugno, all’annuncio che i due consigli d’amministrazione avevano approvato l’operazione, l’azione ha guadagnato in una sola mattinata più di tre punti. importante sapere che, anche se si chiama "fusione", si tratta in realtà di un’acquisizione italiana, dovuta alla strategia di espansione del presidente di Unicredit, Alessandro Profumo. Hvb ha un’ottima presenza in Europa orientale e questo fornirà alla nostra banca belle occasioni di sviluppo. La stampa tedesca si è molto lamentata della "sparizione di nostri giocatori" dal tavolo dove si gioca la partita del credito internazionale. " questo il segno più importante" hanno scritto "del fatto che la Germania è in crisi".
Assicurazioni. La società non cinese che cresce a maggior velocità in Cina è l’italiana Generali, che sta vendendo a tutto spiano ai cinesi polizze capaci di garantire a quei cittadini una pensione di vecchiaia.
Italia. Anche i dati della settimana scorsa confermano però che l’Italia è in crisi: l’Istat ha ribadito che il nostro prodotto interno lordo risulta ufficialmente in calo per il secondo trimestre consecutivo (meno 0,5 per cento), le esportazioni sono scese di quattro punti, le importazioni di due e mezzo e il nostro debito ha per la prima volta superato i 1500 miliardi di euro. La Commissione europea ha aperto la procedura d’infrazione contro l’Italia, non solo per gli sfondamenti 2003 e 2004 (3,2 per cento il rapport deficit/pil invece del 3 stabilito a Maastricht), ma anche per quelli previsti nel 2005 (3,6%) e nel 2006 (4,6%). Il ministro Siniscalco spera di ottenere da Bruxelles il permesso di rientrare entro il 2007. La Lega continua a sostenere che all’origine di queste difficoltà c’è l’euro e chiede che in Italia venga rimessa in circolazione la lira, magari continuando a far valere anche la moneta europea. Il problema naturalmente è che ognuno di noi, a quel punto, sarà pronto a pagare i propri debiti in lire, ma vorrà certamente riscuotere i crediti (a partire dagli stipendi) in euro.
Opa. Alle guerre per il Corriere della Sera, per la Banca Antonveneta e per la Bnl, s’è aggiunta la settimana scorsa la guerra per Mediobanca e per la sua controllata Generali. Sconosciuti hanno comprato azioni delle due società facendo levitare il prezzo di un ulteriore 4,5 per cento, che significa +7 per cento se si guardano i prezzi di inizio maggio e addirittura più 66 per cento se si prende come riferimento il giugno 2004, quando fu rinnovato il patto di sindacato. Siccome gli azionisti di Mediobanca (che controlla le Generali) sono più o meno gli stessi del Corriere della Sera, si pensa che a comprare siano le stesse persone. Ricucci, l’uomo che sta scalando il Corriere della Sera (e che domenica in Campidoglio, davanti al sindaco Veltroni, s’è scambiato con Anna Falchi la promessa di matrimonio che verrà celebrato probabilmente a luglio in Costa Smeralda), ha superato la settimana scorsa il 18 per cento di Rcs. Dietro di lui - e dietro il compratore di Mediobanca-Generali - ci sarebbero ricche società straniere (almeno tre), oppure Berlusconi (che smentisce) oppure banche e finanzieri amici di D’Alema (che smentisce e fa smentire da tutte le parti).
Terzo Mondo. Dopo sei anni di trattative i paesi del G8 hanno deciso di cancellare il debito di 18 paesi africani e sudamericani. Si tratta di prestiti a lunghissima scadenza (40 anni), in tutto 40 miliardi di dollari, concessi dalla Banca Mondiale, dall’Fmi e dal Fondo per lo sviluppo dell’Africa. Il beneficio per i paesi più indebitati sarà di 15,5 miliardi di dollari nei primi dieci anni. L’importo condonato potrebbe salire a 55 miliardi di dollari entro 18 mesi se altri 9 paesi daranno garanzie di buon governo e lotta alla corruzione.
Napoli. Benché la sua squadra giochi in serie C, Napoli sta vivendo una specie di ubriacatura calcistica: ai 65 mila che hanno assistito al primo spareggio contro la Sambenedettese, sono seguiti - giovedì 9 giugno - gli 80 mila che hanno affollato il San Paolo per l’addio al calcio di Ciro Ferrara, evento che ha provocato il ritorno a Napoli, dopo 14 anni, di un Maradona finalmente ristabilito (con seguito di simpatiche follie cittadine). Domenica infine andata del primo spareggio per chi deve essere promosso in serie B tra Napoli e Avellino e altro pienone di 65-70 mila tifosi, cose mai viste per la serie C. finita 0 a 0.
Barcellona. Valentino Rossi ha staccato il suo avversario, lo spagnolo Sete Gibernau, anche sulla pista di casa sua a Barcellona. In classifica tra i due c’è adesso un distacco di 72 punti. L’altro italiano, Melandri, ha commentato: "La lotta ormai è ristretta tra Valentino e Rossi".
Tyson e gli altri. Domenica scorsa, a Washington, Mike Tyson ha perso per kappaò tecnico alla sesta ripresa un match che lo opponeva all’irlandese Kevin McBride, un onesto figurante del ring alto due metri. Amarissimo il commento dell’ex campione del mondo che aveva accettato di combattere ancora a 39 anni solo per pagare il fisco (la sua borsa è stata di 5 milioni di dollari). "E’ meglio che chiuda qui. Se perdo da gente come McBride, vuol dire che non ne ho più. Non conta quanto mi alleno, servirebbe un fuoco dentro che non c’è più". Non è stato l’unico sportivo disgraziato della settimana: l’ex pallone d’oro George Best, 59 anni, è finito in carcere per aver picchiato un’amica della sua compagna Gina Devivo; Pelè ha pianto in mondovisione alla notizia che il trentacinquenne figlio Edinho, già mediocre portiere, commerciava in droga ripulendo il denaro del narcotraffrico grazie al nome del padre.
Ciclonudisti. Una sfilata di ciclisti completamente nudi a Madrid e a Londra ha reclamato la creazione di "una città nella quale gli abitanti reinventino i loro spazi, dove gli spostamenti siano ridotti e dove si scommetta sui pedoni e su mezzi di trasporto meno inquinanti". Manifestazioni ambientaliste dello stesso tenore s’erano svolte in passato sempre in Spagna, a Saragozza, Pamplona, Barcellona, ecc.