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 2005  giugno 27 Lunedì calendario

Stupratori erranti, La Stampa, 27 giugno 2005 In genere lo stupratore errante non premedita, ma arriva sicuramente caricato all’atto

Stupratori erranti, La Stampa, 27 giugno 2005 In genere lo stupratore errante non premedita, ma arriva sicuramente caricato all’atto. Anche per i praticanti occasionali di questo sport esiste un doping. Andando in giro in modo stupidamente passivo, da un marciapiede all’altro, da un autobus all’altro (mai con biglietto, s’intende) un gruppo predatore che fa se non assorbire incessantemente emanazioni di corpi femminili giovanissimi sempre più scoperti? L’assorbimento è visivo, non olfattivo (quei corpi sono del tutto inodori), però basta e avanza. Va ricordato che prima di essere persone, ragazze, lavoratrici, amanti, le donne, elementarmente, sono corpi in cui l’ambigua Divinità per i suoi discutibili fini ha posto la più violenta e rovinosa fonte del desiderio maschile, e l’uomo più è brutale d’istinti, più è prossimo alla materia, meno è in grado di resistere ai demoni della libido. Non importa che la povera stupratina a cui tocca la schifosa aggressione sia, nel caso specifico, vestita da entrare in San Pietro: la bestia predatrice ha avuto modo in cinque o sei ore di vagabondaggio urbano diurno, di riempirsi gli occhi di materia parallela. Nella pura materia le diseguaglianze, così forti nel psichico, si perdono. E la materia parallela si compone invariabilmente di sedere esibito con tutte le cure possibili e di pancino in vetrina dal plesso solare alle soglie della zona veneranda dai molti nomi sacri. Quanto al seno, è considerato in Italia ormai oggetto estraneo alla sfera sessuale e soltanto per questo escluso dalla vetrina. Il resto però sufficit per accendere pruriti negli animali da preda, voglie da soddisfare immediatamente, approfittando di qualsiasi occasione. L’enorme quantità di immagini pubblicitarie in biancheria intima e bikini non creano libido stuprofila: sono noia inerte, sfruttamento monotono di corpi di modelle. Ma la carne viva col tortellino sventolato e la fessura chiapparia che ad ogni piegamento di schiena sboccia nello smog urbano per dieci o più centimetri è, direbbe il medico sportivo, sostanza dopante. Il predatore vagante (non ha lavoro, non parla che coi suoi connazionali, è nutrito e piglia forze dalla Caritas) dopo giorni, settimane di trattamento d’occhi di questo genere, è cotto: l’aggressività della caverna, l’ululato notturno della foresta, il ratto delle Sabine (che fu un gigantesco stupro di gruppo, non esaltiamolo troppo) si sono risvegliati in lui - attacca come in sogno, non di rado la sua vittima non è lasciata neppure viva. E per chi viene da dove le donne hanno il velo e vivono ingabbiate, l’urto coi corpi in libertà che sformicolano per le vie, che si avvicinano nelle metropolitane, che si sfiorano coi gomiti nei bar, che addirittura a vent’anni si scoprono per la prima volta, sarà di triplicata violenza. Il problema più difficile è il persuadere alle figlie, se c’è una famiglia in grado di fiutare il pericolo, di non accodarsi alle volgarità della moda vestendosi con più avvedutezza - per non far esplodere nei disoccupati mentali, negli ammanettati dalla materia, irresistibili smanie di perineo di rapina. Purtroppo siamo, qui, sempre meno primitivi... Nelle nostre giungle d’asfalto il bramire della giungla vera, lontana, astorica, non è più udito. L’attenzione si concentra sul semaforo, nessuno vede le tigri silenziose. Guido Ceronetti