Giorgio Sturlese Tosi, Panorama, 23/06/2005, 23 giugno 2005
Battaglia per l’affresco di Leonardo a Palazzo Vecchio, Panorama, 23/06/2005 Quanto può valere la scoperta artistica del secolo? Troppo
Battaglia per l’affresco di Leonardo a Palazzo Vecchio, Panorama, 23/06/2005 Quanto può valere la scoperta artistica del secolo? Troppo. Forse per questo, a Firenze, la ricerca di un capolavoro del Rinascimento è stata interrotta. Leonardo da Vinci, il 6 giugno di 500 anni fa, diede la prima pennellata della Battaglia di Anghiari, nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. L’affresco non fu terminato ma chi lo vide lo definì come un’opera straordinaria. Benvenuto Cellini descrisse una battaglia "bellissima e terribile" con cavalli "tanto divinamente fatti quanto immaginar si possa"; e Benedetto Varchi scrisse: "Leonardo vi fece un gruppo tanto terribile e in così nuova maniera che insino all’hora non s’era veduto cosa non che più bella che la pareggiasse". Giorgio Vasari, chiamato da Cosimo I de’ Medici a metà del Cinquecento, coprì la Battaglia di Leonardo con un pannello e affrescò la sala. Gli studiosi dell’arte, dagli anni Settanta, hanno cercato le tracce del capolavoro di Leonardo, arrivando a violare, in nome della ricerca, le opere vasariane. Oggi uno studioso, l’ingegnere Maurizio Seracini, dopo anni di studi nel salone dei Cinquecento con raggi infrarossi, antenne radar, laser scanner e altre diavolerie, ritiene di sapere esattamente dove Leonardo dipinse la Battaglia (che sarebbe sulla parete di fronte all’entrata) e chiede di continuare le ricerche. Lo chiede anche Carlo Pedretti, uno dei maggiori studiosi di Leonardo al mondo, che ha scritto al sindaco di Firenze auspicando la ripresa delle ricerche. Che, sostiene Pedretti, "potrebbero avere anche un esito spettacolare". Nell’anniversario della prima pennellata, Seracini ha reso nota la sua scoperta in una conferenza che si è svolta a Palazzo Medici Riccardi, sede della Provincia, nell’ambito della rassegna Il genio fiorentino. Il presidente della Provincia, Matteo Renzi, si è detto "fiero" di aver avuto quest’occasione. Invece Palazzo Vecchio non ha gradito e l’assessore alla Cultura del Comune, Simone Siliani si è risentito: nessuno, dice, l’aveva informato ("Ho saputo della conferenza casualmente"). Tanto più che, secondo Siliani presentando i risultati della ricerca senza coinvolgere il Comune, Seracini avrebbe violato gli accordi presi. Nella convenzione sottoscritta nel 2000 fra l’ingegnere, il Comune e la Regione Toscana "c’è una clausola" sostiene Siliani "che obbliga le parti a diffondere informazioni solo previo accordo". Seracini ribatte che le ricerche sono tutt’altro che terminate e che per il mancato rinnovo della convenzione, scaduta nel 2002, di fatto sono bloccate. Siliani, inoltre, non pensa "che la Battaglia sia recuperabile". All’origine della disputa possono esserci anche motivi economici. A chi spettano i diritti sulle pubblicazioni delle scoperte di Seracini? Secondo la convenzione (scaduta), allo stesso Seracini, Ma quanto possono valere quei diritti? Finora gli studi sono stati condotti senza oneri per l’amministrazione comunale perché lo studioso ha provveduto a trovare uno sponsor privato che copre praticamente tutte le spese. Per togliersi il dubbio basterebbe inserire una sonda a fibre ottiche dello spessore di 4 millimetri in un affresco del salone. Se ci fossero anche soltanto resti del colore usato da Leonardo, si aprirebbe un dibattito planetario per valutare se rimuovere, magari temporaneamente, l’affresco del Vasari, oppure dimenticare la Battaglia. Ma prima sarebbe meglio concordare su un punto: se la ricerca non sarà ripresa, a perderci sarà la storia dell’arte. Giorgio Sturlese Tosi