Elisabetta Rasy, Magazine 26/6/2005, 26 giugno 2005
TOkyo «L’iniziativa, a due mesi dal via, ha soddisfatto tutti, uomini e donne, e dunque proseguirà: dopo qualche sporadico esperimento ormai sulle principali linee della metropolitana e dei treni urbani di Tokyo sono entrati in funzione vagoni sessualmente separati
TOkyo «L’iniziativa, a due mesi dal via, ha soddisfatto tutti, uomini e donne, e dunque proseguirà: dopo qualche sporadico esperimento ormai sulle principali linee della metropolitana e dei treni urbani di Tokyo sono entrati in funzione vagoni sessualmente separati. Dall’inizio degli anni Novanta, infatti, man mano che aumentava l’utenza femminile, il metrò era diventato terreno di caccia per gli appassionati di quella che una volta si chiamava ”la mano morta”, cioè la mano di uno sconosciuto che dall’anonimo groviglio dei corpi ammassati nei mezzi di trasporto allungava gli arti verso zone delicate di fanciulle o signore e spesso anche di ragazzine neppure adolescenti. A Tokyo il fenomeno era diventato così vistoso da avere conseguenze addirittura grottesche come la pubblicazione di un libro di uno ”specialista” che dava istruzioni per l’uso dei toccamenti tramviari. Il libro scomparve rapidamente, ma il fenomeno delle molestie no. La gran parte dei viaggiatori apprezza la separazione, e trova i vagoni per signore più rilassanti. Vanno bene anche per gli uomini, i quali ci scherzano su e si sentono al sicuro da possibili accuse false che, sembra, non sono mancate (Elisabetta Rasy, Magazine 23/6)