Libero 23/06/2005, pag.3 Tommaso Montesano, 23 giugno 2005
La pillola anti stupro è già in vendita a un euro. Libero 23 giugno 2005. Roma. La pillola antistupro si chiama ”Androcur”, si trova in tutte le farmacie e la passa la mutua
La pillola anti stupro è già in vendita a un euro. Libero 23 giugno 2005. Roma. La pillola antistupro si chiama ”Androcur”, si trova in tutte le farmacie e la passa la mutua. Libero l’ha acquistata ieri. Basta presentarsi al banco con la ricetta del medico di base e pagare un euro di ticket. Per chi è in possesso di una ”ricetta bianca”, vale a dire quella compilata da un medico qualsiasi, il costo sale a 26 euro e 56 centesimi. La scatola contiene 25 compresse da 50 milligrammi. Indicazioni terapeutiche: "Riduzione dell’istinto sessuale patologicamente aumentato o alterato nell’uomo adulto (ipersessualità o deviazioni sessuali)". La terapia si basa sull’autocontrollo del testosterone, l’ormone responsabile dell’aggressività, in particolare quella di natura sessuale. Per questo il farmaco può essere prescritto anche per curare il cancro alla prostata. Chi conosce bene ”Androcur”per averlo prescritto ai suoi pazienti è il criminologo Francesco Bruno, medico e professore di Psicopatologia forense presso l’Università degli studi di Roma ”La Sapienza”. "L’ho sperimentato clinicamente in circa trenta casi", spiega, "per un terzo ho ottenuto risultati molto positivi e per un altro terzo apprezzabili. Nell’ultimo terzo, invece, la terapia è fallita perché i pazienti non hanno più seguito la cura. In poche parole non volevano più prendere il farmaco". Il dato complessivo, comunque, soddisfa il professore: "Corrisponde più o meno ai risultati che si ottengono con i soggetti affetti da aggressività, violenza e disturbi psicopatici curati con altri farmaci psicoattivi". Paradossalmente per chi soffre di disturbi sessuali curarsi è molto semplice. "Il delinquente sessuale viene da me, io gli prescrivo il farmaco e lui lo prende secondo la posologia indicata", osserva Bruno. E non c’è solo ”Androcur ”: "Quelli che si usano più diffusamente sono Depoprovera - che si assume per fiale ed è meno accettata perché provoca più effetti collaterali - e Triptorelina, usata dagli israeliani con risultati positivi". Inzialmente, è scritto nel foglietto illustrativo all’interno della confezione, si parte con "una compressa una volta al giorno". Dose che può essere aumentata "fino a due compresse tre volte al giorno. Raggiunto un risultato soddisfacente si cercherà di mantenere l’effetto terapeutico con il minor dosaggio possibile". E i risultati, se si rispetta la tabella di marcia, sono assicurati. "Tra i quindici e i trenta giorni successivi all’inizio della cura", conferma Bruno, "cominciano a manifestarsi i primi effetti". Cioè: riduzione del desiderio e della potenza sessuale. Da sola, però, la pillola non basta. "Serve l’appoggio psicologico, che spieghi ai pazienti l’uso e gli effetti del farmaco", aggiunge il criminologo. Controindicazioni? Nessuna, visto che gli effetti della cura sono reversibili. "Il farmaco si può usare a lungo senza danni irreversibili", afferma Bruno, "questo i pazienti lo sanno e ne sono convinti. Magari l’ha messo in dubbio quel terzo che ha sospeso la terapia". Chi assume ”Androcur ”, infatti, secondo la nota all’interno della confezione torna allo stato precedente la terapia "circa 3-5 mesi dopo il termine del trattamento", tempo che in alcuni casi si dilata fino a "venti mesi". E allora cosa c’è che non va? Semplice, la cura è volontaria. "Io posso prescrivere il farmaco solo a chi me lo chiede", spiega il professore. In Italia, infatti, la cura contro chi ha commesso un reato derivante dai disturbi sessuali non è coatta. "Eppure in altri casi", ricorda Bruno, "ad esempio quelli dei malati di mente riconosciuti pericolosi perché hanno commesso un reato, lo è: o si curano presso un centro pubblico o una clinica privata, o sono trasferiti in un manicomio criminale per ragioni di sicurezza". Trattamento, conclude, che dovrebbe essere esteso "a chi ha stuprato". Come? "Attraverso l’introduzione di una legge che ponga al condannato un’alternativa: se si cura scattano misure a lui favorevoli come gli arresti domiciliari, la libertà vigilata e uno sconto di pena. Altrimenti c’è il carcere". Tommaso Montesano