Corriere della Sera 17/06/2005, pag.21 Wanda Lattes, 17 giugno 2005
Due parole e una sonda tv per il Leonardo perduto. Corriere della Sera 17/06/2005. Firenze. Il colpevole è Giorgio Vasari? Manca la risposta a questa domanda e manca il ritrovamento del tesoro scomparso per mettere la parola fine ad un giallo che va avanti da cinque secoli
Due parole e una sonda tv per il Leonardo perduto. Corriere della Sera 17/06/2005. Firenze. Il colpevole è Giorgio Vasari? Manca la risposta a questa domanda e manca il ritrovamento del tesoro scomparso per mettere la parola fine ad un giallo che va avanti da cinque secoli. Il tesoro da trovare è la Battaglia di Anghiari , affresco di Leonardo da Vinci. L’investigatore scienziato, invece, è Maurizio Seracini, che dice: " Lasciatemi arrivare al punto giusto per fare un forellino di quattro millimetri in un muro e vi dirò se il tesoro c’è e dov’è " . Tra i protagonisti del giallo c’è anche il più famoso studioso di Leonardo, Carlo Pedretti: " E’ giusto cercare, il tesoro probabilmente c’è, i documenti storici ci rassicurano " . Non manca un indizio chiave, tenuto fino ad oggi in scarsa considerazione: la scritta, bianca e originale, che spicca al centro del dipinto che forse nasconde Leonardo, " cerca trova " . Una scritta misteriosa lasciata proprio dal possibile colpevole, lo storico artista Giorgio Vasari. Ecco la trama del giallo lungo cinque secoli. Nella Firenze repubblicana del primo Cinquecento Leonardo e Michelangelo vengono invitati a narrare sulle pareti di Palazzo Vecchio le storiche battaglie del Comune. Fatti i disegni preparatori della Battaglia di Cascina , Michelangelo deve partire per Roma, mentre Leonardo comincia a dipingere la Battaglia di Anghiari . E’ venerdì 6 giugno 1505 e il lavoro parte, secondo quanto scrive lo stesso Leonardo, sotto cattivi auspici: piove, si rompe un vaso, si straccia un cartone. Poi, secondo quanto scrive Vasari, avviene un disastro tecnico, i colori ad olio si disfano e il capolavoro si perde. Ma il potentissimo Vasari, che sta ristrutturando, creando, dipingendo il centro della città secondo i voleri del duca Cosimo, non è disinteressato. E’ lui a cambiare a fondo il salone del palazzo, a dipingere le nuove pareti. Ha distrutto la parete, forse non perfetta, ma sicuramente dipinta da Leonardo, o ha fatto un soprammuro, lasciando un’intercapedine? Perché poi nel bel mezzo della sua Battaglia di Marciana Vasari, o un suo aiuto, scrive su una bandiera quel " cerca trova " , minuto, quasi illeggibile? Per un tardivo rimorso? Veniamo ai giorni nostri. L’ingegnere elettronico Maurizio Seracini s’impegna da trent’anni nel possibile recupero del Leonardo perduto. E’ il titolare di Editech, studio famoso nel mondo per indagini e recuperi di opere d’arte, ha già studiato tutti i mutamenti di Palazzo Vecchio, ha pronto un illimitato finanziamento svizzero. Seracini ha presentato un lavoro in base al quale risulta che la Battaglia potrebbe essere sulla parete est del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, proprio dietro quell’intercapedine che è stata trovata. " Dobbiamo fare una scansione radar e una scansione termografica delle pareti del Salone, trovare il punto adatto nell’intonaco dipinto, fare un foro di 4 millimetri, introdurre la sonda con la fibra endoscopica, munita di luce e telecamera, che non solo dirà quel che vede ma potrà informarci sulla presenza o meno di pigmenti. Fatemi arrivare a questo punto, poi vi dirò tutta la verità " . " Più di un documento – dice Carlo Pedretti – parla del capolavoro prima della costruzione del muro vasariano. Una lettera di Anton Francesco Doni, personaggio autorevole, il mecenate di Michelangelo per il Tondo Doni, invita l’amico veneziano Alberto Lollio a salire le scale del Palazzo " per dare una vista a cavalli e uomini, cosa meravigliosa dipinta da Leonardo". Ma già nel 1510 la Guida di Francesco Albertini parla della presenza della Battaglia di Leonardo. Vale sicuramente la pena di cercare, ogni segno di Leonardo è patrimonio prezioso " . Non troppo interessato alla ricerca appare invece, almeno per ora, il soprintendente Antonio Paolucci, forse deluso dalle indagini condotte anni addietro. " Ma oggi i mezzi scientifici sono completamente diversi – sottolinea Seracini – , oggi possiamo studiare dietro l’affresco del Vasari senza toccare la struttura. Inoltre adesso conosciamo il preciso profilo dei muri prima delle demolizioni volute dal Duca " . Siamo di fronte a un secolare intrigo politico culturale? Non dimentichiamo che Vasari aveva potere e coraggio sterminati. Fece coprire con una parete fasulla l’affresco di Masaccio della Trinità , il capolavoro oggi visibile in Santa Maria Novella dopo complicate azioni di recupero. Sulla parete falsa Vasari aveva appoggiato un altare con un suo dipinto. Fu Ugo Procacci, nel secolo passato, a ritrovare il Masaccio perduto. " Si, Vasari era un tipo disinvolto. Capace di tutto, come scrittore e come artista " , dice Luciano Berti, storico dell’arte. Ora ci vuole il permesso per fare quel foro e risolvere il giallo. Trovando anche il colpevole. Wanda Lattes