Giornali vari, 22 giugno 2005
Normanno Fabrizio, di anni 17, sparato alla nuca a mezzanotte mentre parcheggiava la bici bianca con cui era tornato a casa; il di lui fratello Normanno Ivan, di anni 15, colpito anche lui cinque volte e portato poi di corsa all’ospedale di Tricase dove fu giudicato assai grave; Normanno Alessandro, di anni 18, contro cui l’assassino premette il grilletto varie volte, ma invano perché il caricatore della Sig-Sauer 7,65 era stato svuotato
Normanno Fabrizio, di anni 17, sparato alla nuca a mezzanotte mentre parcheggiava la bici bianca con cui era tornato a casa; il di lui fratello Normanno Ivan, di anni 15, colpito anche lui cinque volte e portato poi di corsa all’ospedale di Tricase dove fu giudicato assai grave; Normanno Alessandro, di anni 18, contro cui l’assassino premette il grilletto varie volte, ma invano perché il caricatore della Sig-Sauer 7,65 era stato svuotato. I tre fratelli, due ore prima, avevano preso a schiaffi, sulla rotonda Giotto prospiciente al mare, Stìfani Pasquale, di anni 18, capelli biondi e lunghi a caschetto, scarpe da ginnastica, abiti neri. Trovato il giorno dopo alle 13.30 mentre, sotto un cielo bianco di scirocco, camminava sulla strada che unisce Taurisano e Ugento. Avendolo un poliziotto preso sotto braccio, Pasquale si mise a piangere. Dettagli appresi subito dopo: il padre Lucio, che voleva diventare un boss importante, venne ucciso 13 anni fa da sconosciuti che ne bruciarono il corpo e, ficcatagli una pistola in quel posto, lo buttarono nella discarica. Il figlio, allora di cinque anni, assistette al recupero del cadavere. L’agguato ai Normanno avvenne nello stesso giorno e mese dell’omicidio del padre. La madre Antonia, di 36 anni, mentre il figlio si inguaiava a quel modo, era a Padova a pregare nel santuario di Sant’Antonio. In Taurisano (Lecce), via dei Caduti di Cefalonia, a mezzanotte.