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 2005  giugno 22 Mercoledì calendario

Fellag MohandSaiid

• Nato ad Azzefoun (Algeria) il 31 marzo 1950. Comico. «’C’è un proverbio che dice: ’Il riso è la doccia del cuore’. E in Cabilia, dove sono nato, la tradizione vuole che un morto venga seppellito quando nella comunità riunita in lutto scoppia la prima risata. il segno che la vita riprende e che la morte non è più che una formalità”. Mohand Saiid detto Fellag, ”il bandito”, è il più grande uomo di teatro algerino. nato nel 1950 da genitori berberi in un piccolo paese sulle montagne del Djurdjura, a est di Algeri. I suoi spettacoli di satira, da Un battello per l’Australia a Djurdjurassique Bled, sono l’autobiografia di una nazione orgogliosa e ferita, fatta di orrori quotidiani e dinosauri intoccabili [...] ”Tutti i miei spettacoli sono frutto di una rivolta. Nascono dall’emozione che provocano in me la miseria o l’umiliazione subita dalla mia gente. Alla fine degli anni Ottanta, una voce aveva acceso l’immaginario dei giovani algerini: si diceva che un enorme bastimento fosse stato inviato dalle autorità australiane per raccogliere tutti i disoccupati all’altro capo del mondo. Si assicuravano un lavoro, una casa e un canguro per ciascuno [...] Le voci nel mio Paese sono il primo organo d’informazione. Ci sono differenti tipi di voci: quelle prodotte dallo stato per sondare l’opinione popolare. E le voci che nascono dalla frustrazione, le fantasie più incredibili che contengono sempre i sogni della gente. Ho visto con i miei occhi centinaia di giovani fare la coda davanti all’ambasciata australiana per un posto su quel battello mitico [...] In Algeria basta dividere la satira per due e ottieni la realtà [...] I berberi chiamano se stessi Imazighen, ’uomini liberi’. La parola berbero viene dalla consonanza in arabo con barbaro, l’etichetta affibbiata ai non-romani. Proprio a partire dall’invasione romana, i nostri antenati hanno via via perso il senso del loro nome, tornato alla luce nel XX secolo [...]”» (Michele Farina, ”Sette” n. 32-33-34/2001).