Varie, 22 giugno 2005
Tags : Ali Farka Touré
TOUR Ali Farka Kanau (Mali) 1939, Bamako (Mali) 7 marzo 2006. Musicista • «[...] Anche fisicamente, Touré comunicava la forza leggendaria che circondava il suo nome: alto quasi due metri, magro e slanciato [
TOUR Ali Farka Kanau (Mali) 1939, Bamako (Mali) 7 marzo 2006. Musicista • «[...] Anche fisicamente, Touré comunicava la forza leggendaria che circondava il suo nome: alto quasi due metri, magro e slanciato [...] Originario del Nord del Mali, Touré era conosciuto come maggiore interprete dello stile che aveva preso il nome di ”blues del deserto”. Per questo Scorsese lo aveva voluto come testimone della parte africana nel documentario Dal Mississippi al Mali. Chitarrista sopraffino, [...]» (c. m., ”la Repubblica” 8/3/2006). « stato uno dei ponti fra la cultura africana e l’occidente, uno dei cardini della worldmusic. Ali Farka Toure, il ”John Lee Hooker dell’Africa” [...] era un purista: ha sempre utilizzato le lingue africane come songhaï, fula e tamaschek, rinunciando così a quella maggiore popolarità che la scelta dell’inglese gli avrebbe regalato. ”L’Africa è la mia fonte di ispirazione, la mia bussola e la mia felicità”, diceva. [...] si considerava un musicista per passione e nel 1990 si era ritirato dalle scene per dedicarsi alla coltivazione del riso. Tornato in attività, aveva usato i proventi dai diritti sulle sue composizioni per creare una fondazione che aveva l’obiettivo di sostenere lo sviluppo dell’agricoltura a Niafunké, il suo villaggio natale, situato in una regione semidesertica del Mali, del quale era sindaco dal 2004. A convincerlo a riprendere in mano la chitarra era stato nel 1994 Ry Cooder: il loro album Talking Timbuctu vinse un Grammy, l’Oscar della musica. Riconoscimento conquistato una seconda [...] con In the Heart of the Moon, realizzato con l’altra star della musica del Mali, il suonatore di kora Toumani Diabate. [...]» (Andrea Laffranchi, ”Corriere della Sera” 8/3/2006). «Raccontare Ali Farka Touré è un compito arduo. Perché non è soltanto uno dei più grandi musicisti africani viventi, nonché il più venerato del Mali, il suo paese; non è solo il creatore di un genere particolare e riconoscibile come il blues maliano: Ali Farka Touré è anche un sindaco, un agricoltore, un saggio, un uomo profondamente religioso. La spiritualità è un’eredità materna: sua madre Kounandi Samba era una sacerdotessa con un destino segnato dalla perdita di dieci figli. Morirono tutti, tranne Ali, che per la sua tenace sopravvivenza meritò il soprannome di ”farka” (asino in lingua sorai). Ali non discende quindi da una famiglia di musicisti. La musica la incontra nel ”56, quando ha 17 anni e vede in concerto l’immenso chitarrista guineiano Keita Fodeba. Ostinato, decide che anche lui suonerà la chitarra degli occidentali, ma adattandola alla musica del suo paese. La via gli si apre all’estero. Il Mali è un paese molto povero e, se pur con una grandissima tradizione musicale, la produzione di dischi è inesistente. Negli anni 60 però la popolarità di Touré è cresciuta. I colonizzatori francesi se ne sono andati e Radio Mali trasmette le musiche popolari delle quali all’epoca lui è campione. nel ”68 che scopre il blues americano (grazie ai dischi di Johnny Lee Hoker, James Brown, Jimmy Smith, Albert King). Negli anni 70 in Francia incide sette dischi e fino al 1980 viaggia continuamente, in Europa, in Canada, in Giappone, negli Stati Uniti. Poi decide di tornare in Mali, anzi, nella sua città del nord, Niafunké. Ne diventa il sindaco, ne farà una città agricola modello, comprando pompe per succhiare acqua dal fiume Niger e riversarla nei campi di riso, cotone, frutta. Ma Nick Gold, produttore di Buena Vista Social Club, va a ripescarlo in Africa, e nel ”95 Touré vince un Grammy per Talking Timboctou, disco capolavoro suonato con Ry Cooder. Nel ”99 esce Niafunké [...]» (Laura Putti, ”la Repubblica” 23/6/2005). «L’uomo è forte, sanguigno. Violento, se necessario. Non è diplomatico. E perché dovrebbe? [...] è uno dei monumenti della musica africana, rispettato creatore di un genere (il blues maliano) e allo stesso tempo gran sacerdote della tradizione. Nel ”95 ha anche vinto un Grammy con Ry Cooder per il disco Talking Timbuktu. [...] ”[...] Ricordo che da bambino, negli anni 40, vedevo sgozzare mille buoi ogni mattina; poi veniva un aereo e se li portava via. Dove li portava? Mistero. Ma non in Africa. [...]”» (Laura Putti, ”la Repubblica” 22/6/2005).