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 2005  giugno 20 Lunedì calendario

Birindelli Gino

• Pescia 19 gennaio 1911, Roma 3 agosto 2008. Ammiraglio. Politico. Apparteneva alla «[...] squadriglia di temerari uomini che, durante la seconda guerra mondiale, su piccoli sommergibili - i famosi maiali - andavano all’assalto delle navi inglesi [...] eroe di Gibilterra decorato con una medaglia d’oro e una d’argento, ex comandante delle forze navali Nato nel Mediterraneo, ex presidente del Msi [...] ”Sono sempre stato un rompiscatole della forza di 100 cavalli” [...] Dagli antichi nemici, gli inglesi (fu lui, nel 1940, a guidare la primamissione, nel porto di Gibilterra) riceve onori, attenzioni. All’Eden Camp, il museo dei sommergibili inaugurato dal duca d’Edimburgo là dove c’era un campo di prigionia, la baracca con la storia dei maiali porta il suo nome [...] ”Sono sempre stato solo un soldato, entrai nel Msi su richiesta di Giorgio Almirante. Era il 1972, presi 300 mila voti di preferenza. Fu anno record per il Msi: 3 milioni di voti, 56 deputati. Due anni dopo 35 deputati e 16 senatori mi chiesero di fare un nuovo gruppo. Non sono un politico di professione, me ne sono andato [...] Anche negli anni in cui sono stato prigioniero in Inghilterra, come rappresentante del campo, non mi sono mai arreso. Volevo rispetto per noi italiani. Dopo il 1944 hanno voluto mandare i loro uomini - non che fossero degli sprovveduti - a Taranto, a scuola da noi. C’era anche un ufficiale di nome Robert Hobson sr. Alla sua morte, il figlio ha scoperto, da suoi documenti top secret, che era un frogman. [...] Dei 30, 40 uomini del nostro gruppo - dal 1939 ci addestravamo in segreto alla foce del Serchio - mi addolora che non si ricordi mai Antonio Marceglia, un capitano triestino. Ad Alessandria fece un’azione da manuale [...] Comandavo le forze navali alleate nel Mediterraneo. A quei tempi il Mediterraneo era un lago russo. Le loro navi erano ovunque ma, in Italia, non si poteva dirlo. Il comandante supremo, generale Andrew Goopaster, approvò la mia idea: volevo issare la bandiera Nato su tutte le nostre navi. Quindici giorni dopo fui bloccato dal veto di un solo governo, quello italiano di centrosinistra. Doppiezza: a parole dicevano ”Viva la Nato’, nei fatti la sabotavano. Ero furente, volevo che tutti sapessero. Giovanni Malagodi mi offrì il posto di capolista, ma scelsi il Msi: erano meno cortesi dei liberali ma con più grinta [...] Lamento che non abbiamo avuto come in Germania una democrazia cristiana ma cattolica. Anche An non è liberista ma nazional-cattolica. L’Udc? cattolica e basta [...] Io non mi faccio strumentalizzare. Quando a Milano due giovinastri uccisero l’agente Marino, fui l’unico ad andare ai funerali. Fifoni! In segreteria del partito dissi che non si poteva fare i buoni in Parlamento e coprire certi figuri. Discutemmo tre giorni. Alla fine ho abbandonato la politica: non era quella la destra europea che mi aveva promesso Almirante [...] Gelli? Perdoni la volgarità: lui è una cacchina di bimbo. Ero presidente del Msi, volle conoscermi. ”Le piace il castagnaccio?’, mi chiese. Si sapeva che ne ero pazzo. ”Se passa da Arezzo’, aggiunse, ”venga ad assaggiare quello di mia moglie. ottimo’. Poi, aggiunse: ”Lei che ha tante conoscenze perché non lascia il Msie fa una scissione?’. Anche lui! Accettai però, una volta congedato, d’iscrivermi alla massoneria. Fui ordinato in un appartamento in via Condotti. Mi diedero anche il grembiulino; tornando a casa, lo buttai da ponte Milvio nel Tevere. Due anni prima dello scandalo mi ero già messo in sonno: non era la massoneria delle buone azioni. Tutto marcio[...] Alle mie tre mogli - l’ultima, Janka, è polacca - ho sempre detto che non avrei dovuto sposarmi. Avevo già la Marina, la mia vera fonte di soddisfazione, una mamma. [...]”» (Chiara Beria di Argentine, ”La Stampa” 20/6/2005).