19 giugno 2005
Tags : Kang Chol Hwan
KANG CHOL HWAN Nato a Kyongrim-dong (Corea del Nord) il 18 settembre 1968. «[...] ex detenuto del gulag nordcoreano [
KANG CHOL HWAN Nato a Kyongrim-dong (Corea del Nord) il 18 settembre 1968. «[...] ex detenuto del gulag nordcoreano [...] consigliere ufficioso di George Bush per i rapporti con la Corea del nord. [...] venne imprigionato a 9 anni e liberato a 19, e a 30 riuscì a fuggire nella Corea del Sud. Secondo il ”New York Times” , ha convinto il presidente a imporre un’altra condizione al dittatore Kim Jong Il per eventuali accordi tra Washington e Pyongyang: il rispetto dei diritti umani, oltre alla rinuncia alla bomba atomica. Il tutto, grazie alla autobiografia scritta nel 2000 con il giornalista francese Pierre Rigolout: Gli acquari di Pyongyang: 10 anni nel gulag nordcoreano. Sollecitato dall’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, Bush lesse il libro [...] e ne rimase così sconvolto da invitare Kang alla Casa Bianca. [...] La storia di Kang Chol Hwan è ancora più curiosa di quella di un altro ex detenuto di un altro gulag, Natan Sharansky, il dissidente sovietico divenuto uno dei leader politici di Israele, anch’egli consigliere a distanza del presidente. [...] Bush lesse il libro di Sharansky La ragione della democrazia: il potere della libertà di sopraffare la tirannia e il terrore e ne abbracciò in pieno il contenuto. Gli fu di ispirazione, ammette, per la campagna per l’esportazione della libertà e democrazia in Medio Oriente su cui ha incentrato il secondo mandato. ”Ma Sharansky - rileva l’ex sottosegretario di Stato americano Strobe Talbott - era un protagonista della politica estera da vent’anni, Bush lo conosceva già. Kang invece era uno sconosciuto, un povero rifugiato”. [...] Kang Chol Hwan fu vittima di una delle folli dottrine del regime: che il dissenso è ereditario. Quando il nonno, un ex uomo d’affari che aveva fatto fortuna in Giappone, venne arrestato nel ’77, i suoi discendenti finirono con lui nel campo di concentramento di Yokod, aperto nel 1959, e furono addetti ai lavori forzati. Yokod si rivelò un inferno. La mattina Kang andava a scuola con la sorellina di 7 anni e il pomeriggio lavorava in una miniera o come taglialegna oppure nei campi: un giorno, racconta, dovette trasportare a piedi un tronco per 20 km. Il cibo era così scarso che i detenuti si alimentavano di topi - di cui conservavano anche la pelle per rattoppare gli abiti - di salamandre, scarafaggi e insetti. Tutti i ribelli venivano giustiziati e dopo le esecuzioni i compagni erano costretti a prenderne i cadaveri a sassate al grido di ”Abbasso i traditori del popolo!”. Miracolosamente, malgrado la fame e le sevizie la famiglia riuscì a sopravvivere, sino alla inaspettata liberazione nel 1987, grazie a un’amnistia in onore del compleanno di Kim Jong Il. Una decina di anni più tardi Kang fuggì a Seul. L’ex prigioniero politico nordcoreano [...] godette di un’effimera fama negli Stati Uniti nel ’99 , quando testimoniò sulla Corea del Nord al Senato a Washington, e Pyongyang lo denunciò come un uomo ”privo di dignità e valore umani”. Ma la pubblicazione del suo libro l’anno successivo non ebbe alcuna eco alla Casa Bianca. [...]» (Ennio Caretto, ”Corriere della Sera” 19/6/2005).