Corriere della Sera 15/06/2005, pag.31 Ennio Caretto, 15 giugno 2005
La metamorfosi di Lindbergh, da eroe a dongiovanni. Corriere della Sera 15/06/2005. Washington. Spesso il tempo è poco misericordioso con gli eroi americani: ne denuncia gli errori e i vizi, dal padre fondatore Thomas Jefferson, che ebbe numerosi figli da una schiava nera, al presidente John Kennedy, che ebbe innumerevoli amanti
La metamorfosi di Lindbergh, da eroe a dongiovanni. Corriere della Sera 15/06/2005. Washington. Spesso il tempo è poco misericordioso con gli eroi americani: ne denuncia gli errori e i vizi, dal padre fondatore Thomas Jefferson, che ebbe numerosi figli da una schiava nera, al presidente John Kennedy, che ebbe innumerevoli amanti. Dal 2003, è il turno di Charles Lindbergh, il primo trasvolatore dell’Atlantico nel 1927, il prototipo del pioniere onesto e coraggioso, immortalato sugli schermi da James Stewart. Nel 2003, il Dna dimostrò che Lindbergh, sposato e padre di sei figli, segretamente ne ebbe altri tre da una tedesca, Brigitte Hesshaimer, più giovane di lui di 23 anni. Nel 2004, nel romanzo The plot against America , Philip Roth ne denunciò le inclinazioni naziste, dipingendo l’involuzione totalitaria del Paese nell’immaginario caso che Lindbergh fosse stato eletto presidente nel ’ 40. Adesso, la goccia che fa traboccare il vaso: un libro, La doppia vita di Charles Lindbergh ( pubblicato dalla Heyne Verlag, una casa editrice della Random House, pp. 368, e 19,90) secondo cui in Germania di figli illegittimi il trasvolatore dell’Atlantico ne ebbe non tre ma sette, di cui due con la sorella di Brigitte, e due dalla segretaria privata, concepiti forse a Roma. Il singolare « mén age a quattro » come lo chiama l’autore del libro Rudolf Schrök, o meglio a cinque, è un trauma per l’America. Quello di Lindbergh era il più resistente dei suoi miti. Nonostante le riserve sul suo appoggio all’eugenetica e sulle sue tendenze antisemite, Lindbergh era considerato un modello di patriottismo. E il suo matrimonio con Anne Morrow, durato 45 anni, sino alla morte nel ’ 74, era additato a esempio alla nazione squassata dai divorzi. Ma La doppia vita di Charles Lindbergh demolisce tutto. L’eroico pilota, insignito dell’ « Aquila tedesca » da Hermann Göring nel ’ 38, rimase sempre legato alla Germania. E dopo la Seconda guerra mondiale, attraversò l’Atlantico quattro o cinque volte all’anno per visita re le altre tre famiglie, sempre di nascosto. Ufficialmente, la moglie ne rimase all’oscuro e le compagne, ciascuna al corrente dell’esistenza delle altre, consentirono a spartirselo e tacere. Sul letto di morte, Lindbergh, noto ai figli come lo scrittore Carou Kent – a imitazione di Clark Kent, dal fumetto di Superman? – le implorò di non tradirlo. Le tre, rimaste nubili per l’intera vita, gli obbedirono. Sono stati i figli di Brigitte Hesshaimer, Dyrk, David e Astrid, sposata Bouteuil, gli stessi che si sottoposero al Dna nel 2003, a raccontare a Rudolf Schrök le love story di L i n d b e r g h . Vincolati al segreto dalla madre fino alla sua scomparsa nel 2001, i tre, ormai di mezza età, hanno potuto ricostruire il labirinto sentimentale del padre nei particolari tramite 150 lettere e centinaia di fotografie firmate « C » . Non hanno addotto prove del suo rapporto con la zia Marietta e la segretaria di lui Valeska, entrambe ancora in vita: « Non ne avevano bisogno » ha sostenuto Anton Schwenk, il loro avvocato. Ma hanno precisato che Marietta, oggi residente in Svizzera, ebbe due maschi, Christoph e Vago, e Valeska, « una giovane bionda e avvenente » , un maschio e una femmina. Per tutti e sette, venuti alla luce tra il ’ 58 e il ’ 67, Lindbergh fu un buon padre: diede loro una casa, li portò in vacanza in altri Paesi europei, provvide alla loro istruzione, dedicò loro quanto più tempo possibile. La moglie attribuì le lunghe separazioni all’insaziabile sete di esplorazione del marito: non sospettò che, anziché geografica, essa fosse sessuale. La maratona amorosa di Lindbergh cominciò proba bilmente attorno al ’ 50, quando in visita a Monaco assunse Valeska come segretaria e traduttrice dei suoi libri. Ha riferito Schrök che la incontrava in un alloggio segreto a Roma e che la relazione continuò anche dopo che nel ’ 57 Valeska gli presentò due concittadine e amiche, le sorelle Brigitte e Marietta, due stiliste. Una malattia infantile aveva reso difficile alle sorelle camminare, ma riuscirono egualmente attraenti al visitatore americano. A 55 anni, il celebre e ricco vincitore dell’Atlantico, atletico, elegante, alto, esercitava ancora un fascino irresistibile sulle donne. La prima delle sorelle a cedersi fu Brigitte, poi fu la volta di Marietta. Lindbergh non riconobbe nessuno dei figli, ma nessuna delle tre lo trascinò in tribunale: ognuna andò a vivere in città diverse, tra cui lui cercò di distribuirsi imparzialmente. Di recente un suo legittimo nipote, Morgan, anche lui prestatosi al Dna nel 2003, ha voluto conosce re Dyrk, David e Astrid Hesshaimer: « Hanno un aspetto molto familiare – ha commentato. – Sono la testimonianza vivente della vitalità e del calore affettivo di mio nonno » . Paradossalmente, perdonare gli immorali inganni da parte di Lindbergh sembra più facile per le sue quattro famiglie che per l’America dei neocon e degli evangelici di oggi. Charles Lindbergh e il suo aereo « Lo spirito di St. Louis » , dalla sua città natale nel Minnesota, erano un simbolo non solo di fortitudine ma anche di benedizione divina. Le sue fiabesche nozze con Anne Morrow, nel 1929, due anni dopo la sua storica impresa, avevano entusiasmato la nazione. Era una coppia da ammirar e : l u i g i à un’icona, lei la figlia di un potente banchiere e senatore repubblicano, e come lui pilota, esploratrice e scrittrice, la prima donna americana a volare con l’aliante. Il loro mito si era rafforzato nel ’ 32, quando un delinquente ne aveva rapito il primogenito di 20 mesi e dopo avere chiesto un enorme riscatto l’aveva ucciso: il giallo più famoso della prima metà del secolo. La loro unione aveva resistito, erano arrivati altri cinque figli, la nazione aveva fatto quadrato attorno a loro. Sino alla Seconda guerra mondiale, in patria e nei continui viaggi all’estero, i due coniugi Lindbergh erano apparsi inseparabili, l’incarnazione del sogno americano. Rivisitando ripetutamente Lindbergh, la storia ha finito per portarne alla luce più i demeriti che i meriti, e le contraddizioni più che le virtù. Nella sfera privata e in quella politica, il trasvolatore compì o sfiorò sovente il tradimento: all’epoca delle nozze, fu sospettato di tresca con la cognata, e alla fine degli anni Trenta, come leader del movimento « America first » , Prima l’America, si oppose alla guerra alla Germania. Quando il cancro lo stroncò nel ’ 74, la moglie, che sopravvisse fino al 2001 come Brigitte, osservò amaramente di essere stata abituata per decenni alla vedovanza, e gli americani alle prese con la lotta dei diritti civili e con la guerra del Vietnam sembrarono averlo scordato. Ma il suo incredibile volo di 33 ore sull’Atlantico, su un aeroplanino carico di carburante, in una cieca sfida alla morte, resta uno dei capitoli più luminosi dell’umanità e della tecnica, un’impresa che sarebbe stata superata solo 40 anni più tardi, nel luglio del ’ 67, da Neil Armstrong e «Buzz» Aldrin con lo sbarco dell’Apollo sulla luna. Ennio Caretto