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 2005  giugno 15 Mercoledì calendario

ALTIERI

ALTIERI Mario Montalbano Jonico (Matera) 19 aprile 1952. Politico. Sindaco di Scanzano Jonico (dal 2001). Arrestato il 14 giugno 2005. «Si vantava, sul sito Internet comunale, che il suo paese ”fu fondato da Epeo, il falegname costruttore del cavallo di Troia che qui approdò con la sua tribù dopo la rottura con i Tebani”. Leggende. Gli ultimi sviluppi sembrano tuttavia dar ragione a chi diceva che a Scanzano, il paese che [...] bloccò la Basilicata ribellandosi al progetto di una discarica di scorie radioattive, un cavallo di Troia dalla sgradevole sorpresa c’era davvero: lui, il sindaco Mario Altieri. L’uomo che aveva capeggiato la rivolta proponendosi come il nuovo Masaniello di un Sud stanco di soprusi. [...] Che Mario Altieri non fosse proprio un condottiero di immacolate virtù, a dire il vero, i compaesani lo avevano capito un mese dopo la conclusione della sommossa che per una settimana, nel novembre 2003, aveva riempito i giornali, i tiggì, i notiziari radio e le trasmissioni d’approfondimento. Poco prima di Natale infatti, dall’altra parte dell’Italia, a Rimini, il tribunale aveva chiuso un processo al sindaco ”ecologista” assolvendolo solo per la prescrizione da imputazioni un po’ infamanti per un paladino dell’ambiente. Una brutta storia, guarda coincidenza, di discariche pericolose. Il capo d’imputazione, secondo l’Ansa, diceva che l’uomo ”avrebbe attestato falsamente, come legale rappresentante della ditta ”Teseo Srl’ di Scanzano, l’avvenuto smaltimento di rifiuti inducendo in errore numerosi comuni lombardi e liguri. In particolare avrebbe dichiarato di aver smaltito, tra il ”94 e il luglio ”96, 4,2 milioni di chilogrammi di rifiuti nella discarica comunale di Pomarico (Matera), ma in realtà stoccandoli – sempre secondo l’accusa – in parte a Ginestreto (Forlì Cesena) e in parte altrove”. Una faccenda gravissima. Ma purtroppo accertata, come capita spesso nelle aule di giustizia italiane, troppo tardi. Quando già erano scaduti i tempi per condannare i colpevoli. Per il nostro ”eroe” popolare non sarebbe stata neppure la prima condanna. Qualche anno fa, infatti, ai tempi in cui si dava da fare con gli appalti gironzolando nei dintorni della Dc, Altieri era stato processato anche per un’altra storia non proprio edificante. Ricordate l’area industriale di Balvano, quella che coi soldi della ricostruzione dopo il terremoto in Irpinia venne costruita (con la sua bretella stradale, i suoi svincoli, le sue costosissime infrastrutture) a mille metri di altezza invece che a fondovalle perché, spiegò un amministratore alla commissione d’inchiesta guidata da Oscar Luigi Scalfaro, ”la Ferrero fa le merendine e lassù in alto le merendine lievitano meglio”? Bene: venne finanziata, progettata e costruita allora, in quel delirio che avrebbe portato la vicina area di Baragiano a vantare il record planetario di investimenti cervellotici (tre miliardi e passa di lire per ogni posto di lavoro creato) una fabbrica di musicassette, la Abl. Costò 31 miliardi (di allora), di fatto non aprì mai ma prima di tirar le cuoia fu al centro di uno spettacolare corso di formazione professionale che avrebbe dovuto selezionare 180 operai per assumerne un’ottantina. Tre miliardi, costò il giochino. E chi c’era dietro? Lui: Mario Altieri. Condannato a un anno e quattro mesi di carcere. Ma cosa sarà mai un piccolo incidente di percorso per un uomo pieno di spirito d’iniziativa? Pochi anni in apnea e il nostro veniva eletto, alla guida di una lista civica di destra vicina ad An [...] sindaco di Scanzano. Carica ricoperta non solo all’epoca delle discariche romagnole ma anche quando il governo Berlusconi, dopo una ispezione del generale Carlo Jean, individuò nelle miniere di salgemma del paese lucano il sito adatto a stoccare le scorie radioattive. Una scelta che, a sentire le rivelazioni di qualche ministro, ad ascoltare gli sfoghi di alcuni esponenti locali e a leggere una inchiesta di ”Panorama”, avrebbe stupito tutti meno lui, Mario Altieri. ”Ho elementi sufficienti per ritenere il concorso di Altieri nella decisione assunta dal governo Berlusconi sull’individuazione di Scanzano come sito unico nazionale di stoccag gio dei rifiuti radioattivi”, scrisse in una nota il consigliere regionale Antonio Di Sanza, di Forza Italia, accusando il sindaco di aver dato via libera a Roma per poi rimangiarsi tutto allo scoppio della rivolta. E invitò i consiglieri azzurri ”a far cessare la messa in scena”. Se è tutto vero, rincarò Giuseppe Ayala, che pure siede in Parlamento all’opposizione, ”Altieri non può rimanere al suo posto un solo minuto. Anzi, non basterebbero le sue dimissioni: bisognerebbe mandarlo via a calci”. Lui strillò che non aveva mai dato il consenso a niente e si mise alla testa della ribellione e proclamò al mondo che cominciava uno sciopero della fame e intimò al presidente del Consiglio di smentire tutto e insomma fece l’iradiddio per ergersi, lui, a impavido capopolo. E tutta l’Italia, digiuna di retroscena, voci e sospetti, si sentì toccare il cuore: però! Averne, in questi anni di condoni e case abusive e illegalità diffuse, di sindaci come quello di Scanzano! Averne, di tribuni della plebe di tal fatta! Non bastasse, il nostro avrebbe celebrato l’anniversario della rivolta dedicando un grande spiazzo cittadino a quei manifestanti venuti allora da tutta la Basilicata per difendere il paese: Piazza dei Centomila. [...] Stando alle intercettazioni, alle riprese filmate di telecamere nascoste, alle cimici piazzate nei seggi, avrebbe giocato sporco con alcuni complici alle [...] Regionali per dare un aiutino ad Antonio Di Lorenzo, un candidato (eletto) di An patron della tivù locale. Il quale, davanti alla scoperta delle schede truccate a suo favore, non ha mancato di tuonare la sua indignazione. Per i brogli? Macché, per il lavoro degli investigatori: ” gravissimo che si sian messe telecamere dove i cittadini votano!”. Finalmente un garantista...» (Gian Antonio Stella, ”Corriere della Sera” 15/6/2005).