Corriere della Sera 11/06/2005, pag.27, 11 giugno 2005
E di Berlusconi dice: un grandissimo impresario. Corriere della Sera 11/06/2005. Nell’intervista – che verrà trasmessa da RaiSat Extra, in due puntate, mercoledì 15 e giovedì 16 giugno, alle 22
E di Berlusconi dice: un grandissimo impresario. Corriere della Sera 11/06/2005. Nell’intervista – che verrà trasmessa da RaiSat Extra, in due puntate, mercoledì 15 e giovedì 16 giugno, alle 22.30 – De Benedetti accusa politici e imprenditori italiani di non aver saputo combattere il protezionismo « che è la vera Tangentopoli culturale del nostro Paese » , ammette gli errori che portarono alla sua condanna, rivendica il coraggio di essersi sempre esposto in prima persona. Quanto alla corruzione, « dopo dieci anni è tornato tutto come prima, peggio di prima » . L’Ingegnere si dice poi convinto che un imprenditore non deve entrare in politica « perché il suo Dna è autocratico, mentre un politico deve avere un Dna democratico. Non lo dico per Berlusconi ma in generale. Lui tra l’altro non è un imprenditore ma un impresario. Un grandissimo impresario, ma è una cosa diversa. Quando si è misurato con cose da imprenditore puro – la Standa o le Pagine Utili – ha fallito » . De Benedetti sostiene poi che quella italiana è la crisi di un Paese « che non ha cultura di mercato: quando inventi la Consob nel 1973 e l’Autorità Antitrust nel ’ 90, vuol dire che non hai cultura economica » . Abbiamo fatto bene a smontare le Partecipazioni statali ma, anziché liberalizzare, abbiamo sostituito i monopoli pubblici con oligopoli privati: « Comprando le autostrade e i supermercati Gs, la Benetton è diventata la nuova Iri, l’Iri di Ponzano Veneto » . Quanto alla vita di imprenditore, l’Ingegnere rivendica l’esattezza e la lungimiranza delle sue analisi, ma riconosce anche di aver commesso vari sbagli nell’attuazione dei suoi piani: la scoperta dell’alimentare ( Buitoni Perugina e la mancata conquista della Sme), l’incursione nelle banche ( l’ingresso nell’Ambrosiano di Calvi è stato « un vero, fondamentale errore della mia vita, una fesseria... » ) e la scalata alla Sgb, cuore economico del Belgio. Ma ha dovuto vedersela anche con i veti della politica ( quello di Craxi sulla Sme) e l’ostilità dell’establishment economico ( ad esempio nella scalata del Belgio). Quanto all’Olivetti, l’Ingegnere ritiene che l’uscita di scena dal settore manifatturiero era inevitabile («nell’informatica non c’è più nessun europeo e in America perfino l’Ibm ha venduto tutto ai cinesi») , ma dice di essere stato il primo a capire che il futuro era nelle telecomunicazioni; e con Omnitel ha realizzato « la maggior creazione di valore fatta in Italia dal Dopoguerra ad oggi».