Il Sole 24 Ore 09/06/2005, pag.19 Serena Uccello, 9 giugno 2005
Paghi mille euro e la truffa è garantita. Il Sole 24 Ore 09/06/2005. Milano. "Che gli diano quarant’anni di galera"
Paghi mille euro e la truffa è garantita. Il Sole 24 Ore 09/06/2005. Milano. "Che gli diano quarant’anni di galera". Angelo Bossi parla con l’impeto e l’energia dei suoi 87 anni ben portati e soprattutto dei suoi 60 anni trascorsi alla guida della Bossi Technical srl. Bossi è una delle ottanta persone che sono state truffate dalla London Guarentée company Ltd. Il 28 giugno si presenteranno in aula come "parte lesa". E anche se Bossi ormai non ci conta sulla possibilità di recuperare i suoi 40 milioni di lire, "che almeno - dice - li mettano tutti in galera". Tra la fine del 1999 e il 2002 furono pubblicate su alcune testate nazionali le inserzioni pubblicitarie di una certa London Guarentée company Ltd. La società, che si presentava come un gruppo finanziario con sportelli in tutta Italia e che vantava tra i suoi clienti alcuni dei nomi più importanti dell’imprenditoria italiana, offriva fidejussioni e assicurazioni per la fornitura di macchinari, commesse, o per la partecipazione a gare d’appalto. Tutto in cambio del pagamento di un canone. In realtà la London Guarentée company Ltd era solo una scatola vuota che, incassati i canoni, è sparita senza pagare le fidejussioni. Una situazione di vero e proprio abusivismo finanziario che ha generato una truffa per diversi milioni come hanno accertato le indagini condotte dal procuratore di Roma, Luca Tescaroli, e dal Gico della Guardia di Finanza di Roma. Un caso isolato? Niente affatto piuttosto l’esempio estremo di una patologia diffusa. Basta sfogliare un qualunque giornale degli annunci, o scorrere a caso le pagine gialle alla voce "finanziamenti e mutui", per avere la sensazione che non ci sia niente di più facile che ottenere un prestito. Mille, duemila, anche dieci o ventimila euro in 24 ore, al massimo in un paio di giorni. Poca burocrazia poi, anzi totale assenza di fogli e carte bollate. Garanzie? Anche quelle al minimo. Negli ultimi anni il credito al consumo è cresciuto a doppia cifra (si veda il pezzo in alto), parallelamente, però, sono aumentate pure le società che promettono prestiti in poco tempo e senza troppe lungaggini. Un mondo sempre più vasto che usa tutti gli accenti del linguaggio pubblicitario per conquistare i potenziali consumatori. Quanti però di questi messaggi corrispondono al vero? Quanto sono affidabili queste società? Quali servizi e quale qualità offrono ai consumatori? I numeri. Un vero e proprio boom: secondo l’Ufficio italiano cambi dal 2000, anno in cui è stato attivato l’albo dei mediatori creditizi, ad oggi il numero di questi professionisti è passato da circa 10mila a 40mila. E i numeri sono destinati a crescere ancora. "Il trend - spiegano dall’Uic - è in continua espansione. All’inizio quando, con la legge del ’96, è stata decisa l’istituzione dell’albo sotto il nostro controllo, stimavamo che dal "ruolo degli agenti d’affari" delle Camere di commercio avrebbero fatto richiesta di iscrizione in 5mila, massimo dieci mila". La realtà ha superato le previsioni: 40mila "professionisti" dei servizi finanziari che diventano 59mila se si sommano i 19mila agenti in attività finanziaria. L’identikit. Gli agenti operano in nome e per conto di un intermediario finanziario vincolati da un rapporto che è regolato da un "contratto di agenzia". Gli agenti non possono lavorare per conto delle banche. L’attività dei mediatori creditizi invece consiste nel mettere in contatto chi ha bisogno di un prestito con gli istituti di credito. Su un piano decisamente diverso gli intermediari finanziari, perché possono erogare prestiti direttamente. Ma anche perché una parte di loro, quelli che superano il tetto dei 600mila euro di capitale sociale e che forniscono servizi come la fornitura di carte di credito, oltre al controllo dell’Uic devono essere iscritti presso un apposito albo tenuto e gestito dalla Banca d’Italia: sono assoggettati quindi agli stessi e rigorosi controlli e con gli stessi obblighi a cui sono sottoposte le banche. Mercato "selvaggio". Esclusi questi ultimi, sono i mediatori creditizi e gli agenti in attività finanziaria le figure che si collocano in una zona grigia: oltre il muro dell’abusivismo, in qualche caso, più spesso dentro i contorni sfuocati della scarsa trasparenza. Nel 2004 le indagini della Guardia di Finanza hanno messo in luce 246 violazioni amministrative contro le dieci del 2003, per un importo di 10.773.063 di euro contro i 114.226 dell’anno precedente. Quanto invece alle violazioni penali le Fiamme gialle hanno scoperto 34 illeciti (22 nel 2003). Evidenti, dunque, le anomalie del settore, causate in parte, della normativa che lo regolamenta. I ritardi della legge. Esattamente come le banche anche i mediatori devono rispettare la normativa anti-riciclaggio. Devono cioè effettuare le transizioni finanziarie oltre i 12.500 euro attraverso i canali autorizzati, ovvero le banche, hanno inoltre l’obbligo di indentificare la clientela e di conservarne i dati in un apposito archivio informatico, devono infine segnalare all’ufficio italiano cambi le operazioni sospette. Nonostante però la legge risalga al 1999 mancano ancora i provvedimenti attuati. Truffe, violazioni, usura. Un vuoto che rende più complessa l’azione di contrasto. Secondo infatti le indagini della Guardia di Finanza tra le irregolarità maggiormente riscontrate figurano appunto i trasferimenti di denaro. In testa però alla classifica delle infrazioni compare l’abusivismo. Su cento controlli delle Fiamme gialle, il tasso di abusivismo supera il 50 per cento. Analoghi risultati per l’Ufficio italiano cambi a cui spetta la vigilanza sui mediatori. "Riceviamo molte segnalazioni - spiegano dall’Uic - su mediatori che esercitano senza autorizzazione. Ma in particolare riceviamo moltissime segnalazioni che denunciano il pagamento di spese procedurali alle quali non fa riscontro alcun servizio. Molti cioè ci raccontano di aver pagato spese di istruttoria, dai 500 ai mille euro, a soggetti che poi al momento dell’erogazione sono spariti o hanno rifiutato il prestito. Alcuni hanno addirittura incassano anticipatamente, mentre il codice civile prevede espressamente il pagamento del compenso solo e quando la transizione va a buon fine". Dunque, la prospettiva per il consumatore è quella, se va bene, di imbattersi in una situazione di scarsa trasparenza, oppure, peggio ancora nella rete di mediatori abusivi. Una rete che può diventare assai pericolosa se lo stesso Governatore della Banca d’Italia scrive in una relazione sull’usura come questa presenti "strette connessioni con l’abusivismo finanziario". E che il panorama dei mediatori creditizi e degli agenti in attività finanziaria presenti molti ombre e ben poche luci è confermato da un monitoraggio de "Il Sole 24-Ore". Nei panni e dal punto di vista dei consumatori abbiamo selezionato dalle pagine gialle di Milano, in modo del tutto casuale, dieci società che stando agli annunci promettono prestiti in 24 ore. Al momento della verifica dei requisiti, solo due hanno superato l’esame, una terza è stata promossa ma con riserva (vedi il pezzo a fianco) e sette invece sono state bocciate: non risultavano nè iscritte all’albo dei mediatori nè censite dall’Uic. Un esperimento su un campione sicuramente limitato ma comunque significativo per delineare lo stato del mercato. Tanto che, per fare chiarezza sono scese in campo, le associazioni dei consumatori e lo sportello anti-racket di Roma. "Quello che lascia perplessi - spiega Tano Grasso, consulente anti-racket - è che questi messaggi si rivolgono spesso a protestati, disoccupati, casalinghe senza reddito. Tutte persone che di fatto non possono offrire alcuna garanzia". L’altro motivo di perplessità è ancora una volta la mancanza di trasparenza: "Su un numero di Portaportese - racconta Grasso - abbiamo trovato ben cinque messaggi con lo stesso numero Uic e con distinti numeri di telefono". Assenti poi dice Grasso: "Le informazioni sui costi per l’eventuale mediazione, sulle garanzie pretese, sul tasso di interesse, sull’ammontare complessivo delle spese e delle commissioni. L’ingresso nel mondo dell’usura è quindi un rischio concreto". Una preoccupazione anche dalla Guardia di Finanza che conferma, pur mantenendo il riservo sulle indagini, come in qualche caso usura e mediazione creditizia si sono sovrapposti. Percorsi inquinati che in particolare in alcune aree del Paese emergono pure dall’esperienza investigativa della direzione nazionale antimafia. Il paradosso dei requisiti. D’altra parte i requisiti richiesti per diventare mediatori o agenti sono alla portata di tutti basta non avere avuto procedimenti penali, ed essere in possesso di un diploma di scuola media secondaria, o semplicemente di qualifica professionale triennale. All’Uic sono arrivate richieste di iscrizione all’albo da parte di aspiranti mediatori con la qualifica di cuoco, parrucchiere, estetista. Piuttosto paradossale come il fatto che chi esercita abusivamente rischia "solo" da sei mesi a quattro anni di reclusione. Serena Uccello