Varie, 13 giugno 2005
GRANBASSI
GRANBASSI Margherita Trieste 1 settembre 1979. Schermidore. Fiorettista. Medaglia di bronzo individuale e a squadre alle Olimpiadi di Pechino (2008). Nel 2006 (a Torino) campionessa del mondo di fioretto in un podio tutto azzurro con Valentina Vezzali (2°) e Giovanna Trillini (3°). Il suo primo successo importante fu l’argento ai Mondiali under 17 di fioretto nel 1995 e negli anni successivi ha vinto due Coppe del Mondo Under 20. Nel 2001 è stata oro agli Europei. Nel 2004 è stata campionessa del Mondo a squadre e decima alle olimpiadi, dove ha perso con la francese Wuilleme. Abita a Narni e si allena a Terni con il maestro Tomassini: è iscritta a Scienze della Comunicazione e ha ereditato dal padre la passione per l’arte del ”900 mentre dal nonno, giornalista negli anni ”30 e pioniere della radio con lo pesudonimo di Mastro Remo, ha mantenuto quella per l’informazione. «[...] una fiorettista affascinante [...] quando i messicani della rivista ”Record” la videro ad Atene ci misero due minuti a eleggerla l’atleta più bella delle Olimpiadi. Anche ”Paris Match” e ”Marie Claire” le dedicarono foto e servizi ome a una modella. Il problema è che mentre la Granbassi saliva sul podio dei sex symbol, insieme alla Piccinini, alla Beard e a Amy Taylor, la stopper della Nazionale australiana da cui ogni centravanti sogna di essere marcato, Valentina Vezzali e Giovanna Trillini saltavano su quello vero. Prima e seconda, mai vista una finale così alle Olimpiadi. Lei giù, a guardarle. Non abbastanza brava da contrastare e Cannibali [...] una carriera cominciata da bambina, in auto tutti i giorni con la mamma tra Trieste e Udine, perchè poteva allenarsi solo lì. Poi le Cannibali hanno avvertito il desiderio della maternità. Contemporaneamente. La natura ha fatto quanto non è riuscito a due generazioni di fiorettiste: la Vezzali e la Trillini, in dolce attesa, hanno concesso una stagione di respiro alle avversarie e la Granbassi ha colto ”l’attimo fuggente” [...] lei che è appassionata di tennis e tifava per Gabriela Sabatini, temeva di essere come la Kournikova, una perdente con fascino. ” gradevole che ti giudichino bella ma è più gratificante che ti trovino brava: se devo scegliere, meglio la Sharapova che è ammirata anche perchè vince”. [...]» (Marco Ansaldo, ”La Stampa” 13/6/2005).