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 2005  giugno 12 Domenica calendario

Lepeshinskaya Olga

• Kiev (Ucraina) 28 settembre 1916, Mosca (Russia) 20 dicembre 2008. Ballerina • «Stalin andava quasi ogni sera al Bolscioi, percorrendo un corridoio sotterraneo segreto. Sovente gli artisti ricambiavano la cortesia e si recavano al Cremlino, dove intrattenevano il Politburo e il “Piccolo Padre”. Tra essi una donna ebbe un ruolo privilegiato, confidenziale, unico con il dittatore: Olga Lepeshinskaya. Nata nel 1916, prima ballerina a Mosca dal 1933 al 1963 [...] ”Premio Stalin” per ben quattro volte (nel 1941, nel ’46, nel ’47 e nel ’50: un caso unico), “Artista emerita dell’Urss” nel ’42, “Artista del popolo” nel ’47, membro del Soviet supremo, il suo nome fu segnalato dallo stesso Stalin, anzi “lo scrisse con la matita blu nell’elenco che gli sottoposero”. Con il “Piccolo Padre” cenava sovente al Cremlino. “Mi faceva danzare su un palcoscenico che veniva allestito appositamente nella sala di San Giorgio. Davanti era seduto tutto il Politburo e Stalin stava in una posizione privilegiata. Sui tavoli il miglior caviale, vivande rare, vini pregiatissimi [...] Una volta Stalin mi sussurrò: ‘Perché balli con il tutù? È una formalità da gran teatro... Qui, tra gli amici, conviene un vestitino leggero, più...’ [...] Ai ricevimenti del Cremlino da quel giorno ballai sempre con un vestitino leggero, confezionato dai migliori stilisti di Mosca dell’atelier della grande sarta Lamanova. Se Stalin diceva vestitino, doveva essere vestitino.. [...] Era taciturno e i cibi preferiti erano quelli pepati e profumati della cucina georgiana. Aveva però un forte senso dell’umorismo e del sottinteso: erano due armi che usava con maestria [...] amava più di ogni altro il film Volga Volga, una commedia musicale del 1938 del regista Aleksandrov. In esso si racconta lo scontro tra Byvalov, un’incarnazione satirica del burocrate comunista, e Strelka, una ragazza briosa del Komsomol (la gioventù del partito, ndr ) che canta e guarda avanti... Lo fece proiettare per anni come dessert ai suoi ospiti [...] In molte occasioni Stalin interpretava Byvalov e io facevo la parte di Strelka. Non sbagliava mai una battuta e recitava benissimo. Lì ho capito che era un grande attore... Era talmente entusiasta di questo film che dopo la battaglia di Stalingrado ne inviò una copia a Roosevelt. Il presidente americano cercò di interpretare il gesto riunendo i migliori cervelli. Siccome nel film c’era un piroscafo americano, dono degli Usa al popolo russo, che dopo aver navigato sul Mississippi si trovava sul Volga e perdeva continuamente i pezzi a causa del clima (tanto che alla fine una nave sovietica intervenne per portare in salvo i passeggeri), credettero che fosse un gentile richiamo per aprire il secondo fronte. Ma Stalin voleva soltanto divertire l’alleato...” [...]» (Armando Torno, “Corriere della Sera” 12/6/2005).