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 2005  giugno 08 Mercoledì calendario

Sfida cinese all’esame impossibile. La Stampa 08/06/2005. E’ la più feroce selezione del mondo, crudele più di un duello di gladiatori, spietata più delle piramidi di teschi di Tamerlano, efferata più di un serial killer: è il "gao kao", l’alto esame, la prova a cui i giovani cinesi si sottopongono per entrare all’università

Sfida cinese all’esame impossibile. La Stampa 08/06/2005. E’ la più feroce selezione del mondo, crudele più di un duello di gladiatori, spietata più delle piramidi di teschi di Tamerlano, efferata più di un serial killer: è il "gao kao", l’alto esame, la prova a cui i giovani cinesi si sottopongono per entrare all’università. Quest’anno è cominciata il 7 giugno. Le mamme pregano e bruciano incenso nei templi, i padri si struggono e danno fondo a tutte le risorse. Non si bada a spese per i figli in questi giorni. un’opportunità che si apre una volta sola nella vita. Certo, in teoria chi la sbaglia può riprovare l’anno dopo, ma in realtà con tanti candidati che si affollano alla porta dell’università i preferiti sono quelli al primo tentativo. Quindi i ripetenti devono essere davvero eccezionali per farcela. Quest’anno si sono presentati in 8 milioni 670 mila, un milione e 440 mila in più del 2004. I posti in palio sono 4 milioni e 700 mila, un milione in più di un anno fa. Sono aumentate le opportunità, ma solo la metà dei selezionati finisce in vere università, al resto toccano i "dazhuan", una specie di istituto di istruzione superiore. E tra chi conquista l’università solo il 10 per cento, circa duecentomila ragazzi, finirà in un ateneo di primissimo livello e potrà inseguire un titolo di studio capace di cambiare la vita a lui e alla sua famiglia. Il "gao kao" è un rito senza sconti: un mal di testa, un groppo allo stomaco che fa sbagliare il compito non è ammesso. In Italia, patria del buonismo e della seconda occasione, sembra impossibile, un girone infernale dal quale non si esce. E forse è proprio così. In Cina invece l’esame fa parte del Dna della gente. Garantisce l’equità e la giustizia del sistema: chi è bravo lo fa, lo supera e diventa primo ministro dell’impero, quando c’era l’impero. Ora che l’impero non c’è, chi è bravo può aspirare a diventare direttamente imperatore. Lo stesso presidente Hu Jintao è la prova vivente dell’efficienza del sistema: non aveva entrature o relazioni, veniva da una città di provincia, Taizhou, eppure ha superato l’esame per l’università di Qinghua e da lì ha scalato pian piano l’Everest della gerarchia cinese fino a restare solo, su 1,5 miliardi di persone, in cima. Francesco Sisci