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 2005  giugno 08 Mercoledì calendario

Motolese Guglielmo

• Martina Franca (Taranto) 5 novembre 1910, Taranto 5 giugno 2005. Arcivescovo emerito di Taranto • «[...] A 12 anni entra nel Pontificio Seminario minore e, poi, nel Seminario Romano maggiore per gli studi di filosofia e teologia. Il 7 dicembre 1933 viene ordinato sacerdote a Roma dal cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani. Rientrato in diocesi ricopre diversi incarichi: padre spirituale nel seminario arcivescovile e assistente diocesano degli uomini di Azione cattolica, segretario particolare dell’arcivescovo Ferdinando Bernardi. Nel 1943 per breve tempo regge la parrocchia della cattedrale. Nel 1945 Bernardi lo nomina suo vicario generale e delegato arcivescovile per l’Ac, carica che conserverà fino al 1954. Il 7 ottobre 1952 riceve l’ordinazione episcopale e diventa ausiliare di Bernardi. Quando questi muore, il 18 novembre 1961, Giovanni XXIII lo chiama alla successione sulla cattedra di san Cataldo; il solenne ingresso avverrà l’11 febbraio 1962. Fino all’8 dicembre 1965 partecipa ai lavori del Concilio Vaticano II; nel 1964, intanto, promuove un convegno su ”Pastorale e industrializzazione” e fonda il settimanale diocesano ”Dialogo”. L’11 febbraio 1965 inaugura il nuovo seminario di Poggio Galeso, nel dicembre 1970 la nuova concattedrale dedicata alla Gran Madre di Dio. Dal novembre 1973 è presidente della Conferenza episcopale pugliese, dal 12 gennaio 1974 al 1981 è vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, dall’aprile 1976 al 1981 presiede la Caritas italiana. Dal 1974 al 1981 è anche vescovo di Castellaneta. Il 17 ottobre 1983 lancia l’idea della ”Cittadella della carità”, che verrà inaugurata il 1° maggio 1988. Nel 1986 diffonde l’ultima delle sue circa trenta lettere pastorali. Il titolo: ”Respice stellam”. Come il suo motto episcopale. L’11 febbraio 1987 prende commiato dalla sua diocesi, nel 25° del suo ingresso come arcivescovo a Taranto, e il 21 novembre consegna il pastorale al suo successore, Salvatore De Giorgi [...]. Ma non va in ”pensione”: la ”Cittadella della carità”, ”Radio Cittadella” e altre opere lo chiamano a rinnovare il dono di sé. Dunque: 95 anni di vita, 72 di sacerdozio, 53 da vescovo. Al servizio della Chiesa di Taranto. ”E della Chiesa universale”, disse Motolese ad ”Avvenire” in un’intervista rilasciata nel 1999, nella quale spiegava ”l’identità del vescovo emerito”: ” un vescovo che ha lasciato la cura di una piccola parte della Chiesa, e deve sentire maggiormente la missione della cura della Chiesa universale”. Così fu per lui. E non a parole. Ma già alla guida di quella ”piccola parte della Chiesa” che è l’arcidiocesi di Taranto, il suo respiro fu universale. Merito anzitutto del Concilio Vaticano II, ”che fu per me una scuola di missione”, raccontò Motolese in un’altra intervista ad ”Avvenire”, nel 2002. Missione e ”ritorno alla Sacra Scrittura” le eredità più profonde di un Concilio «dal quale sono uscito completamente diverso», confessò Motolese. L’impegno in Cei? ”Una grande grazia”. La presidenza della Caritas? ”Un autentico dono di Dio: mi ha fatto conoscere il mondo dei poveri”. Il giorno più bello? ”Il Natale 1968, quando Paolo VI celebrò la Messa all’Italsider - disse ancora Motolese in quell’intervista del 2002 ad ”Avvenire” -. Era un periodo difficile, temevamo che il Papa fosse accolto male. Invece, quando entrò al centro siderurgico, gli operai gli dimostrarono un affetto tale che lui stesso, per primo, restò sorpreso. Allora disse semplicemente: Preghiamo insieme. Recitammo il Padre nostro e tutti gli operai si tolsero l’elmetto”» (Lorenzo Rosoli, ”Avvenire” 7/6/2005).