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 2005  giugno 07 Martedì calendario

Cassano ma dove vai? La Stampa 7 giugno 2005. Torino. Cassano alla Juve si può fare. Per 6 milioni di euro

Cassano ma dove vai? La Stampa 7 giugno 2005. Torino. Cassano alla Juve si può fare. Per 6 milioni di euro. Sembra una provocazione perché l’epoca dei saldi non è ancora cominciata e a queste cifre non si compra neppure la metà di Miccoli, invece è quanto Giraudo e Moggi hanno messo sul tavolo nelle scorse settimane per condurre la trattativa con la Roma. Sei milioni di euro sono esattamente il valore dell’ammortamento da iscrivere nel bilancio romanista per l’ultimo anno di contratto che scade nel giugno del 2006, un quinto di quanto Sensi pagò al Bari per comprarlo. Non è molto ma per la Juve è abbastanza, pur aggiungendoci una contropartita tecnica come la comproprietà di Mutu o di Appiah, che piace molto a Spalletti (ultimamente però anche a Capello, poco convinto di lasciarlo andare via).  chiaro che la Juve cerca di realizzare un affare. Non ritiene indispensabile avere Cassano, può aspettare che cada nella rete, magari negli ultimissimi giorni di mercato. "L’anno scorso abbiamo preso Cannavaro e Ibrahimovic nelle ultime 24 ore utili - ha spiegato Giraudo a ’’Radio anch’io’’ -. Non c’è fretta, valuteremo cosa offre il mercato e poi ci muoveremo in base alle priorità individuate da Capello. Anche se è uno di quei campioni in grado di fare la differenza, Cassano non rientra nei nostri piani". Il messaggio è chiaro. O si fa alle nostre condizioni o non se ne fa nulla, sebbene il romanista sia tra i preferiti di Lapo Elkann. "Lapo è un giovane Agnelli - ha commentato l’amministratore delegato bianconero -, è entusiasta della Juve e come tutti i tifosi ha delle preferenze". Non per questo sarà accontentato. Insomma la Juve frena, le altre non accelerano. L’Inter ci sta pensando perché le manca una seconda punta con quelle caratteristiche però ci sono da superare parecchie remore legate al carattere del giocatore e alla necessità di un investimento nel reparto più competitivo. Moratti può arrivare alla carta più gradita alla Roma, Pizarro dell’Udinese, il problema è aggiungere un pacco di milioni per un affare che non convince fino in fondo. Il Real Madrid, nonostante gli elogi di Sacchi, non sta più spingendo per concludere, in Inghilterra non ci sono grandi estimatori, altrove non esistono club appetibili per il ragazzo di Barivecchia. La storia di Cassano è curiosa. Qualunque allenatore lo indica come il giovane di maggiore talento in Italia e tra i più bravi in Europa. Lo pensa Eugenio Fascetti, che lo ha plasmato. Lo crede Fabio Capello, che lo ha lanciato nel grande calcio. E se chiedete a Paolo Maldini qual è l’attaccante più rognoso e imprevedibile da affrontare, pure lui vi dirà: Cassano, perché può fare di tutto e quasi sempre il contrario di cosa ci si aspetta. Una merce straordinaria e quasi invendibile. Questa è la realtà. Le trattative si sono fermate alle informazioni: l’entourage del giocatore e la Roma stessa alimentano le voci di offerte sontuose perché il mercato si fa anche così, ma in gran parte sono dei bluff. Nessuno si è fatto avanti con l’idea di prendere il barese a tutti i costi.  un fenomeno difficile da spiegare. Forse è inspiegabile. La scadenza del contratto tra un anno ha un peso importante. Chi deve comprare sa che la Roma ha la corda al collo: se tira troppo sul prezzo rischia di strozzarsi trovandosi tra le mani un giocatore che dopo pochi mesi si svincolerà gratis. Insomma, Sensi ha due uscite: prolungare il contratto alle cifre che chiede l’attaccante e investire per il futuro oppure accettare offerte al ribasso rispetto a quanto intendeva realizzare: i 20 milioni di euro da cui era partito sono fuori mercato. La Roma prende tempo, il procuratore del barese non ha fretta. C’è uno stallo. Il rinnovo con Totti ha assorbito molte risorse per un club che, se non cambia proprietà, sarà costretto a vendere un pezzo pregiato all’anno. E c’è l’incognita del nuovo allenatore. Cosa pensa Spalletti di Cassano? Gli amici toscani del tecnico garantiscono che, con lui, chi si permette certi atteggiamenti finisce appeso ai ganci degli appendiabiti nello spogliatoio. Cassano invece non avrebbe nessuna intenzione di cambiare: lo sfottò è nella sua natura, l’indisciplina (nel senso di fare sempre cosa gli passa per la testa) non lo abbandona. Quest’anno ha litigato con Prandelli, ha tirato gli stracci a Voeller ed è entrato in conflitto con Del Neri, arrivato alla Roma con l’idea di poter trattare chiunque con i propri metodi e quasi subito convinto che con Cassano non era il caso. Tutto questo in una stagione mai giocata da fenomeno, né con la Roma né con la Nazionale, come s’è visto a Oslo dove il 23enne romanista doveva prendere per mano gli azzurri, invece s’è incapocciato con Vieri. Qualcuno comincia a chiedersi se il gioco di prenderlo valga almeno una candela. Marco Ansaldo