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 2005  marzo 27 Domenica calendario

Recensione a un libro sullo scopone di Dossena Il ronzio dello scopone. Il Sole 24 Ore 27/03/2005. Nella vecchia collana "I Giochi" l’editore Mursia pubblica Lo scopone a dieci carte di Sergio A

Recensione a un libro sullo scopone di Dossena Il ronzio dello scopone. Il Sole 24 Ore 27/03/2005. Nella vecchia collana "I Giochi" l’editore Mursia pubblica Lo scopone a dieci carte di Sergio A. Bonanni. Per "scopone a dieci carte" si intende qui la scopa in quattro dove si distribuiscono dieci carte (coperte) a testa, diversa dalla scopa in quattro dove si distribuiscono nove carte (coperte) a testa e quattro vengono messe in tavola scoperte. Son due giochi diversi (chi chiama "scientifico" il primo, chi chiama "scientifico" il secondo: stupide etichette. Forse questo "a dieci carte" è il più impegnativo. Molto impegnativo è il libro che ci ha scritto su Sergio A. Bonanni, con tabelle, per esempio sulle "probabilità della distribuzione di una doppia in apertura"). Come per altre tabelle e probabilità, "c’è da perdersi". Niente di male. Ciascuno si diverte come vuole. Il ronzio delle menti dedite allo scopone è quasi impercettibile in confronto al ronzio-boato della bibliografia su scacchi, metrica, araldica e teologia. La domanda è un’altra: tra i tanti possibili giochi di carte, lo scopone (a dieci o nove carte) è divertente o è noioso? Vedete voi. Io lo trovo noioso mentre trovo divertente il terziglio. Trovo più divertente anche certe varianti dello scopone come la cirulla genovese. Un limite del libro di Sergio A. Bonanni è questo disinteresse per le varianti. Forse gli "scoponisti" seri (vogliamo chiamarli così?) hanno orrore della cirulla e compagne: la scopa d’asso, la scopa di quindici o di undici, lo scarabocion veneziano, la manata di Savona, il cicia-la bigia di Rovereto. Avete mai provato a parlare degli "scacchi a tre" con scacchisti seri? (ci sono, si chiamano così). Inorridiscono, per loro gli "scacchi a tre" sono una bestemmia. Altro limite del libro di Sergio A. Bonanni la bibliografia. Non ricorda il libro sullo scopone scritto a quattro mani da Mario Soldati e Maurizio Corgnati, passa sotto silenzio gli elogi maschilisti scritti sullo scopone da Paolo Monelli (vinse un torneo di scopone Margherita Sarfatti). Forse non è giusto ricordare che Antonio Gramsci definì lo scopone caratteristico delle "società arretrate economicamente, politicamente e spiritualmente", ma sarà giusto fare una partita a rubamazzo, per pura irriverenza. Giampaolo Dossena