Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  maggio 31 Martedì calendario

Danica, casco e rossetto. La star di Indianapolis in pista batte gli uomini. Corriere della Sera 31/05/2005

Danica, casco e rossetto. La star di Indianapolis in pista batte gli uomini. Corriere della Sera 31/05/2005. New York. La prima corsa spericolata la fece quando non era ancora al mondo. Fu nella pancia della madre che, colta da doglie improvvise, raggiunse in affanno l’ospedale di Beloit, Wisconsin. Ventitrè anni più tardi Danica Patrick è arrivata a una trentina di curve dalla storia. A otto giri dal termine della madre di tutte le corse automobilistiche, la 500 Miglia di Indianapolis, la ragazza era in testa. Dai box le hanno detto di rallentare, sennò avrebbe finito la benzina. Danica è finita quarta. Nessuna donna si era mai piazzata così bene nell’ovale mitologico di Indy. E diciamolo pure: nessuna donna al volante era mai stata così forte da sembrare un uomo. E dire che lo Stato dell’Indiana non è precisamente lo scenario ideale dove reclamare la parità dei sessi: base ideale della destra conservatrice, sede di svariati nostalgici del Ku Klux Klan, all’autodromo di Indy una donna che sale su una monoposto è un’immagine che di solito si accompagna agli scongiuri. Fino ad oggi nella corsa delle corse ci avevano provato in tre: Janet Guthrie, nel 1977, poi Lyn St. James e infine anche la giovane Sarah Fischer, appena 19enne: tutte erano transitate sul circuito, mal sopportate dai colleghi maschi, senza lasciare traccia, se non i consueti commenti sarcastici. Non è il caso di Danica Patrick. La ragazza ha scelto la velocità seguendo la sorella Brooke. E quando quest’ultima, dopo una gara con quattro incidenti, ha preferito darsi alla medicina, Danica ha capito che quella era la sua missione. Ma nessuno voleva darle una macchina da guidare. Così è scappata in Inghilterra. Racconta: "A sedici anni avevo già vinto molte gare di go kart e provavo auto da 250 orari. L’Inghilterra è per l’automobilismo una specie di scuola di strada. Lì devi farti un fegato grosso così: gareggi con uomini e donne e conta solo se vai forte. Mi sono indurita parecchio, i colleghi uomini mi escludevano, ma spesso sentivo i loro meccanici o anche i team manager rimproverarli: – Guarda quello che fa Danica e impara”. Ho sofferto molto, vivevo in una topaia, ma lì ho imparato tutto" . Poi il ritorno in America. A darle fiducia è stato un vecchio marpione dell’ambiente, Bobby Rahal, ex pilota formidabile e proprietario della scuderia omonima. E’ in società con David Letterman, il celebre conduttore televisivo originario di Indianapolis, che poche sere fa ha ammesso: "Sono all’anti ca e onestamente non so se avrei assunto Danica. Ma Bobby si è assunto la responsabilità. E vi confesso: Bobby è un genio" . Danica, appena 1 metro e 52 di curve al posto giusto, ha cominciato a farsi notare due anni fa sulle pagine di un celebre mensile per uomini. Foto piuttosto sexy al punto che l’ultima cosa che ti verrebbe in mente è di farle parcheggiare l’auto. Scherza: "Con il casco in testa non importa se se un uomo o una donna. Sei qualcuno che vuole vincere. La sensibilità di guida, il coraggio e il piede sul pedale non hanno sesso" . Se ne sono accorti in molti, domenica scorsa. E pure alla tv non hanno scherzato: l’ audience, in calo continuo dal 1974, quando Indy faceva concorrenza alle finali di basket, è tornato a salire. Per forza: stava vincendo una donna. Bobby Rahal ci tiene a sottolineare: "Non stiamo creando l’Anna Kournikova dell’automobilismo. Danica è un pilota pieno di talento e con molta freddezza. Cosa credete: che abbiamo soldi da buttare per farci pubblicità?" . La propaganda la fa Danica a tutto il movimento: tra il 22 e 23 maggio, dopo un quarto posto in qualifica ( che a Indy si eseguono due settimane prima della gara), miglior risultato di sempre per una donna, Danica ha rilasciato 25 interviste ad altrettante reti televisive. Scott Sharp, che l’ha preceduta di un soffio in griglia ( 3 ? ) , dice: "Non abbiamo avuto il tempo per fare commenti tipici maschilisti. Danica è arrivata ed è andata subito forte. Non ci siamo neppure accorti che fosse una donna. Se ci sono altre così in circolazione, che si facciano avanti" . Nel picco di ascolti tv, giocherebbe dunque un fattore chiave il pubblico femminile. Conferma Danica: "Se posso fare qualcosa per aiutare questa disciplina a farsi strada tra le mie coetanee, non mi tiro indietro. Magari fra dieci anni una donna che vince Indy non farà notizia" . Adora i reality show e le trasmissioni mattutine che aiutano a tenersi in forma. Si sposa a ottobre con Pal Hospenthal, 39 anni, fisioterapista e portafortuna: una bacio prima di ogni gara e via. "Non sono spericolata – ci tiene a spiegare – . Sono una tipa molto tranquilla, e guido molto piano" . Gare a parte: "Lì sono nervosa. Quando mi arrabbio, do il meglio". Riccardo Romani