Varie, 6 giugno 2005
NEGRI
NEGRI Giovanni Torino 16 maggio 1957. Politico. Giornalista • «Fu il più giovane segretario di partito: Marco Pannella lo designò come guida dei radicali a 27 anni. [...] era, insieme a Francesco Rutelli, l’astro nascente del movimento dei diritti civili in Italia. Diceva Pannella: ”Francesco è il conformista, Giovanni il ribellista” [...] ”Vivevamo per cambiare la società, eravamo l’ombelico del mondo. Blindati a Torre Argentina. Soldati, brigatisti, integralisti. Esiste la domenica? No. Esiste il cinema? No. Si cenava insieme, si andava al mare insieme. Si scopava fra noi. Ci fidanzavamo fra noi. Io e Adelaide Aglietta, Gigi Melega ed Emma Bonino, la Bonino e Cicciomessere [...] Ho avuto fama di omosessuale. Non è un problema. Non me ne frega niente. Devo fare outing? Faccio outing. così banale. Bah, insomma, eravamo tutti culi [...] I ragazzetti di Pannella [...] Eravamo per forza, per definizione, anche gay. Era vero, non era vero? Affari miei. [...] Mio padre era ingegnere alla Olivetti. Il mio primo ricordo sono i funerali di Adriano Olivetti, a Ivrea. [...] La mia gioventù? Bravo bambino con cravattino e pantaloncini all’inglese. Famiglia borghese, padre dirigente, madre casalinga. Poi si separarono e io finii in collegio, a 9 anni. Un trauma, Mi sentivo l’ebreo della situazione. Il diverso. La legge sul divorzio fu una liberazione. Quando vidi Fanfani che invitava ad abrogarla per difendere i figli dei divorziati, andai subito a cercare i radicali. E trovai Adelaide Aglietta e Davide Perazzelli. Nel frattempo ero finito al Galileo Ferraris, dove il preside ebbe la responsabilità di aver contribuito a fondare Prima Linea. Aveva preso tutti i ragazzi un po’scalmanati e li aveva riuniti nella famigerata ”sezione” Q. C’erano Roberto Sandalo, Marpiller, Salvi. In quella classe si formò il nucleo terroristico. E in archivio, a lavorare, c’era Marco Donat Cattin [...] c’era anche il povero Fassino, spilungone spilungone, che dava i volantini ed era emarginato quasi quanto me. C’erano molti di Lotta Continua [...] Nelle assemblee mi davano la parola: ”Parla ora il compagno liberale Giovanni Negri”. E io: ”Macché compagno” [...] leggevo Bertrand Russell e andavo pazzo per i sit-in [...] a 19 anni, ero arrivato a Roma. Gavetta. Con Aglietta, Cicciomessere, Spadaccia, Mellini, Teodori. Una grande classe dirigente [...] Conosci l’Okavango? il fiume più bello del mondo. Ma non sfocia nel mare. Finisce nel deserto. Pannella è l’Okavango della politica. [...] era l’unico grande leader di un’area laico-socialista che rappresentava il 20 per cento del Paese nel momento in cui crollava il regime. Poteva fare un salto gigantesco. Mi hanno raccontato la sua trattativa nel ”96 con Berlusconi. Berlusconi diceva: ”Vanno bene 20 deputati per voi? No? 30? No? 40? Ma quanti ne vuoi? Non ne voleva nessuno. Voleva soldi. Per Radio Radicale. Perché il Grande Profeta ha bisogno di un megafono, non di deputati. Berlusconi di un’azienda personale ha fatto un partito. Pannella di un partito ha fatto un’azienda personale” [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 17/2001).