Varie, 6 giugno 2005
SEROTA
SEROTA Nicholasl 27 aprile 1946 • «C’è chi lo vede come un Papa per il suo potere assoluto sul mondo dell’arte britannica. Il Papa dell’establishment culturale, che dall’alto della sua cattedrale, la Tate Modern, converte folle crescenti al verbo dell’arte. Sulle rive del Tamigi, Sir Nicholas Serota ha creato il museo d’arte contemporanea più visitato del mondo. Più del Centre Pompidou di Parigi, più del Moma di New York [...] Più che le opere, però, sono gli eventi che hanno fatto della Tate il museo più spettacolare del mondo. Se la Tate è una cattedrale, la Turbine Hall è il luogo della messa cantata: dove Kapoor ha costruito una delle sue più commoventi installazioni, Marsyas, dove Elafur Eliasson con il suo Weather Project ha simulato le forze della natura con il suo sole virtuale e dove gruppi di danza sperimentale, i Dv8, hanno trascinato il pubblico in performance ai limiti del sado-maso. Con Serota lo spettacolo entra anche nelle sale: le opere ruotano come una giostra sorretta da una scrittura visiva soprendente negli accostamenti, che riscrivono la storia dell’arte del Novecento. Per questi motivi [...] è stato eletto dalla rivista ”Art Review” il numero tre della lista degli uomini più influenti della scena internazionale dell’arte. Ma è anche criticato da chi si chiede quale sia il rapporto con l’arte delle masse che affollano la Tate Modern come una qualsiasi attrazione turistica. E la sfida non è ancora conclusa, per questo figlio di immigrati russi ebrei, che combina uno straordinario acume manageriale a una riconosciuta competenza accademica. [...]» (Annalisa Piras, ”L’Espresso” 9/6/2005).