5 giugno 2005
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Bruna Dick
• Nato a Utrecht (Olanda) il 23 agosto 1927. Autore di fumetti. Noto per la coniglietta Miffy. «[...] Miffy è nata il 21 giugno 1955, mentre mi trovavo al mare con mia moglie e il mio bambino di un anno, al quale avevo cominciato a raccontare favole su un coniglietto che spesso vedevamo saltellare lì intorno. Qualche giorno dopo produssi il primo disegno di Miffy. Infatti il mio primo libro della serie si intitolava: Miffy al mare [...] ho sempre dato grande valore alla semplicità e al calore dell’affetto. Il pubblico a cui si rivolge Miffy è di età tra i zero e i cinque-sei anni: l’età in cui si fanno i bagagli che poi ci si porta dietro tutta la vita. Le mie storie, anche quando non hanno un lieto fine vero e proprio, hanno un finale aperto, con il senso della vita che va avanti. Tutte le cose che fa Miffy sono vicine alla sua casa, ordinarie. Faccio del mio meglio per mantenere questa gioventù un po’ più pulita, innocente e affettuosa, in modo che possa affrontare meglio ciò che verrà dopo nella vita. Non mi sognerei mai di inserire la guerra e la violenza nei miei libri [...] Nel momento in cui l’ho creata non sapevo se sarebbe stata maschio o femmina. Quando ho scritto un libro sul compleanno di Miffy, le ho dato un bel vestitino a fiori e allora ho deciso che sarebbe stata una coniglietta. Ma piace anche ai maschietti [...] devo avere una buona idea. Mi ci vuole un sacco di tempo: i libri sembrano piccini, ma in realtà impiego due o tre mesi per ciascuno, perché voglio che tutto sia perfetto. Faccio e rifaccio tutto a mano, e lo trovo sempre difficile. Prima disegno le sagome nere con il pennello su carta da acquerello, che poi vengono trasferite su una pellicola, dopodiché faccio delle prove e scelgo i colori che mi sembrano più appropriati. Comincio sempre dalle orecchie [...] La reazione di mia moglie è per me è quasi un esame, che mi rende nervoso. Se c’è qualcosa che non le piace ancora, ricomincio [...] Non potrei lavorare in nessun altro modo. Non mi considero un illustratore, ma un artista grafico [...]» (Maria Chiara Bonazzi, ”La Stampa” 5/6/2005).