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 2005  giugno 05 Domenica calendario

Nativi Barbara

• Nata a Grosseto nel 1951, morta il 3 giugno 2005. Regista teatrale. «[...] una donna di eccezionale cultura ed energia che intendeva il teatro in modo contemporaneamente antico e moderno. Antico, perché dedicò la massima parte della sua ricchissima carriera al lavoro in un territorio circoscritto e quasi periferico, ossia Sesto Fiorentino (diventato sotto di lei assai più interessante, per quanto riguarda l’arte di Talia e Melpomene, della vicina Firenze), col suo esemplare Teatro della Limonaia e il suo stimolantissimo Festival annuale Intercity [...] Moderno, perché si adoperò più di qualsiasi altro esponente italiano della sua professione per dare al teatro, contemporaneamente, un respiro internazionale. La lista degli autori che per prima o quasi importò, diresse e spesso tradusse (tra le altre cose era poliglotta, a suo agio persino col greco moderno) è impressionante: Martin Crimp, Mark Ravenhill e l’amatissima Sarah Kane tra gli inglesi, Sergi Relbel e Rodrigo Garcìa tra gli spagnoli, Bernard-Marie Koltès e Jean-Luis Lagarce tra i francesi, René Daniel Dubois e Michel Tremblay tra i canadesi del Quebec, e ancora russi, svedesi, norvegesi, greci. Grande insegnante, grande animatrice, brillante organizzatrice, sporadicamente anche attrice, non a caso in film di toscani come i fratelli Taviani e Ugo Chiti, autrice in proprio di parecchi testi originali ([...] in particolare uno, assai seducente, su Dracula; tra gli altri titoli, Resistere, Non solo per me, Ode ai barbari), fu una regista che di solito mise il suo ragguardevole talento al servizio dei piccoli spazi, dei bilanci accorti e dei giovani attori ai quali aveva scelto di dedicarsi. Questo fece con infallibile eleganza - niente nei suoi spettacoli fu mai meno che impeccabile, scenografie, luci, musiche, sia pure nella semplicità del suo luogo preferito (del resto Goethe dice che il vero maestro si vede quando agisce con dei limiti precisi!). Qualche ricordo, tra i moltissimi: uno Shopping and fucking di Ravenhill che si faceva preferire, per velocità, umorismo e energia, alle stesse acclamatissime versioni inglese e tedesca; una spiritosa, irresistibile versione delle Cognate, rivelazione dell’irriverente talento di Michel Tremblay; un inquietante Crave di Sarah Kane, che le valse il Premio Ubu nel 2002; le lezioni civili di Immagina di annegare di Terry Johnson e Pentecoste di David Edgar. Pur con qualche visita ai classici, si specializzò nel repertorio moderno e negli autori viventi, spesso molto giovani, svolgendo per venticinque anni una funzione preziosa, nella quale non sarà facile trovare chi la sostituirà» (Masolino D”Amico, ”La Stampa” 4/6/2005).