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 2005  maggio 19 Giovedì calendario

Sarò Franca: qui decido io. Panorama 19 maggio 2005. Gli uomini di una certa età, una volta usciti dal mercato, si consegnano mani e piedi alle loro mogli

Sarò Franca: qui decido io. Panorama 19 maggio 2005. Gli uomini di una certa età, una volta usciti dal mercato, si consegnano mani e piedi alle loro mogli. Sono scene scontate: lui rimbrotta, lei sorride, lei gli aggiusta il cappotto, lei è la sua vera voce e questa potrebbe essere la storia di Carlo Azeglio Ciampi se non fosse che la scenetta del Quirinale è ben più che una sitcom. Si comincia da quando lui era un rasserenato professore del liceo classico Nicolini e Guerrazzi di Livorno e lei, Franca Pilla, quel maritino se lo prende subito mani e piedi. Ne parla con il suo papà che lavora in Banca d’Italia e del suo Carlo Azeglio fa un funzionario destinato alla poltrona più importante, quella di governatore. L’attuale presidente della Repubblica (per usare una metafora derivata dalla Deficiente, categoria della critica tv coniata da Franca Pilla) è forse l’Ambra di quel determinatissimo Gianni Boncompagni che è appunto la nostra Prima signora. Sarà stato un lapsus ma è normale ormai seritire nei discorsi ufficiali il presidente dire: "Mia moglie e io ". Ed è tutta fortuna che il potere è matriarcale perché, fin troppo genuina, la signora Franca aggiunge alle segrete cose della res pubblica l’occhiuta sostanza della padrona di casa. I quirinalisti, tutti i giornalisti a schiena dritta che seguono il capo dello Stato, hanno l’obbligo di non farle domande. A differenza del marito lei ha una doppia scorta che non ammette interposizione fisica. Il suo ufficio stampa infatti non è propriamente un giornalista, ma Costantino del Riccio, un prefetto. Tra le croniste lei predilige Maria Corbi della "Stampa" e Daniela Vergara del "Tg2". Lei in realtà vorrebbe prediligere tutti perché non sopporta trattenersi e perciò si lascia andare solo con i fotografi cui dà indicazioni anche maliziose: lo fece con Donatella Dini. Questa era un passo indietro, stava correttamente al suo posto, ma siccome fa sempre la sua figura, era bombardata dai flash. Quasi un affronto. La signora Franca radunò a sé i fotografi e li precettò: "Ma perché andate dalla Dini? Restate qui". Donna Franca, che è meglio di un generale, non ha però la volgarità e la vanità di un ruolo. Lei è ciò che lui sarebbe se non fosse ingessato nell’Istituzione, è la santa nel Castello e la verità in bocca sua è la furbizia: non dice nulla di casuale, neppure quando infrange il protocollo. Non disse sottovoce le sue ragioni neppure contro il principe consorte d’Albione. Il marito della regina d’Inghílterra aveva a suo tempo fatto un ridicolo commento su un tricolore conservato nella collezione storica: era un drappo sporco e lacero, reliquia di battaglia, e Filippo d’Edimburgo, trovandosela sotto il naso quella bandiera, aveva sbracato al solito modo dei British. Tipo: "Ma che schifo!". "Ma che cafone!" commentò la Prima signora, che pure non ha padronanza della lingua inglese, ma sufficiente per ben decifrare la smorfia snob del gaffeur coronato. Si fece pregare per ricambiare con la recente visita a Londra, ma con gli inglesi non è andata mai bene. Una volta in cui la Prima coppia doveva fare una visita di stato, trovarono la porta chiusa a Downing street. Era appena nato il quarto figlio di Tony Blair, il primo ministro aveva necessità di alleggerire l’agenda per dedicarsi al bimbo e il primo alleggerimento lo fece proprio con loro. Mal gliene incolse a Blair, perché con quello sgarbo non ebbe né regalino, né i consigli di una dolcissima nonna qual è Franca Pilla. Tre sono le nipoti di questa nonna: Maria, Margherita e Virginia. Sono le figlie di Gabriella, docente di storia moderna all’Università della Tuscia, e di Claudio, il figlio maschio della Prima coppia. Che la signora non perdoni non è un mistero. Non l’ha perdonata a Eugenio Scalfari: quando il suo Carlo Azeglio non era più governatore né presidente del Consiglio, pur "riserva della Repubblica", annoiandosi nella dorata malinconia di via Anapo (la casa dei Ciampi nel quartiere Salario a Roma), chiamava spesso Scalfari che però, incautamente, un giorno si fece scappare un tonante "ditegli che non ci sono" quando già la segretaria della Repubblica glielo stava passando. Seppure Ciampi abbia accettato di far scoppiare la pace con Francesco Cossiga, di perdonarlo lei non vuole saperne, piuttosto vorrebbe scorticarlo, il Presidente emerito, per tutte le divertenti storielle diffuse, tutte con la Prima signora protagonista. Seppure un tempo amici i Ciampi e gli Scalfaro (gitanti in bici tutti e quattro insieme a Santa Severa), padre e figlia oggi sono stati iscritti nel libro nero e la severa Mariannina non è più " una figlia" per donna Franca. Ferma nei principi, Franca Pilla non gradisce che i divorziati prendano la comunione né li vuole a cena al Quirinale, specie se poi le coppie sono extraconiugali: Nerio Nesi, amico intimo che s’è regolarmente sposato, è stato perdonato. Imperdonato resta, invece, il povero Vanni Sartori, che una volta ebbe l’ardire di criticare (seppure soavemente) il presidente, anche se lui si fa accompagnare spesso da Sandra Verusio, la prima per eccellenza delle "ciampiste". Complicazioni ci sono ancora per Pier Ferdinando Casini e per la sua deliziosa compagna, Azzurra Caltagirone, ma è più che comprensibile tanta prurigine: è la decorosa Italia degli anni Cinquanta che si siede a tavola: i Bassanini, i Rodotà, i Pirani, Manzella e Maccanico. Non perdona facilmente donna Franca, non l’ha perdonata a Donatella, figurarsi a Lamberto Dini, reo di aver negato nel 1995 al Corriere della sera di essere affiliato alla massoneria. Doppiamente reo, Dini, perché ci mise del suo dicendo: "Aggiungo che, in Banca d’Italia, i governatori che io ho conosciuto, Menichella, Carli e Baffi, non erano certamente iscritti alla massoneria". Dini si ricordò soltanto dopo di avere dimenticato Ciampi, ma figurarsi se possono entrare squadra e compasso in casa del presidente, con la moglie poi, che è donna di specchiata fede in Cristo e Santa Romana Chiesa. Parrocchiani un tempo di San Saturnino (la chiesa al Salario, vicino a casa), i Ciampi sono stati amici personali di Giovanni Paolo Il, ripetutamente invitati alle cene private in Vaticano, cene in cui la signora non mancava mai, al momento del congedo, di passare in cucina per salutare le suore polacche, le assistenti di Karol Wojtyla. con un tatto così femminile che il potere completa la propria rotonda perfezione, quel dettaglio che poi si celebra nell’educazione: il giorno in cui la salma del Pontefice venne esposta nella Sala Clementina, fu giusto la signora Ciampi a sorprendere il cerimoniale schizzando in diagonale per abbracciare ancora una volta quelle suore. La signora Franca fisicamente somiglia a Valeria Valeri, la star tv di Una famiglia in giallo, è probabile che venga invitata al Quirinale. Della tv la moglie del presidente è una formidabile consumatrice, e non solo perché ne ha fatto critica laureando come "cretino" un incolpevole Enrico Papi (e dicendo anche peggio di un imbarazzato Roberto Zaccaria, allora presidente della Rai). Con la tv ci vive in simbiosi portandosi a casa Lino Banfi, suo amico personale, il cast di Un medico in famiglia, Gerry Scotti, Nicoletta Braschi e Roberto Benigni, l’altra coppia sempre di casa al Quirinale con cui i Ciampi vanno a fare i bagni all’isola di Budelli. Si porta la tv nel tinello come solo la Casalinga d’Italia vorrebbe fare, specie in quello spazio postprandiale quando si rassetta casa. l’ora di Incantesimo e la signora Franca è la prima al Quirinale a conoscere l’11 settembre perché tiene sempre aperta quella finestra sul mondo. Ci fu la ruggente bellezza di donna Vittoria Leone in quelle stanze, c’è oggi questa brava donna che piace in ragione del suo farsi avanti a dispetto delle regole: ogni tanto si lascia scappare qualcosa contro Silvio Berlusconi ai pranzi, coccola Gianfranco Fini, vezzeggia Umberto Bossi, non sopporta Roberto Calderoli, seduce l’Ulivo che l’ha eletta a santa patrona. una brava donna che va per la strada sua senza infingimenti. Ultimamente si è immalinconita all’idea del fine settennato, ma ha la grazia di parlarne liberamente. Non piange mai, come ebbe a sottolineare, non coltiva ipocrisie, piuttosto allegrie. Quando si congratulò con gli azzurri, le medaglie d’oro alle Olimpiadi, disse che da loro poteva avere quello che mio marito non mi può più dare. Sempre in allegria dunque, e con malinconia. A Shanghai, nel viaggio in Cina dove la coppia andò in compagnia dei propri cari, la signora Franca e il marito si concessero una crociera fluviale: "Siamo rimasti abbracciati per tutto il tempo" disse la signora che di quel maritino, fatto primo cittadino della Repubblica non manca di ricordare il piglio di seduttore: "Non dormivamo mai". Ha la gioia del vivere la signora Franca. In verità non sopporta il cacciucco, ma il parmigiano, il pane e il cinghiale li adora. Di ritorno da Piombino fece fermare la carovana presidenziale automotorizzata in un certo ristorante di Orbetello per farsi una mangiata di cinghiale: inutile dire la sorpresa dell’oste. Inutile raccontare la faccia sofferta del marito. Pietrangelo Buttafuoco