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 2005  giugno 09 Giovedì calendario

Culkin. Vanity Fair 9 giugno 2005. A 14 anni, quando andò, come dice lui, "in pensione", Macaulay Culkin aveva girato 15 film (uno su tutti, Mamma, ho perso l’aereo) e guadagnato 30 milioni di dollari

Culkin. Vanity Fair 9 giugno 2005. A 14 anni, quando andò, come dice lui, "in pensione", Macaulay Culkin aveva girato 15 film (uno su tutti, Mamma, ho perso l’aereo) e guadagnato 30 milioni di dollari. Oggi, che di anni ne ha 24, torna a far parlare di sé per un nuovo film (Saved!, nei cinema italiani dal 3 giugno) e per l’amico Michael.Jackson, in difesa del quale ha testimoniato giorni fa nel processo per molestie sessuali. Nei dieci anni in mezzo ci sono stati: il ”divorzio" dal padre; i problemi di droga; un matrimonio (da minorenne) finito male. Di questo, e di molto altro, parla in questa eccezionale intervista televisiva al famosissimo anchorman della Cnn Larry King. Lei concede poche interviste. "Cerco di evitarle. Vorrei che il privato restasse privato. Se parli un po’ di te, poi tutti pretendono che continui a farlo, e che parli sempre di più. Preferisco mantenere le distanze". Era così riservato anche da bambino? Al contrario. Ricordo di aver fatto, in un giorno, più di cento interviste televisive. A un certo punto, sarà stata la numero settanta, mi è capitato un giornalista che parlava lentissimo. E mi sono addormentato". Oggi, invece, ha la reputazione dell’eremita. Le dà fastidio? " vero che sono una persona che ama stare in casa. Non mi piace vivere sotto gli occhi del pubblico". Strano, visto il mestiere che ha scelto me. "Direi che è il mestiere ad aver scelto me". Come fa un bambino a diventare un attore famoso? "Succede e basta. E dire che io a 6 anni non parlavo ancora bene. Una vicina di casa, un’amica dei miei, era manager di un piccolo teatro. Stavano cercando un bambino. E siccome aveva a disposizione la nostra famiglia, sette figli di entrambi i sessi e di età assortite - io sono il terzogenito - ha pensato di venire da noi. Mi ha trovato carino, e così misono ritrovato in piedi sul tavolo, a ripetere le prime battute". Le veniva naturale? "Sì. Ho sempre adorato stare sul palco. Tutto il resto no - i paparazzi, la morbosità di certa stampa - ma recitare, sotto le luci, davanti a un pubblico, mi è sempre piaciuto. Ancora oggi, non c’è niente che mi faccia sentire più a mio agio". Come ha fatto ad aggiudicarsi la parte in Mamma, ho perso l’aereo? "I registi pensano che un bambino fatichi a ricordarsi le battute. Così, di tutto il copione, mi avevano dato da preparare due scene molto brevi. Mio padre, invece, che è molto furbo, aveva scelto la più difficile, quella più lunga, e me l’aveva fatta imparare a memoria. Quando al provino mi chiedono la scena con poche battute chiedo scusa, dico che non la so, che sono solo un bambino di 9 anni, che però ne ho imparata un’altra, se vogliono sentirla. E parto con il mio monologo". Come faceva, con la scuola? "Continuavo a frequentarla, nelle pause di lavorazione, ma non sarei riuscito a stare al passo, da solo. Avevo degli istitutori". E poi ha conosciuto un successo planetario, uno di quei successi che sono capitati a ben pochi attori bambini, forse prima di lei solo a Shirley Temple. Non le ha sconvolto l’esistenza? "No, anche perché, fortunatamente, i miei genitori sono stati molto bravi nel non dirmi quanto guadagnavo. Non volevano che andassi in giro a vantarmene. Sapevo che Mamma, ho perso l’amo era andato bene, ma a quell’età ti sembra tutto normale. Ero un attore, facevo film, tutto qua". Rivedersi al cinema che effetto le faceva? "Divertente, e strano. Ha presente, quando si sente la propria voce in segreteria telefonica, e sembra la voce di un altro?". E dopo, che cosa è successo? "Ho girato 14 film in sei anni. Più di due all’anno. Volevo fermarmi per un po’, e non mi veniva data la possibilità di farlo. Nessuno mi ascoltava. Così, quando sono stato in condizioni di prendere il controllo della mia esistenza, ho detto basta". A che età? "A 14 anni. Sono andato in pensione a 14 anni. Perché sentivo che, se non mi fossi fermato, sarei impazzito". E questo ha causato la rottura dei rapporti con suo padre. "Quella in realtà è stata soprattutto una decisione di mia madre. Che un bel giorno si è fatta forza e gli ha detto di sloggiare". Perché, lui com’era? "Gli piaceva comandare. Era così da sempre, da prima che arrivassero i soldi e la notorietà. Non era una persona buona". In che senso? "Voleva mantenere il controllo. Guadagnavo soldi a palate e non avevo neanche un letto mio. Dividevo la stanza con mio fratello, dormivamo sul divano. Mio padre, invece, aveva un letto enorme, e un televisore ultimo modello". E siete finiti in tribunale. "Sì. Mio padre e mia madre si contendevano la custodia dei figli ancora minorenni, me compreso. Una battaglia lunga. Alla fine spendevano tutti i soldi per le parcelle degli avvocati, lei non arrivava a pagare l’affitto. Stavamo per ricevere lo sfratto, e io non sapevo neppure quanti soldi avevo in banca. I miei genitori, insieme, avevano il controllo sul 20 per cento del mio patrimonio. Il restante 80 era in un fondo vincolato, intoccabile, cui neppure io avrei avuto accesso prima di compiere 18 anni. Alla fine, vista la situazione di sfacelo, ho deciso di togliere loro anche il controllo di quel 20 per cento, affidandolo a un tutore, un contabile amico di famiglia". Quanti anni aveva quando ha preso questa decisione? "15, credo, o 16". Ha ancora rapporti con suo padre? "Nessuno. Non gli parlo, non lo vedo, né desidero farlo. Una cosa triste, certo, perché è l’unico padre che ho. Ma non è stato un buon genitore. Non voglio nemmeno sapere con esattezza dove vive e che cosa fa. Mi interessa solo che stia alla larga dalla porta di casa mia". E i rapporti con Michael Jackson? "Di amicizia. Siamo stati amici e lo siamo ancora". Come vi siete incontrati? "Mi ha chiamato lui, all’improvviso, dopo Mamma, ho perso l’aereo, e mi ha invitato a casa sua. All’epoca lui, per tantissime persone, era Dio in terra. Ma io non ero un suo fan e proprio per questo, credo, ci siamo trovati così bene. Perché non avevo soggezione, lo chiamavo "deficiente", "imbranato". Come si fa con un amico normale". Che cosa succedeva, a casa sua? "Niente di strano. Giocavamo con i videogame, e nel suo luna park privato". E dove dormivate? "Nella sua stanza. Ma la camera di Michael Jackson, bisogna vederla per capirlo, è una suite a due piani, con tre bagni, grandissima. Il problema è che lui da troppo tempo vive in una gabbia dorata". Perché gli piacciono tanto i bambini? "Perché a loro non interessa chi è lui, quanto è famoso, quanti soldi ha. Lo trattano come un essere umano normale, solo un po’ infantile, che ha ancora voglia di giocare". I suoi genitori non avevano nulla da obiettare alla vostra amicizia? "Non erano contrari. Ma non mi hanno nemmeno spinto ad andare da lui". stato accusato ingiustamente? "Mi limito a constatare che, ai tempi del primo scandalo, i genitori del ragazzino hanno barattato i soldi con il silenzio, e questo qualche sospetto me lo fa venire. Se io fossi un padre convinto che Michael Jackson abbia molestato mio figlio, vorrei vederlo in prigione". A proposito di grane con la legge, com’è che sono iniziati i suoi problemi di droga? "Una volta la Cnn ha dato la notizia della mia morte per overdose. La realtà è che ho bevuto qualche birra, ho fumato qualche spinello. Come milioni di ragazzi". Amici? "Conoscenti, un milione. Amici veri, un paio". Adesso lei è tornato a recitare. Perché? sempre stata una cosa naturale per me. E mi mancava". In Saved! la vediamo in sedia a rotelle. "La storia è ambientata in una scuola cristiana dove tutti sono devoti e perfetti. Tutti tranne me e la mia fidanzata, interpretata da Eva Amurri: io sono in sedia a rotelle, lei è ebrea". Lei che rapporto ha con la religione? "Ho ricevuto un’educazione cattolica. Ho fatto la Prima Comunione. Oggi penso di avere una forte spiritualità, ma non pratico nessun culto". Quando ha scoperto di essere ricco? "A 18 anni. Il mio contabile mi ha mostrato un foglio con una cifra e mi ha detto: "Ecco, questo è il tuo valore". Mi sembrava di essere un bambino che, dopo un’infanzia di lavoro, eredita una fortuna inaspettata". Sugli anni del ritiro ha pesato anche un problema psicologico: lei ha sofferto di agorafobia. "Passavo sempre più tempo rintanato in casa. Le poche volte che uscivo per strada, a New York, mi sembrava che i palazzi mi volessero divorare. Ho preso un cane per costringermi a fare almeno il giro dell’isolato. E piano piano la situazione è migliorata". Intanto, però, le era venuta voglia di scrivere a un personaggio famoso per la sua scelta di isolamento. "Sì, allo scrittore J.D. Salinger. Volevo dirgli: abbiamo lo stesso problema, parliamone. Perché io quell’impulso lo capisco. Anche oggi che esco quando voglio, mi sento meglio quando tomo a casa". Nel 1998, lei ha sposato Rachel Miner. "E tutti si sono scandalizzati. Quando faccio una cosa normale, dicono che sono pazzo". Avevate entrambi 17 anni. Secondo lei è normale? "Non è la norma, se è questo che intende. Ma non sa quante lettere ho ricevuto che dicevano: non preoccuparti, anche noi ci siamo sposati a quell’età e dopo tanto tempo stiamo ancora insieme". Voi però vi siete lasciati dopo due anni. Che cosa è successo? "Quello che succede a tanti matrimoni. Ma quando ci siamo messi insieme, pensavamo che fosse per sempre". Come si vede, da qui a vent’anni? "A volte penso che mi stancherò di recitare e mi metterò a fare lo scrittore. Per il resto voglio quello che desiderano tutti. La casa con giardino, i 2,2 bambini di media che ogni famiglia americana mette al mondo". E se quei 2,2 bambini volessero fare gli attori? "Se fossero proprio convinti, non potrei impedirglielo. Altrimenti, li incoraggerei ad aspettare di diventare grandi, a imparare, a studiare". Un desiderio per volta: vuole fare lo scrittore. Sta scrivendo un libro? "Più o meno". In che senso, più o meno? " una cosa molto personale, che faccio per me più che per gli altri. A volte penso che non lo pubblicherò mai. 0 che lo pubblicherò con uno pseudonimo". E vuole una famiglia. Una fidanzata ce l’ha: Mila Kunis di That ’70s Show. "Mm mm". Scusi? "Gliel’ho detto, no, che non mi piacciono le interviste?". Courtesy of Cnn