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 2005  giugno 02 Giovedì calendario

Va di moda correre fino a sfinirsi: ad Aosta c’è un Bruno Brunod di 42 anni che per campare costruisce tetti di ”lose” (le pietre piatte che si trovano da quelle parti) e nel tempo libero fa lo ”skyrunner”

Va di moda correre fino a sfinirsi: ad Aosta c’è un Bruno Brunod di 42 anni che per campare costruisce tetti di ”lose” (le pietre piatte che si trovano da quelle parti) e nel tempo libero fa lo ”skyrunner”. Chi l’ha visto in azione dice che è «un misto tra un essere umano e uno stambecco», adesso s’è messo in testa di scalare il versante nord dell’Everest: partenza da 5.150 metri, per arrivare agli 8.872 della vetta dovrebbe impiegare 30 ore. Correrà indossando una maschera a proboscide messa a punto dall’Università di Torino per riciclare l’aria riscaldata tra il corpo e l’abbigliamento. Marino Giacometti, presidente della Federazione Sport Alta Quota: «Non sappiamo se funzionerà ma uno non può mettere nei propri polmoni 180 litri d’aria al minuto a -40° e vento a 70 km all’ora». In America spopola un Dean Karnazes di San Francisco, 42 anni pure lui, che pratica l’ultramaratona (dice che 42 km gli bastano a malapena per scaldarsi): fisico da quattrocentista, 4,8% di massa grassa, corre fino ad esaurire le riserve di glicogeno nei muscoli, il che a volte gli causa allucinazioni, come quando nella Napa Valley (California) vide «zompettare davanti agli occhi come fossero rospi quattro piatti di pastasciutta». Tra le sue idee, quella che i problemi muscolari e articolari sono ingigantiti dalla consapevolezza che esiste un modo, la fisioterapia, per risolverli: «Guarire è un concetto altamente sopravvalutato: si è sempre guariti». Tra i suoi obiettivi, vincere l’ultramaratona di Badwater, 135 miglia nella Death Valley a 55 gradi di temperatura, tempo previsto per coprire la distanza 27 ore, obbligatorio lo scafandro per proteggersi dal sole e dal caldo.