Corriere della Sera 30/05/2005, pag.22 Riccardo Romani, 30 maggio 2005
"Le donne? Troppo deboli. Ora sul ring voglio un uomo". Corriere della Sera 30/05/2005. New York. La storia di Ann Wolfe non ha niente a che vedere con quella di Maggie Fitzgerald, il personaggio da Oscar di The Million Dollar Baby
"Le donne? Troppo deboli. Ora sul ring voglio un uomo". Corriere della Sera 30/05/2005. New York. La storia di Ann Wolfe non ha niente a che vedere con quella di Maggie Fitzgerald, il personaggio da Oscar di The Million Dollar Baby . Ma una cosa è certa: senza il film di Clint Eastwood, di questa ambiziosa 34enne texana oggi si troverebbe traccia solo sulle cronache locali di Austin, Texas. La faccenda però si fa seria: Ann Wolfe, soprannome " Brown Sugar " , è una ragazza pugile piuttosto determinata, pesa circa 75 chili, e di abitudine fa a pezzi le sue avversarie. Ha combattuto 19 volte, perdendo solo in un’occasione. Per il resto vittorie, spesso dolorose. Per le avversarie. Tredici volte per ko, incluso quello inflitto a Vonda Ward un anno fa: una statua di quasi due metri, ex cestista universitaria, che Ann demolì in meno di due minuti. Vonda ha chiuso la serata con il collo incrinato. Lei, come 17 delle 19 avversarie della Wolfe, ha abbandonato la boxe dopo averla incrociata sul ring. Due figli, una palestra da mantenere, la scatenata Wolfe ha deciso di dotarsi di un obiettivo ben più ambizioso: sfidare un uomo, in un regolare incontro. " Voglio uno della mia taglia, con le mie stesse qualità. Sono certa che i miei cazzotti gli faranno male " . La battaglia dei sessi nello sport è storia vecchia come il mondo. Nel 1973 la campionessa di tennis Billie Jean King sfidò e sconfisse Bobby Rigg, ben attempato e piuttosto bolso. Più di recente, invece, Jimmy Connors non faticò troppo a liquidare Martina Navratilova. Nel golf, la supercampionessa Annika Sorenstam solo due anni fa provò timidamente un paio di giri con i colle ghi maschi. Respinta con perdite. La terribile Ann non se ne cura. Dopo il trionfo del film di Eastwood, in America il numero di donne praticanti è cresciuto del 13%, un centinaio di nuovi club è stato inaugurato, ma non si reperiscono atlete tanto incoscienti da volersi misurare con lei. vero, ci sarebbe Laila Ali, la figlia di Muhammad, che è imbattuta e garantirebbee una platea degna e magari anche la pay per view . Ma la ragazza, abile manager di se stessa e di qualità boxistiche tutte da verificare, finora ha scansato la texana con cura. Un’altra figlia d’arte, Jaqui Frazier, ha chiesto un minimo garantito di 500mila dollari per salire sul ring con la Wolfe, cui ne andrebbero al massimo 100mi la. Sennò niente. " Non mi resta che provarci con gli uomini – sostiene Ann – . Sono campionessa mondiale in quattro diverse categorie e guadagno poche migliaia di dollari. Ho l’affitto da pagare e due figlie da tirare su. il momento che qualcuno mi dia una chance " . Non è facile come a dirsi. Le regole sono piuttosto chiare: la Commissione Medica del Nevada, dove si svolge il 70% dell’attività pugilistica negli Usa, ha già detto che neppure se ne parla. Stesso discorso in California. Ci sarebbe una possibilità in Mississippi, dove le regole si annacquano facilmente, e lo show troverebbe qualcuno pronto ad incassare il proprio tornaconto. " Posso far male a chiunque. Quando salgo sul ring, le donne sono spaventate. Qualcuna di quelle che ho steso, pensavo di averla ammazzata. Mi alleno con gli uomini, chi mi guarda spesso non si accorge della differenza " . Ann Wolfe dovrebbe combattere nuovamente il 18 giugno nel sottoclou di una riunione maschile ( Johnson Tarver) nel Tennessee, ma ancora non c’è un’avversaria. Tre ragazze hanno declinato l’invito. Tengono famiglia. In ogni caso, Ann potrà incassare al massimo 3000 dollari. Con un uomo sarebbe diverso. Nel Mississippi le garantiscono una borsa da 100mila dollari, che per una ragazza madre che vive nel Sud è una discreta somma. Arnie Rosenthal, tra i principali promoter di boxe femminile negli Usa, non pare entusiasta: " Temo che una sfida dei sessi non farebbe altro che screditare il movimento femminile e i suoi progressi. Si risolverebbe in uno show carnevalesco " . Magari è proprio vero, Ann Wolfe può fare male anche agli uomini. Ma una cosa è sicura: un pugile professionista di 75 chili, ben preparato, può fare danni ad Ann. Del tipo che nessuna borsa potrà mai risarcire. Lei dice: " Guardare all’altro angolo e vedere un uomo non mi spaventa. L’unica cosa che mi spaventa è guardare me stessa. Sono una campionessa, ho diritto di decidere il mio destino " . Forse sì. Forse qualcuno dovrebbe fermarla prima. Riccardo Romani